Il 17 ottobre 1973 segna l’inizio della crisi petrolifera del 1973, causata da un embargo petrolifero imposto dai Paesi arabi membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). L’embargo venne deciso come ritorsione contro gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali per il loro sostegno a Israele durante la guerra del Kippur, il conflitto arabo-israeliano iniziato il 6 ottobre 1973.
Durante la guerra, Israele venne sostenuto militarmente dagli Stati Uniti, suscitando la reazione dei paesi arabi produttori di petrolio. In risposta, l’OPEC, guidato da Arabia Saudita, Egitto, Siria e altri Paesi, decise di ridurre la produzione di petrolio e di vietare le esportazioni verso i Paesi considerati alleati di Israele, tra cui gli Stati Uniti e i Paesi dell’Europa occidentale.
Le conseguenze principali furono:
1) Aumento dei prezzi del petrolio: Il prezzo del greggio quadruplicò, passando da circa 3 dollari a oltre 12 dollari al barile entro l’inizio del 1974.
2)Recessione economica globale: L’impennata dei prezzi energetici provocò una crisi economica mondiale, con inflazione e disoccupazione in crescita nei Paesi industrializzati.
3) Per le Politiche energetiche: La crisi spinse molte nazioni a cercare di ridurre la dipendenza dal petrolio straniero, promuovendo lo sviluppo di fonti energetiche alternative e nuove politiche di risparmio energetico.
4) Nuovi equilibri geopolitici: L’embargo rafforzò il potere politico dei Paesi produttori di petrolio, che divennero attori sempre più influenti sulla scena internazionale.
La crisi petrolifera del 1973 rappresenta un punto di svolta nelle relazioni economiche e geopolitiche mondiali, segnando l’inizio di una nuova era caratterizzata dalla consapevolezza della dipendenza dalle risorse energetiche e dalla vulnerabilità delle economie industrializzate agli shock petroliferi. Quella esperienza ci ricorda oggi quanto siano lontane nel tempo le radici della crisi mediorientale.
Cinquantuno anni da allora. Ma esse vanno ancora ben oltre.
Diverse generazioni di bambini sono diventati adulti o magari morti senza sapere cosa significhi vivere in pace.
Ci sarebbero stati, quindi, molti motivi per non essere allegri. Ma non possiamo umiliare certi ricordi.
Francesco Magisano