Intervista in esclusiva per Corriere Nazionale alla cantautrice Celia per il singolo “Chissà se ci sarai”

Interviste & Opinioni

Di

Celia, cantautrice e psicologa, unisce la profondità delle emozioni alla leggerezza dell’ironia, riflettendo il suo nome d’arte che fonde queste due anime. Nelle sue canzoni porta un bagaglio di esperienze e sensibilità che emergono anche nel suo nuovo singolo “Chissà se ci sarai”. Attraverso la musica, Celia esplora temi come la maternità e il sentirsi a casa, offrendo un messaggio di introspezione e cura. Una voce unica nel panorama musicale italiano, dedicata a un pubblico alla ricerca di autenticità e profondità. 

Benvenuta Celia, partiamo subito chiedendoti che significato ha il tuo nome d’arte. Ci racconti com’è nato?

Innanzitutto si tratta di un nome del mondo ispanico che mi ha folgorato la prima volta che l’ho sentito, quando vivevo a Barcellona anni fa. SI legge con la S, selia. Però poi si prestava anche perché nelle mie canzoni c’è molta ironia, leggerezza e questo mi rimandava alla “celia” con la C, che in italiano “arcaico” significa “scherzo”, quindi ho pensato fosse davvero il nome perfetto. In me si mescolano profondità e ironia, ci sono sempre più piani di significato nei testi e nei contenuti e quindi un nome con “molteplici piani” e un gioco di parole era veramente azzeccato.

Quali sono i tuoi ricordi più cari legati alla musica? C’è un momento in particolare che ha segnato la tua decisione di diventare cantautrice?

Il ricordo della musica come CURA, quando la ascolti soprattutto. In particolare da adolescente quando hai dentro un turbine di emozioni e la musica ti aiuta a scioglierle, a capirle, a crescere.

Le canzoni che ho scritto, allo stesso modo, sono nate per curare e comprendere esperienze che stavo vivendo. La scelta di darle alla luce per il grande pubblico è stata il frutto di un lavoro di crescita personale (in quanto psicologa ho partecipato a molti processi di sviluppo interiore) che mi ha dato il coraggio di condividerle.

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato come cantautrice finora?

Forse… l’età? È inutile dire che in questa cultura “giovanilista” affacciarsi sulla scena cantautoriale già adulti può essere uno svantaggio. Ho la sensazione che sia un parametro penalizzante in alcuni festival. È una visione miope, in un paese che invecchia, in cui i giovani saranno sempre meno, è importante costruire una nicchia di musica per adulti, con contenuti che risuonino con persone over 30.

Parlaci di “Chissà se ci sarai”, il tuo nuovo singolo.

È una canzone che è nata in un momento triste, di smarrimento, in cui mi chiedevo che direzione prendere e se le cose che avevo sempre immaginato per la mia vita sarebbero accadute. La maternità è una di quelle esperienze che da bambina ti immagini farai… e poi arriva un momento in cui ti chiedi “Chissà se succederà?” che è anche un “Chissà se davvero lo voglio?”. Ci sono tante donne che tentano ad avere figli e non riescono e questa canzone arriva loro con molta forza, è una emozione per me. Questa canzone però è anche un dialogo con la vita: “chissà in che direzione mi porterai…chissà se troverò  mai un posto dove sentirmi a casa.” Spesso si fa famiglia anche per creare questa sensazione di “casa” e non è detto che sia sempre la risposta giusta. Ora che mi sento più a casa, dentro di me, e anche in alcuni contesti speciali che porto nel cuore, ascolto Chissà se ci sarai con molta dolcezza.

Nella tua immagine c’è un colore predominante che è il rosa. Perché?

È una bella domanda, molto più profonda di quello che può sembrare. È un colore che da piccola odiavo, ero tutta dinamismo e intelletto, e le “bambine rosa” mi sembravano sciocche e frivole.  Mi ci sono invece riavvicinata negli ultimi anni. Rappresenta l’intimità, la vulnerabilità, rimanda a sentimenti e emozioni delicate. Dobbiamo iniziare a vederle e ad averne cura, dentro di noi e negli altri. E questa canzone era perfetta per dare spazio al rosa, che è anche la delicatezza dell’infanzia e della pelle di un bambino.

In questo momento storico dello scenario musicale italiano, pare che il panorama mainstream sia governato dal rap e tutti i suoi derivati. Cosa pensi della musica italiana oggi?

Da adolescente ascoltavo il rap! Mi dava carica, coraggio, forza. È importante, per i giovani.

Come dicevo però non ci sono solo giovani e ce ne saranno sempre meno. Gli adulti finiscono per continuare ad ascoltare i pezzi di una vita perché non si trovano rispecchiati nella musica mainstream di ora. Solo un adulto, che ha fatto certe esperienze, ne può cantare e bisogna dargli spazio. Sarebbe saggio per il mercato musicale iniziare a occuparsi degli adulti, con una visione un po’ strategica sul futuro. Per il resto, vedo la ricerca dell’ascolto facile e contenuti che non sempre sanno andare un p’o’ più nel profondo, ma questo mi sembra abbastanza ovvio ed evidente. Mi preoccupa un po’ pensare che un giorno i “Grandi” non ci saranno più e non ci saranno alternative che ascoltare la “vecchia” musica.

Se potessi collaborare con qualsiasi artista, chi sceglieresti e perché?

Vorrei scrivere con Niccolò Fabi un pezzo intimo e riflessivo, come sono tante sue canzoni, ma dandogli una chiave e una sensibilità femminile.

La delicatezza femminile ha sempre meno spazio, in un contesto in cui siamo ancora costrette a dover mostrare la nostra forza, per difenderci e farci valere.

Immagina di essere davanti a un enorme jukebox in cui puoi trovare tutti i brani che vuoi. Puoi però sceglierne solo tre, quali canzoni sceglieresti?

Domanda difficilissima.

Se devo pensare a 3 canzoni a cui non potrei rinunciare perché ti tolgono tutta la musica al mondo… direi:
– Qualcosa che non c’è di Elisa

– Sempre e per sempre di De Gregori

– El destino di Amparanoia.

La mia scelta è legata al fatto che le canzoni ti risvegliano delle emozioni e ti danno degli incoraggiamenti e di questi 3 avrei sempre bisogno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube