Araldicando, in Viaggio tra le Famiglie Nobili Italiane

Arte, Cultura & Società

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L’Araldica

 

L’araldica è lo studio dei blasoni, ossia degli stemmi, chiamati anche armi o scudi. Questa disciplina ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici utilizzati per identificare in modo certo una persona, una famiglia, un gruppo di persone o un’istituzione.

Oggi vi parleremo della nobile famiglia dei Conti Pilla.

 

 

 

Etimologia

La “pilla” nell’antichità era un contenitore in terracotta o cemento, utilizzato principalmente per contenere l’acqua. La “pilla” compare anche nel contesto ecclesiastico, dove veniva usata per trasportare l’acqua santa.

                                                                                                               

 

 

 

 

 La Pilla

La famiglia Pilla

La famiglia prende il nome dalla pilla, ed era originaria di una comunità già presente nel XVII secolo, con radici ben radicate in quella che oggi possiamo definire la provincia pavese. Commercianti affermati, i Pilla acquisirono innumerevoli terreni agricoli per coltivare primizie da commerciare inizialmente nei paesi vicini, e successivamente in territori più lontani, man mano che cresceva la loro ricchezza. Un’altra attività svolta dalla famiglia era la produzione di mattoni per l’edilizia dell’epoca, così come la realizzazione della “pilla”, dapprima in terracotta e poi con le prime malte cementizie dell’epoca. Questo è uno dei motivi per cui la famiglia era radicata in zone adiacenti ai fiumi, ad esempio nella bassa padana vicino al Po, dove il terreno argilloso era ideale per la produzione di tali manufatti.

In espansione costante, la famiglia sfruttò punti strategici nel territorio lombardo-piacentino, luoghi adatti sia per la coltivazione che per la reperibilità dell’argilla necessaria alla costruzione della “pilla”. Fonti storiche ci indicano due aree principali in cui operavano: i feudi di Gerrechiozzo e San Protaso. Gerrechiozzo, oggi frazione Rotto di Cava Manara (Pavia), è situata vicino al fiume Po, dove ancora oggi si possono trovare le cascine e i terreni di questa antica famiglia, i quali rimangono di proprietà dei Pilla. Questi beni furono acquistati grazie al commercio delle primizie e alla costruzione delle “pille”, attività proseguite nel tempo, come dimostrato dai documenti parrocchiali relativi a Pilla Camillo, nato nel 1818.

Gerrechiozzo: Storia

Gerrechiozzo, o Gerre Chiozzo (CC D992), probabilmente nacque dall’unione di due paesi, poiché in passato era chiamato “Gere e Chiozzo”, di cui si ha una localizzazione incerta. Quello che oggi si chiama Gerrechiozzo era in passato noto come Rotto di Rea. Era uno dei piccoli comuni del Siccomario, infeudato fino al XVIII secolo dai Beccaria. In questo piccolo territorio si trovavano feudi gestiti da famiglie facoltose come i Conti Pilla, rappresentati da Don Giovanni Pilla Vittorio. Tra il 1707 e il 1743, il confine di Stato tra lo Stato sabaudo e il Milanese austriaco passava tra Gerrechiozzo e Cava; dal 1743, anche Gerrechiozzo fu annesso ai Savoia.

Nel XIX secolo, con l’apertura della nuova strada del ponte sul Po, che divenne l’attuale statale dei Giovi, si sviluppò il nuovo centro di Tre Re, così chiamato da un’osteria omonima, che divenne il capoluogo del comune. Nel 1838, a questo comune venne aggregato quello di Mezzana Corti, ma nel 1871 fu abolito e unito a Cava Manara.

Arma o Blasone dei Pilla

A testimonianza dell’importanza di questa famiglia, all’interno della chiesa di San Protaso, frazione di Fiorenzuola d’Arda (PC), nella cappella di destra adiacente alla navata centrale, si conserva lo stemma dei Conti Pilla, riprodotto in stucco e sostenuto da San Mauro Abate, a cui fu dedicata una delle chiese più importanti di Pavia, costruita dalla stessa famiglia Pilla.

 

Lo stemma è riportato anche nell’importante manoscritto “Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi”,

 

 

conservato nell’archivio storico di Piacenza, nella sezione Stemmario titoli comitali, tavola XV. I Pilla furono insigniti dal Duca di Piacenza, Ranuccio Farnese II, del titolo di “Nobili di Piacenza” nel 1674, e successivamente Vittorio Pilla ottenne il titolo di conte nel 1669. Nel feudo di San Protaso si trovano ancora oggi i resti dei possedimenti della famiglia, in particolare il castello Torrione, una costruzione risalente al 1300, posseduto dai Pilla dal 1669 al 1700.

San Protaso: Chiesa dei Santi Gervasio e Protaso

La fondazione della chiesa risale al XII secolo, sebbene il Campi la faccia risalire addirittura al IV secolo. L’edificio attuale fu modificato con interventi settecenteschi e ulteriori restauri furono eseguiti nel XX secolo. Nel 1939, ci fu il rialzo della navata centrale e la modifica della facciata. Nel 1947 venne rinnovata la zona absidale e innalzata la torre campanaria.

Pilla e legami parentali

Grazie alla loro ricchezza e influenza, i Pilla contrassero legami matrimoniali importanti, unendosi con due famiglie di rilievo, gli Alberti e i Nicelli. Un borgo appartenente agli Alberti, noto come “Casa Pilla”, si trova ancora oggi nelle montagne dell’Oltrepò Pavese, al confine con Piacenza. Qui gli abitanti storici portano ancora il cognome “Alberti”.

Letteratura

Tra i riferimenti storici legati alla famiglia troviamo “Donna Giovanna di Crollalanza”, prozia del noto scrittore Araldo di Crollalanza, autore del dizionario araldico “Il Crollalanza”.

Don Giovanni Pilla di Vittorio di San Protaso

Una figura di particolare rilievo è Don Giovanni Pilla, discendente della famiglia dei Conti Pilla di Protaso, che si stabilì nel territorio di Cava con i genitori. Anche se molti rami della famiglia, come i Conti Pilla Nicelli, si sono estinti, un ramo collaterale, iniziato da Giovanni Vittorio nel 1743, continua fino ai giorni nostri con discendenti ancora residenti a Cava Manara (PV).

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