Finanza Comportamentale

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di Gian Luca Gori

Firenze, 14 Febbraio 2021

Allora, … brevemente, … un evento importante della mia storia professionale.

Potrebbe essere di interesse, per chi ci legge, il capire il perché ed il per come e quando ho iniziato a occuparmi di una determinata materia, … che è la finanza comportamentale.

Fra le tante attività che ho esercitato nel corso degli anni, … in quanto ne ho fatte più di una ovviamente, c’è stata anche quella, e c’è tutt’ora, del’ trading.

Mi sono laureato nel 1993 in economia e commercio ed ho iniziato subito ad occuparmi dell’azienda di famiglia, ma nello stesso tempo, oltre all’azienda di famiglia che produceva vino Chianti Classico dove mio padre mi ha inserito, o per meglio dire mi ha voluto immediatamente dentro subito dopo la laurea, ho avuto modo e tempo di occuparmi anche delle cose che mi piacevano di più.

Diciamo che occuparmi di immobili e di terreni era una questione familiare e quindi non potevo non assolvere a questi compiti e credo di essermene occupato con profitto, in quanto, ribadisco, non è stato facile portare avanti la produzione di vino, di olio e poi, dopo il 1995, anche l’attività agrituristica durante i mesi da maggio ad ottobre, … i fine settimana impegnati, i turisti, il campo da tennis, la piscina, la contabilità, il bilancio, la vendita diretta, la vendita a clienti esterni, sia dell’uva sia del vino sfuso sia del vino imbottigliato, … ma  la mia vera passione era quella di mercati finanziari e non potevo assolutamente lasciarla.

La mia vita era praticamente divisa in tre, da una parte c’era l’azienda, dall’altra c’era la borsa e poi c’era La nascente famiglia, perché nel 1994 mi sono sposato e quindi la mia storia, come adulto, comincia così, occupandomi di tre settori, … la famiglia sembrerebbe un fatto scontato, ma in realtà è importante anche quella, in quanto non tutti ce l’hanno e bisogna portarla avanti, … in un modo o nell’altro.

Oggi mi ritrovo due figlie maggiorenni, … e tutto iniziò dopo la laurea.

Ho in qualche modo onorato i miei impegni familiari, i miei impegni immobiliari a Firenze ed i miei impegni in azienda, … ma ho lasciato sempre spazio, due/tre giorni a settimana ai mercati finanziari, … alla mia passione.

Iniziai l’attività di promotore finanziario nel ’93, sostenendo l’esame di abilitazione ed iscrivendomi all’albo e ho iniziato ad occuparmi della raccolta presso i clienti, … ma vedevo che ero naturalmente portato alla consulenza invece che alla vendita di prodotti finanziari e quindi, … piano piano, … ho abbandonato l’attività di promotore finanziario per dedicarmi alla finanza “per conto proprio”.

Ho preso “il toro per le corna”, come si suol dire in gergo e qui inizia la mia attività di trading sui mercati finanziari, … prima, ovviamente, con degli strumenti rudimentali e poi, verso il ’98, ’99, 2000, insieme ad altri colleghi ed amici, con il fine di sviluppare dei veri e propri sistemi di trading.

A quei tempi non esisteva la possibilità di automatizzare i sistemi di trading e quindi bisognava, per forza, stare davanti al video, magari in turnazione con gli altri miei colleghi, … operavamo sul Fib, … il future sull’indice borsistico italiano, … una brutta gatta da pelare direi, … un contratto fastidioso un po’ schizofrenico ed altamente volatile e quindi non facile da addomesticare.

Durante quel periodo ho iniziato a comprendere determinate cose, … prima fra tutte, che l’uomo non è una macchina, …

L’uomo ha dei sentimenti, … l’uomo ha dei valori che vanno al di là del puro ragionamento algoritmico, … ovvero, al di là della propria corteccia cerebrale e l’attività di trading investe tutto il suo corpo, …  non andiamo a correre, non andiamo in bicicletta, non andiamo a scalare le montagne, … però la tensione e le emozioni derivanti dalla compravendita dei titoli investono tutto il suo corpo ed in particolar modo, dal punto di vista psicologico, vanno ad influenzare il cervello, il suo stomaco, il suo fegato ed il suo intestino. In buona sostanza, mi sono accorto subito che eravamo contenti, ma sempre molto vigili, mai entusiasti. Contenti quando incevamo ed abbattuti quando perdevamo del denaro.

