Bari, un pareggio stretto ma che vale: la crescita di una squadra che non si arrende

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© foto di SSC Bari

Il Bari si presenta al San Nicola con l’obiettivo di dare continuità ai recenti successi, cercando di capire fino in fondo le reali intenzioni di questa squadra. Il pareggio contro il Cosenza, una squadra ostica e in salute, ha messo in evidenza la natura combattiva e resiliente dei biancorossi, nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino.
La partita era destinata ad essere una sfida equilibrata, con entrambe le squadre appaiate in classifica, un dettaglio che rende il risultato finale una sorta di giusto equilibrio tra due forze equivalenti. Moreno Longo ha scelto di schierare un undici già collaudato, inserendo Lasagna al posto di Novakovic, segno che questa gara si sarebbe risolta solo grazie alla qualità individuale e alla capacità di affrontare momenti di gioco “sporchi”.
L’inizio della partita ha visto un Bari subito aggressivo, con un paio di occasioni create e poi sprecate da Lella e Benali. Tuttavia, il primo tempo si è rivelato complicato, con poche possibilità di trovare spazi in una partita giocata quasi tutta sui venti metri, tanto dal Bari quanto dal Cosenza. Il Bari ha cercato di giocare sporco quando necessario, dimostrando una mentalità diversa rispetto al passato.
Nonostante le difficoltà, il Bari è riuscito a portarsi in vantaggio grazie a un colpo di testa di Pucino su corner, un gol che ha sottolineato quanto fosse difficile trovare la via della rete in questa partita. Ma il secondo tempo ha portato nuove insidie, con il Cosenza che si è mostrato subito intraprendente, mettendo il Bari sotto pressione nella propria metà campo. L’espulsione di Lella per un gesto ingenuo ha complicato ulteriormente le cose, costringendo il Bari a giocare in dieci uomini per gran parte della ripresa.
In questo frangente, il vero spirito della squadra è emerso: nonostante l’inferiorità numerica, il Bari ha continuato a giocare, non chiudendosi e creando addirittura qualche occasione. La mentalità del gruppo è stata esemplare, con Maita in particolare a reggere il centrocampo con una prestazione straordinaria. Tuttavia, un presunto fallo di mano di Saco ha portato al rigore per il Cosenza, trasformato da Fumagalli per il pareggio finale.
Peccato, perché il Bari ha dimostrato di essere una squadra solida, organizzata e con una mentalità vincente. Nonostante l’espulsione e il rigore subito, i biancorossi non hanno mai dato l’impressione di soffrire troppo, mostrando una crescita evidente rispetto alla scorsa stagione. Fatto sta che il Bari di oggi è una squdra da temere e che darà del filo da torcere a tutti. Differentemente dallo scorso anno. E questo è un punto fermo. Il Bari sa soffrire, è compatto, e lascia ben sperare per il futuro. Però occorre evitare certe ingenuità perche le partite quasi empre si vincono o si perdono con gli episodi.

Come affermava Friedrich Nietzsche, “Ciò che non mi uccide, mi rende più forte.” Il Bari, pur non uscendo vincitore, ha dimostrato di saper crescere anche nelle avversità, rafforzando il proprio spirito di squadra e guadagnandosi il rispetto dei tifosi.

Massimo Longo

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