Meglio una bistecca o un piatto di scarafaggi?

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Non ci sono più le pietanze di una volta! Quello a cui siamo abituati potrebbe diventare presto solo un ricordo

Vi è mai capitato di pensare a cosa mangeremo nei prossimi cinquanta anni?

Spiedini di scorpione, risotto alle blatte, sformato di larve. Ebbene si! Queste potrebbero essere le pietanze presenti sulle nostre tavole in un futuro non tanto lontano. Come ormai sappiamo, il consumo di alghe, funghi o addirittura insetti è all’ordine del giorno nei paesi del Sol Levante, ma ben presto potrebbe diventare abituale anche in Occidente.

Tra i fattori che determinano questa “evoluzione” vi è, senz’altro, la crescita esponenziale della popolazione. Secondo le ultime proiezioni dell’ONU, infatti, la popolazione mondiale è destinata ad aumentare, superando i dieci miliardi di persone nel 2100.

A tutto questo bisogna aggiungere l’insostenibilità dello sfruttamento delle risorse primarie, aspetto che renderà necessario orientarsi verso scelte alimentari differenti e più sostenibili.

Durante l’Expo di Milano del 2015 si è affrontato come tema principale “il problema di come fornire gli alimenti e nutrire correttamente l’uomo nel rispetto della terra sulla quale vive e dalla quale attinge risorse esauribili”.

La sfida del futuro sembra essere infatti quella di trovare dei modelli di sviluppo idonei per un sistema che cresce velocemente.

L’evoluzione della popolazione mondiale ha comportato, inoltre, la comparsa di nuovi consumatori con innumerevoli esigenze alimentari, caratterizzate molto spesso anche da patologie legate alla nutrizione.

La FAO, infatti, già da alcuni anni spinge sul potenziale di grilli e affini anche in previsione dell’imminente fabbisogno alimentare.

Gli insetti, in particolare, sono un’ottima fonte di proteine. La farina di grillo, ad esempio, contiene il 65% di proteine ad alto valore biologico, inoltre è ricca di vitamina B12, fibre, ferro, calcio, sodio e fosforo.

Ci sono 1900 specie di insetti commestibili che sfamano due miliardi di perone nel mondo, soprattutto in Sudamerica, Africa ed Asia.

Anche alcune proteine ricavate dai funghi e alcune alghe hanno un ottimo profilo nutrizionale, senza contare il ridotto impatto ambientale rispetto alla pesca e agli allevamenti intensivi di bestiame.

A fare ancora più scalpore è stata l’entrata in vigore del regolamento dell’UE 05/2023 che autorizza, con diverse precauzioni, l’utilizzo di farine prodotte con il trattamento degli insetti.

Nonostante lo scetticismo generalizzato però le autorità europee ed in particolare l’EFSA ovvero l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, hanno rassicurato i consumatori sul consumo di insetti definendoli non nocivi per l’essere umano.

Sebbene anche l’Occidente si stia avvicinando a questi alimenti, per il consumatore italiano questa problematica non si pone: il menù a base di insetti è ancora vietato!

È vero, il cibo del futuro o Novel Food potrebbe davvero risolvere la stragrande maggioranza dei problemi legati all’alimentazione ed a tutto ciò che a questa è connesso, dallo sfruttamento dei mari, a quello del bestiame.

Si potrebbe addirittura un giorno pensare di combattere il problema della fame nel mondo attraverso l’introduzione di nuovi alimenti ma soprattutto in Occidente sarà necessario un cambio di mentalità per riuscire a convincere il consumatore più conservatore a mettere sulla propria tavola un menù a base di insetti.

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