Israele. Non è legittima difesa. E’ tremenda vendetta. E non solo

Interviste & Opinioni

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Riceviamo e pubblichiamo
Mi dà un po’ fastidio spiegare concetti elementari a persone adulte, però poiché politici e giornalisti sembrano ignorare che cosa sia la legittima difesa e c’è sempre qualche allocco che li prende sul serio, vale la pena che io faccia il piccolo sacrificio.
La difesa è legittima qualora sia proporzionata all’offesa, sia rivolta verso l’ingiusto aggressore, e l’azione di colui che si difende sia contemporanea all’azione dell’ingiusto aggressore. Per essere più chiaro: non posso prendere a sassate un tizio che mi ha dato uno schiaffo e si è dato alla fuga, ma non potrei neppure restituirgli lo schiaffo mentre sta fuggendo. La mia azione in questo caso non è legittima difesa, si può chiamare “legge del taglione”.
Ma se anziché restituirgli lo schiaffo gli do una bastonata oppure lo uccido, vado oltre la legge del taglione, e in questo caso la mia azione si può chiamare vendetta. Se poi, anziché uccidere lui, uccido un innocente, oltre a vendicarmi, mi comporto anche da vigliacco.
Questo preambolo, per dire che sbagliano politici e giornalisti, quando parlando del massacro d’innocenti e delle devastatzioni, e della sofferenza enorme che Israele sta arrecando al popolo palestinese, affermano con sconcertante disinvoltura che Israele ha il diritto di difendersi. Perché non dicono chiaro e tondo che gli israeliani stanno andando oltre, ma molto oltre la legge del taglione?
Renato Pierri 

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