“I segreti della Bibbia”. Omissione voluta o inconsapevole?

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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“I segreti della Bibbia” era il titolo della trasmissione “La Torre di Babele” del 23 settembre, condotta da Corrado Augias. Ospite Aldo Cazzullo, autore del libro “Il Dio dei nostri padri” (Mondadori). Non so se mi sia sfuggito, però mi sembra che entrambi i giornalisti non abbiano fatto il minimo cenno ad un probabile grande segreto dell’Antico Testamento: che esso non parli di Dio. Omissione voluta oppure inconsapevole? Possibile non abbiano mai letto almeno un libro di Mauro Biglino, uno dei quali s’intitola per l’appunto “La Bibbia non parla di Dio”, pubblicato da Mondadori?

Perché definisco probabile il grande segreto, lo chiarisco nell’articolo che riporto qui di seguito, pubblicato nel mese di marzo scorso, riguardo proprio alle teorie di Mauro Biglino, le quali a mio parere non possono essere ignorate.

«Mauro Biglino da una fantasia passa ad un’altra fantasia
“La Bibbia non parla di Dio”, è il titolo di uno dei tanti libri dello studioso Mauro Biglino, e possiamo anche essere d’accordo, giacché nel libro sacro è descritto un dio assurdo, spesso capriccioso e spesso crudelissimo, davvero poco credibile. Il fatto è, però, che Mauro Biglino da una fantasia passa disinvoltamente ad altre fantasie. Sembra sicuro, ad esempio, che il profeta Zaccaria parli di astronavi. Vediamo come argomenta in un suo video. Legge il versetto seguente: “L’angelo che parlava con me tornò e mi svegliò come un uomo che viene svegliato dal sonno”. E dice in proposito: “Questo lo leggo per indicare che non si tratta di una visione onirica”. Ma chi ci assicura, gentile studioso, che Zaccaria non faccia quell’affermazione semplicemente per rendere più credibile il suo fantasioso racconto?
Zaccaria: “L’angelo mi domandò: «Che cosa vedi?». E io: «Vedo un rotolo che vola: è lungo venti cubiti e largo dieci».
E Biglino ne deduce: “Quindi fa venire in mente quelli che i militari americani chiamano i “Tic Tac”, cioè questi cilindri volanti”. E perché, gentile studioso, non un tappeto volante? Padre Pino Stancari, forse anche lui con un po’ di fantasia scrive in proposito: “La visione successiva è quella di un rotolo che vola, un tappeto volante (siamo in oriente), ricamato, trapunto, raffigurato anche come un rotolo con delle scritte sovrapposte”.
Che dite? Che cosa doveva esserci nella mente di Zaccaria? Un “Tic Tac”, un tappeto volante, o semplicemente un rotolo, un foglio di seta, di papiro o di pergamena le cui parti cucite o incollate formavano una striscia lunga anche più di sette metri che veniva arrotolata intorno a un cilindro, ancora ai tempi di Gesù?».

Renato Pierri

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