Mercato del Bari: L’ennesimo capolavoro di mediocrità? O la principessa bacerà il ranocchio?

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È finito il calciomercato, e con esso si chiude anche il capitolo delle speranze (o illusioni?) di una tifoseria che, ancora una volta, si trova a fare i conti con la dura realtà con un mercato che non ha fatto impazzire nessuno se non per una questione numerica (ben 16, infatti, i giocatori acquisiti, più il rinnovo di Sibilli). Dopo settimane di attesa, tra promesse sussurrate e sogni di grandezza, il Bari si ritrova con un pacchetto di giocatori che, a prima vista, non sembra esattamente all’altezza delle ambizioni dichiarate. Oltre ad un bel gruzzolo di euro dopo le vendite di Ricci, Morachioli e Zuzek, euro coi quali si poteva quantomeno provare a prendere un giocatore dal costo “poderoso”, così, giusto per “aggredire il mercato” una volta tanto. Del resto, come si dice: semel in anno licet insanire.
Partiamo da un presupposto: l’allenatore Moreno Longo non è certo venuto a Bari per lottare per una salvezza stiracchiata, come quella dello scorso anno. Lui ha chiesto espressamente giocatori di esperienza, elementi di caratura in grado di dare subito una marcia in più alla squadra. E cosa ha ottenuto? Una rosa che, guardando i curriculum dei nuovi arrivati, sembra più un’armata Brancaleone che un team destinato a lottare per traguardi importanti.

Il cast di presunta mediocrità
Simic, ad esempio, arriva dall’Ascoli, una squadra retrocessa e che certo non ha brillato. Quindi in prestito al Maccabi Haifa, in un campionato israeliano che non fa certo tremare i polsi. Il sospetto che sia un acquisto di transizione, più che un rinforzo vero, è difficile da scacciare.
E poi c’è Lella, un figliuol prodigo di ritorno, ma che di prodigioso ha ben poco. Contributo alle promozioni di Venezia e Cagliari? Certo, ma per lo più da subentrato e con una media presenze piuttosto risicata. Favilli, dal canto suo, è un attaccante che segna un gol ogni cinque partite – non esattamente un bomber da cui ci si aspetta di trainare la squadra. E poi i fantasmi degli infortuni, che sembrano accompagnarlo ovunque vada, fanno pensare a un clone di Ceter: speriamo di sbagliarci, ma i segnali non sono incoraggianti.
Novakovich dal retrocesso Lecco, Manzari che ha giocato poco nelle ultime stagioni, Lasagna che cerca disperatamente di uscire da due anni di anonimato… la lista continua, e ogni nome aggiunto sembra più una pietra di peso che un tassello per costruire una squadra solida.

E i giovani? Bella sorpresa o solito prestito a perdere?
E come potevano mancare i giovani promesse in prestito secco dal Napoli? Coli Saco e Obaretin sono i soliti innesti destinati a fare un po’ di esperienza, senza che il Bari possa realmente contare su di loro a lungo termine. Oliveri e Favasuli, giovanotti che forse hanno impressionato in qualche partita, ma la continuità di rendimento è tutt’altro che garantita.
Tripaldelli, proveniente dalla C, e Mantovani, altro acquisto dall’Ascoli retrocesso, completano il quadro con Radunovic, un portiere messo da parte dal Cagliari dopo prestazioni tutt’altro che brillanti. Insomma, il futuro non sembra roseo, a meno che Longo non abbia in serbo qualche magia.

Falletti, la scintilla di speranza?
L’unico nome che potrebbe, con molte riserve, accendere un po’ di entusiasmo è Falletti. Un giocatore di esperienza, certo, ma anche lui non più giovanissimo e con prestazioni altalenanti alle spalle. La sua miglior stagione? In Serie C con la Ternana. In Serie B, invece, non ha mai brillato, e questo lascia più di un dubbio sulla sua reale capacità di fare la differenza in un campionato competitivo come quello cadetto.

Bari, figlio di un dio minore?
E poi c’è il capitolo più amaro di tutti: la questione economica. Mentre la Filmauro spende milioni su milioni per potenziare il Napoli, il Bari sembra essere la Cenerentola della famiglia De Laurentiis. Nemmeno un milione speso per un singolo giocatore, mentre Partipilo, che voleva venire a Bari, è finito al Frosinone per mancanza di una proposta congrua da parte dei biancorossi. Una beffa su tutta la linea, che fa male ai tifosi e lascia una sensazione di amarezza difficile da scacciare.
Il San Nicola è una miniera d’oro ancora da scavare, ma pare che nessuno voglia davvero mettersi al lavoro. Si preferisce galleggiare, tenendo a bada le ambizioni dei tifosi con qualche promessa e tanti rimpianti.

Ora la parola al campo
Tutto ciò detto, la palla passa al campo. Speriamo di sbagliarci, di essere smentiti dai fatti, di vedere una squadra che, contro ogni pronostico, sorprenda tutti. La storia è fatta anche di sorprese, e chissà che Moreno Longo non riesca a trasformare il ranocchio in principe (per dirla alla Grimm) capace di lottare davvero. Ma fino a quel momento, è difficile non guardare al mercato del Bari con una buona dose di perplessità, ironia e, sì, anche un pizzico di sarcasmo.
Questa sera contro la Sampdoria, il primo banco di prova: che almeno lì si cominci a smuovere la classifica, perché di rimanere fermi al palo, i tifosi baresi, sono francamente stufi.

Massimo Longo

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