Anniversario della Difesa di Roma, Mattarella depone corona di fiori a Porta San Paolo

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Presenti, tra gli altri, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Francesco Rocca

Autore: Marco Tribuzi

ROMA – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto un corona di fiori a Porta San Paolo, nei pressi della lapide che ricorda i caduti militari e civili della difesa di Roma, in occasione dell’81esimo anniversario della ricorrenza.

Oltre al capo dello Stato, presenti il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, la vicepresidente dela Camera, Anna Ascani, il vicepresidente della Corte Costituzionale, Giulio Prosperetti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il generale del comando delle Forze Operative Terrestri, Gaetano Zauner, il capo di Stato Maggiore dell’esercito, Carmine Masiello, il viceprefetto vicario di Roma, Tania Giallongo, e le associazioni partigiane con i loro gonfaloni.

ROMA – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto un corona di fiori a Porta San Paolo, nei pressi della lapide che ricorda i caduti militari e civili della difesa di Roma, in occasione dell’81esimo anniversario della ricorrenza.

Oltre al capo dello Stato, presenti il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, la vicepresidente dela Camera, Anna Ascani, il vicepresidente della Corte Costituzionale, Giulio Prosperetti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il generale del comando delle Forze Operative Terrestri, Gaetano Zauner, il capo di Stato Maggiore dell’esercito, Carmine Masiello, il viceprefetto vicario di Roma, Tania Giallongo, e le associazioni partigiane con i loro gonfaloni.

La cerimonia è proseguita al parco della Resistenza, dove Mattarella deporrà un’altra corona di fiori in prossimità del monumento che ricorda gli 87mila militari caduti nel periodo della lotta di liberazione (1943-1945).

ROCCA: “ATTUALIZZIAMO IL SACRIFICIO DEI COMBATTENTI, STIAMO CON CHI È INVASO E OCCUPATO”

Per dare il giusto riconoscimento ai combattenti che sacrificarono la loro vita l’8 settembre del 1943 dobbiamo sapere attualizzare il valore di quel sacrificio, sapendo da che parte stare come Paese: a fianco di chi è invaso e di chi è occupato seguendo la legalità del diritto internazionale”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in occasione della celebrazione della ricorrenza dell’8 settembre, riferendosi a quanto sta accadendo in Ucraina e a Gaza in Medio Oriente.

“Questo è il profondo messaggio che lascia l’8 settembre e mi auguro che le nuove generazioni sappiano cogliere il reale valore di quel sacrificio, con cui si cacciava l’invasore dall’Italia ma deve essere anche un veicolo di trasmissione di valori che rischiamo di perdere”, ha aggiunto Rocca.

CROSETTO: “NON CI SONO SOCIETÀ LIBERE E DEMOCRATICHE SENZA SACRIFICIO”

“Non esistono società, giuste, libere, democratiche, senza unità e sacrificio, non esiste nessun bene che si mantiene all’infinito”, ha detto Crosetto. “In questo luogo 81 anni fa, ebbe inizio, quasi inconsapevolmente, la nostra resistenza– ha spiegato Crosetto- L’8 settembre è una data incisa nella storia d’Italia, il giorno in cui onoriamo il sacrificio di tanti uomini e donne e di tanti soldati che con coraggio e determinazione lottavano per la libertà, per la patria, sacrificando le loro vite”.

L’8 settembre del 1943, giorno dell’armistizio-resa agli anglo-americani nella seconda guerra mondiale, “il nostro Paese si trovò in un bivio drammatico, erano entrati nelle nostre case e i nostri soldati si trovavano ad affrontare una scelta inaspettata, pericolosa e difficile. Ma molti di loro non vacillarono, furono capaci insieme di superare l’indecisione e lo sbandamento delle istituzioni, continuando a difendere con onore, coraggio e dignità la nostra Italia perché sapevano, speravano, anche il loro sacrificio non sarebbe stato vano. Il caos e lo sbandamento anche morale all’origine di quella giornata di crisi definita morte della patria, fu la premessa della contestuale resurrezione della patria che avrebbe portato alla costruzione di una nuova Italia libera e democratica”.

CROSETTO: “DIFESA DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA VALORE SU CUI FONDARE LA CONVIVENZA INTERNAZIONALE”

“Sulla questione delle armi tra l’Italia e l’Ucraina è tutto chiarissimo. Non è chiaro forse a chi fa polemica qua ma, come hanno dimostrato le dichiarazioni di Zelensky, il rapporto è chiarissimo: gli ucraini sono molto contenti per ciò che l’Italia ha fatto finora, capiscono quanto è costato l’aiuto che abbiamo dato ma hanno capito anche lo spirito con cui totalmente li abbiamo aiutati“, ha spiegato.

“Capiamo, anche in giornate come oggi, che la difesa della libertà e della democrazia sia un valore non solo nazionale ma su cui vogliamo fondare la convivenza internazionale“, ha aggiunto Crosetto.

Senza il diritto internazionale non esistono libertà e pace per nessuna nazione. Il diritto internazionale che l’Italia a Gaza chiede di rispettare da anni, infatti chiediamo due popoli e due stati, e l’applicazione della risoluzione ONU fin dall’inizio”, ha detto ancora Crostetto. Su Netanyahu, poi, Crosetto ha aggiunto: “Il problema sono sempre le interlocuzioni, come con la Russia…”.

GUALTIERI: “PER QUALCUNO FU MORTE ITALIA, POI RISCATTO E RINASCITA”

L’8 settembre per qualcuno è stato la morte della patria, un armistizio basato sulla resa incondizionata delle potenze militariste e belliciste. L’intero apparato statale si dissolse, dopo l’abisso delle leggi razziali, la dittatura, il dichiarare guerra agli altri paesi in un folle delirio: tutto questo ha portato alla sconfitta e all’incapacità di reggere la reazione dei tedeschi. Qui però ebbe inizio un’altra storia di rinascita e di riscatto, che riscattò l’Italia e rese possibile il miracolo di un paese che dopo errori imperdonabili prese un cammino di democrazia e di progresso“. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 settembre.

“Qui ci fu l’immediata reazione, quindi dobbiamo una riconoscenza che non può essere sottovalutata a chi ha fatto questa scelta, con coraggio- ha spiegato Gualtieri- Potevano stare a guardare, in attesa degli angloamericani. Ma così l’Italia non avrebbe avuto la forza politica di ripartire, scegliere la Repubblica. Questo moto popolare con le donne, con i tanti militari che riorganizzarono i battaglioni al servizio dell’Italia ha riconquistato dal basso la dignità e onore“.

Il primo cittadino della Capitale ha sottolineato come furono “gli italiani a riscattare il Paese. Poi è stata fatta la scelta dell’unità, dopo tante differenze e diffidenze tra i partiti, una unità popolare, nazionale e democratica. ‘Le differenze ora le risolveremo col metro della democrazia e la guerra la faremo ai nazisti e ai fascisti’. Qui si fece la storia di Roma, d’Italia e del mondo. Per questo dobbiamo riconoscere la grandezza di quel momento e gli eroi del movimento partigiano”.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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