Farmaci e Neuroni, speranze e delusioni

Ambiente, Natura & Salute

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Oltre quarant’anni fa, farmaci con la pretesa di rivitalizzare i neuroni, venivano dispensati e rimborsati senza nessuna utilità nelle farmacie italiane 

Curare il declino cognitivo legato all’età è una sfida che parte da molto lontano, negli anni 80 il Sistema Sanitario Italiano era in buona salute (rispetto a oggi) e il medico di famiglia poteva prescrivere i farmaci ritenuti utili al trattamento di pazienti affetti dalla demenza senile.

Nel 1975 la Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene la registrazione di un farmaco tutto italiano, il Cronassial, un estratto di cervello bovino che anche grazie alla chiacchierata collaborazione con la premio Nobel Levi Montalcini scala la classifica di fatturato del mercato farmaceutico anni 80. Siamo in piena epoca Poggiolini e il medico italiano può prescivere a totale carico del Sistema sanitario Nazionale farmaci di dubbia efficacia sulla rivitalizzazione neuronale, ricordiamo Hydergina gocce, Nicholin fiale, Nootropil, Nimotop ecc…tutti non più rimborsabili e limitati a indicazioni più ristrette mentre di Cronassial non c’è più traccia essendo stato ritirato dal commercio come tutti gli estratti di animali, dopo la triste epidemia denominata della”Mucca Pazza”.  

Negli anni 80 venne a insegnare a Bari il prof.Stefano Govoni, allievo del luminare di Farmacologia Rodolfo Paoletti e  attuale Professore ordinario dell’Università di Pavia ove  svolge attività di ricerca sulle demenze e sull’invecchiamento cerebrale, ero un giovane area manager della multinazionale farmaceutica tedesca che produceva la nimodipina e  gli chiesi del perchè studi positivi per  efficacia farmacologica su ratti e animali non davano poi risposte identiche per gli umani. Il professore mi rispose che le delusioni nei suoi laboratori milanesi erano all’ordine del giorno e anche oggi a quarant’anni di distanza siamo fermi a speranze più che certezze.

A conferma di ciò, nel recentissimo volume “La fioritura dei Neuroni” della professoressa Michela Matteoli che dirige il programma di Neuroscienze dell’ospedale universitario milanese Humanitas, vengono confermate solo speranze, non da farmaci ma da cellule staminali di origine fetale che vengono introdotte in pazienti selezionati con puntura lombare […] queste staminali non diventano nuovi neuroni ma promuovono meccanismi di protezione e di riparazione rilasciando sostanze che modulano l’azione del sistema immunitario e aiutano la rigenerazione […]. 

Umberto Palazzo

Editorialista de Il CorriereNazionale.net

 

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