Anton Guterres: l’uomo della pace, alla guida dell’ONU

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Il Segretario generale dell’ONU, lancia l’ennesimo messaggio di pace sotto la totale indifferenza dei funzionari e diplomatici israeliani. Benjamin Netanyahu lo ha cancellato dalla propria agenda diplomatica, dichiarandolo persona non gradita in Israele, ma lui, Anton, continua ancora la frenetica attività diplomatica lanciando un accorato appello per la soluzione del conflitto.

 New York-Nella sede dell’ONU, il tavolo delle rappresentanze internazionali continua ancora ad arrovellarsi, su quale sia la possibile soluzione riguardante il conflitto arabo israeliano.
A distanza di un anno, le parole di Anton Guterres, sullo status di Israele nei territori palestinesi, hanno infiammato i rapporti tra ONU e lo stato ebraico. Le fatidiche parole annunciate dal Segretario ONU il 24 ottobre del 2023, al tavolo internazionale e l’immediata reazione dei funzionari israeliani. “Le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas del 7 ottobre “, disse Guterres all’epoca rincarando la dose sull’operato di Israele, “è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla, ma da 56 anni di soffocante occupazione israeliana”. dall’ambasciatore israeliano all’ONU, Gilad Erdan, che ha criticato con forza la seconda parte dell’intervento di Guterres, chiedendone le dimissioni dalla guida del Palazzo di Vetro. “Non vi è alcuna giustificazione nè senso –  disse all’epoca il diplomatico – parlare con coloro che mostrano comprensione per gli atti più terribili commessi contro i cittadini di Israele, tanto meno da un’organizzazione dichiaratamente terroristica”. Fece eco ad Erdan il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby: “la colpa del 7 ottobre – ha sottolineato – è esclusivamente di Hamas, non di Israele, né dei civili innocenti”.

A quasi un anno dall’attacco sferrato da Hamas, l’ONU, vorrebbe dare un senso definitivo e lo stesso Segretario generale, di fronte al protrarsi di una guerra senza fine e all’allargamento del conflitto che vede coinvolte le nazioni alleata di Iran e Libano, lancia un ultimo appello chiedendo la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas e l’immediata soluzione, fattibile e diplomaticamente realizzabile: una soluzione a due stati che potrebbe mettere fine al disastroso conflitto.                                                                                                                        Dal canto suo, Israele non ha nessuna intenzione di accogliere l’appello di Guterres e al tavolo internazionale lo stesso Benjamin Netanyahu, continua con l’offensiva dell’IDF, nel sud del Libano, minacciando la Siria e lanciando pesanti avvertimenti agli Ayatollah iraniani, dopo l’attacco missilistico dei giorni scorsi.                                                                                                                                                                                                Nel frattempo, Anton Guterres diventa persona non gradita in Israele, nonostante tutto al tavolo diplomatico condanna all’unanimità l’organizzazione terroristica di Hamas, in un video pubblicato da X, girato per commemorare le vittime dell’orrendo attacco relativo all’ottobre scorso.
“L’orribile” attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele ha “segnato le anime”, ha affermato il segretario ONU, evidenziando le violenze inflitte dai terroristi di Hamas ai cittadini israeliani e le sofferenze dei popoli palestinesi e libanesi, colpiti dai raid delle forze israeliane. In ultima analisi, Guterres avrebbe richiesto anche l’immediata liberazione degli ostaggi e la soluzione politica attorno ad un tavolo per risolvere definitivamente la questione israelo-palestinese.
Un piano di pace abbozzato su un appello rivolto ai contendenti? Nel frattempo i funzionari israeliani ì, così come il governo di Tel Aviv, continua a professare il proprio credo: quello di cancellare definitivamente, l’organizzazione terroristica di Hamas, senza mai fermare la guerra e l’eterna sofferenza dei popoli.

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