I grandi maestri abruzzesi in asta a L’Aquila da Gliubich

Abruzzo

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 Il 24 settembre all’asta 345 opere di insigni artisti, tra cui Patini, Michetti, Cascella

L’AQUILA – Nel pomeriggio di martedì 24 settembre le sale del secondo piano di Palazzo Cipolloni Cannella, al civico 9 di Corso Vittorio Emanuele II, a L’Aquila, ospiteranno la più grande asta di pittori abruzzesi mai vista. Il martelletto del proprietario Gianluca Gliubich batterà opere di grandi maestri della nostra regione assieme a bellissime statue, porcellane, disegni, mappe, incisioni e mobili di pregio. Un’asta di Antiquariato che è stata denominata “L’Aquila si apre al mondo” ed è stata visitata da centinaia di turisti e curiosi durante i giorni della Perdonanza Celestiniana, ad avvalorare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza strategica della maison aquilana per la città e l’intero Abruzzo, quale volano culturale alle manifestazioni che impreziosiscono la città.

La Casa d’Aste si conferma il punto di riferimento sul mercato per l’acquisto di dipinti di Teofilo Patini: grande attesa per un olio su tela ovale ove è ritratto Beniamino Frasca, padre di Luigi Frasca (1858-1933), sindaco e benefattore del paese di Calascio. Don Luigi Frasca, primo cittadino di un allora florida realtà abitativa, il paese era la capitale armentizia dell’intero Abruzzo, fu il mecenate più importante del pittore di Castel di Sangro. Acquistò, infatti, una serie di opere, tra cui “L’Erede”, per farne una pinacoteca di famiglia sita al secondo piano della sua casa palazziata a Calascio (foto 1). La particolarità, rispetto alle tante opere andate in asta dalla Gliubich, è che il dipinto descritto, già in collezione Frasca-D’Angelo a Pescara, è pubblicato nel Catalogo generale su “Teofilo Patini” a cura di Ferdinando Bologna, Comitato per le celebrazioni patiniane. Un altro legame con L’Aquila è nella dicitura al retro del dipinto attestante la presenza dello stesso (al n. 112) nella Mostra tenuta nel Castello Cinquecentesco della città capoluogo d’Abruzzo.

 

Tra i dipinti di Francesco Paolo Michetti in asta il 24 spicca un olio su tela con il ritratto di Nunziata Cermignani (foto 2). L’olio, con grande probabilità, risale alla prima metà del 1888, anno nel quale Nunziata, giovane compagna del pittore di Tocco Casauria è incinta di Giorgio, stato visibile nel ritratto ed intuibile dal richiamo simbolico alla bottiglia di vetro panciuta che la stessa stringe al grembo. Il 29 maggio Michetti, trovandosi a Roma per eseguire il ritratto dei sovrani, riceve la notizia della nascita del suo primogenito. La nascita di un figlio prima delle nozze (i due si sposeranno solo il 22 agosto dello stesso anno avendo il vate Gabriele d’Annunzio come testimone di nozze) era considerata, al tempo, uno scandalo. Nunziata, invece, mostra orgogliosa il grembo nel dipinto.

Straordinarie, nella esecuzione pittorica, sono le vesti indossate dalla giovane. Nunziata, che al tempo in cui è ritratta ha circa ventitré anni a fronte dei trentasette del pittore, indossa un abito eclettico ispirato al tradizionale vestito di Francavilla al Mare (Chieti), composto da una camicia ornata di pizzo e un corpetto interlacciato, con bretelle chiuse da un nastro di seta color indaco. Le maniche sono in broccato con motivi fitomorfi e presentano risvolti in velluto nero. La gonna, anch’essa in broccato, è ripiegata e annodata sul retro, lasciando intravedere un ricco guarnello in raso di seta a righe che il Michetti rende con straordinaria maestria, mentre riflette la luce del sole. Sul capo, la donna indossa spilloni decorativi, mentre gli orecchini a boccola con pendente sferico (cd. pompeiane) e un laccio al collo con pendenti e medaglioni decorati con elementi fitomorfi completano l’insieme. La ricercatezza dell’abito stride con la semplicità della fiasca di vetro verde e con lo sfondo agreste sul quale la figura si staglia ma è a richiamare un probabile simbolo di fecondità.

 

Anche Basilio Cascella e i figli Tommaso e Michele impreziosiscono il catalogo con opere rarissime provenienti da una importante collezione privata (foto 3). Di Basilio e del figlio Tommaso l’opera più iconica: un olio su tavola intitolato “La Sirena rovesciata”, opera che in seguito il padre riprodurrà su un grande piatto, oggi conservato nel Museo di Pescara a lui intitolato. L’opera è firmata in basso a destra “Basilio e Tommaso Cascella 1920”. Reca un’iscrizione sul lato sinistro, scritta metà in italiano e metà in vernacolo pescarese: “la sirena distesa coccia cape na balle”, che tradotta suona “la sirena distesa con la testa rovesciata verso il basso (foto 4). Sempre di Basilio è un’opera del 1906 su carta, dove il maestro restituisce con i pastelli il volto di una giovane donna che si copre il volto, un soggetto ripreso in altri dipinti intitolati “timidezza”.

 

Tra i tanti dipinti di Tommaso Cascella (foto 5) quello che di sicuro ha già attirato su di sé l’attenzione dei collezionisti è “Il sogno del pastorello”, un olio su tela che il cui cartiglio al retro tela ricorda la partecipazione dell’opera partecipazione dell’opera alla “Seconda Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra” del 1955. Sempre di Tommaso Cascella una straordinaria opera del 1966 dal singolare titolo: “Patini Teofilo non ti arrabbiare” (foto 6). Nella tela l’autore riprende un particolare di “Bestie da soma” del 1886 ove è raffigurata una delle tre modelle di Rocca Pia, Maria D’Orazio, che è la più giovane seduta al centro della composizione patiniana. La dicitura scherzosa è naturalmente rivolta alla memoria del pittore di Castel di Sangro che era venuto meno ben sessant’anni prima a Napoli, il 16 novembre 1906, ed è stata probabilmente apposta per evidenziare allo spettatore dell’opera l’unicità del dipinto del 1886 e del suo autore, al quale Tommaso si rivolge al tempo stesso celiando e con deferenza.

 

Di Michele Cascella uno scorcio di una via di Ortona (foto 7), un vaso con fiori ed un olio su tela di grandi dimensioni rappresentante un albero di pesco in fiore con vele sullo sfondo. Tra gli artisti abruzzesi a catalogo diverse opere di Pellicciotti, Mariani, Visintini, Bizzoni e Feneziani (foto 8,9,10). Mentre scriviamo, a L’Aquila continua il flusso dei visitatori che salgono la scalinata di Palazzo Cipolloni Cannella per vedere dal vivo le opere in mostra e chiedere lumi sulla storia di ognuna di esse a Gianluca Gliubich e ai suoi collaboratori. La preview dell’asta, infatti, sarà visitabile fino al 22 settembre dalle 9 alle 17. L’appuntamento è dunque per martedì 24 alle ore 15:00, giorno in cui i singoli pezzi, ben 345, entreranno in sala per essere esitati: un’occasione imperdibile per i collezionisti e gli amanti del bello in genere per portare a casa un’opera d’arte a chilometri zero, sia per visitare L’Aquila, città in piena e splendida rinascita dopo il terremoto del 2009. Le 345 opere sono consultabili sul sito della Casa d’Aste: https://www.gliubich.com.

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