Piantedosi al vaglio della Consulta

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Le Ong: “Giornata storica” Al Festival Sabir in corso a Roma, parla Giorgia Girometti, responsabile comunicazione operazioni di SOS Mediterranee

ROMA –  “È la prima volta che l’intero impianto legale di una legge viene messo in discussione da un punto di vista costituzionale. Noi riteniamo il cosiddetto ‘decreto Piantedosi’ ingiusto e discriminatorio, quindi la decisione del tribunale di Brindisi è un grande successo, una giornata storica, perché accoglie le critiche che abbiamo mosso sin dall’inizio”.

Lo dichiara alla Dire Giorgia Girometti, responsabile comunicazione operazioni di SOS Mediterranee, a margine della conferenza stampa organizzata dall’ong insieme ad Arci nell’ambito del Festival Sabir a Roma. Il tema, è la decisione del Tribunale di Brindisi, chiamato a pronunciarsi sul fermo amministrativo scattato per la nave Ocean Viking di SOS Mediterranee per effetto del decreto, di rinviare alla Corte Costituzionale proprio quel decreto legge n.1/2023, ossia il cosiddetto ‘decreto Piantedosi contro le Ong’.

IL DECRETO PIANTEDOSI

Adottata nel gennaio 2023, la norma prende il nome dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e stabilisce che le navi delle organizzazioni umanitarie siano obbligate a rientrare una volta effettuato un soccorso, senza la possibilità di compiere altri interventi se se ne presenta la necessità. Inoltre, stabilisce la sanzione del sequestro amministrativo nel caso la nave operi in un contesto in cui è presente la guardia costiera libica.

Un punto largamente contestato dalle ong in quanto, da un lato, la Libia non è ritenuto un paese sicuro dove riportare i migranti, e dall’altro la guardia costiera libica stessa è accusata di violenze e abusi sui migranti.

Ora la Corte costituzionale è chiamata a decidere della legittimità di tali provvedimenti. Il decreto, chiarisce Girometti, “non è decaduto: bisognerà aspettare la decisione della Corte”, che potrebbe richiedere dei mesi, ma “certamente il fatto che la corte lo metta in discussione è rilevante anche per un fatto di immagine pubblica: pensiamo a tutta l’opera di criminalizzazione delle ong è stato fatto”.

LE MORTI IN MARE

La referente dell’ong che opera nel Mediterraneo da ormai dieci anni evidenzia come questo mare “continua a rimanere una delle rotte migratorie più mortali al mondo: sono circa 1.500 i morti da gennaio 2023″. Le persone, ricorda Girometti, “fuggono scegliendo di fare questa traversata pericolosa perché è l’unico modo per raggiungere l’Italia e l’Europa. Noi portiamo il nostro soccorso. Il fermo amministrativo delle navi, previsto da questo decreto, combinato ad altre misure come quella che prevede l’assegnazione dello sbarco in porti molto lontani rende sicuramente il nostro lavoro, e quello di tutte le altre ong impegnate in mare, molto difficile”.

I PORTI LONTANI

Al decreto Piantedosi si aggiunge infatti la norma che stabilisce l’assegnazione di porti per lo sbarco generalmente molto lontani, una pratica che, conclude Girometti, “costringe i migranti ad aspettare più tempo per riceve assistenza medica specializzata, mentre per noi significa restare molto lontani dalle zone di soccorso per un tempo ingiustificato”.

Sulle implicazioni di riconoscere la legittimità delle autorità libiche in mare interviene in conferenza stampa l’avvocata Francesca Cancellaro, che definisce la norma “strabica” in quanto le organizzazioni internazionali come l’Onu “hanno già stabilito che la Libia non è un paese sicuro per i migranti”.

Il responsabile Migrazione di Arci nazionale aggiunge: “Il governo Meloni punta a costruire impianti legislativi illegittimi che contrastano con la Costituzione o le convenzioni internazionali, ben sapendo che quindi incorrerà nello stop dei magistrati: è il lavoro della magistratura far rispettare la legge anche a chi giverna. Se ne facciano una ragione”.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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