Se le operazioni non andavano bene, si generavano delle ripercussioni sulla nostra psiche e sul proprio stomaco e questo mi ha portato a pensare sul “perché” sul “per come” un uomo abbia determinate sensazioni.

L’uomo non è perfettamente razionale, come ci vogliono far credere nei libri di economia: l’homo oeconomicus razionale non è assolutamente vero, … non è assolutamente così, … nel modo più assoluto. L’uomo è un essere umano e non una macchina e non lavora e non si comporta in modo perfettamente razionale, bensì in modo quasi-razionale: è guidato dalla paura di perdere e dalla avidità di guadagno.

I due grandi sentimenti che guidano il suo agire dal punto di vista economico: piccole gioie quando si vince e grandi dolori quando si perde.

Per fortuna, le mie vittorie non sono mai state inferiori alle vincite e quindi, praticamente, non ci ho mai rimesso l’osso del collo, come purtroppo è capitato ad altre persone. Ho iniziato a comprendere su me stesso il perché ed il per come ci fossero queste reazioni e se potessero essere, in qualche modo, disciplinate, … ed allora ho iniziato ad occuparmi della finanza comportamentale, ovvero della scienza che studia il modo in cui l’uomo, l’essere umano, approccia al fenomeno monetario.

Sono state proprio quelle operazioni e quei momenti a farmi capire che bisognava approfondire lo studio di questa materia, perché lì c’era il nocciolo della questione.

Come ci comportiamo nei confronti del denaro: siamo asettici, siamo antitetici, è qualcosa che amiamo o qualcosa che odiamo.

Personalmente, non ho avuto modo di essere allievo dei due grandi maestri esistenti oggi in questo paese, ovvero i due professori capostipiti dello studio della finanza comportamentale: il Professor Paolo Legrenzi a Venezia e il Professor Matteo Motterlini a Milano. Ho letto i libri di entrambi, quasi tutti i libri scritti da entrambi, non solo quelli, ovviamente, ma anche quelli di altri autori. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Paolo Legrenzi e non ho avuto la possibilità di conoscere personalmente Matteo Motterlini. Poco importa, … in ogni caso, mi considero un autodidatta da questo punto di vista, cioè una persona che ha approcciato questa materia da se’, … e poi, solo in un secondo momento, si è confrontato con i sacri testi scritti da queste due persone e da altri, e poi, chiaramente, ha tratto da essi una propria visione della finanza comportamentale e si è, in qualche modo, ricavato un proprio spazio all’interno dell’ ambito formativo, poiché questa materia mi ha portato a fare formazione in tal senso e mi è capitato più di una volta, sia all’Università di Firenze sia all’Università di Siena, dove ho fatto per cinque anni l’assistente volontario, o comunque il cultore della materia, anche se non direttamente in finanza comportamentale.

Ho avuto modo di spiegare la mia visione della finanza comportamentale o quanto da me studiato fino ad allora e poi dopo sono stato invitato a fare delle lectio magistralis alla scuola di scienze politiche di Firenze. Quindi, ho avuto modo anche di parlare in pubblico e di interagire con le persone che mi stavano ascoltando.

Se non si riesce veramente a capire come approcciare al “dio denaro”, … chiamiamolo così, … diventa sempre tutto un problema nella vita. Che cos’è il denaro, come ci comportiamo con il denaro, perché ci dà gioia e dolore e ripercussioni sul nostro fisico e sulla nostra psiche. La domanda è sempre la stessa, … è possibile migliorare questo rapporto? E’ possibile, in qualche modo, indirizzare le nostre energie a far sì che il denaro si incanali verso la direzione da noi voluta, al di là di quelle possono essere le tecniche, gli strumenti e l’esperienza vissuta?

L’essere umano in se’ non ha le qualità e le caratteristiche per trattare razionalmente il denaro, … e qui sono emerse tutta una serie di questioni importanti, che mi hanno portato a pensare fondamentalmente che l’uomo non è una macchina e se vuole fare trading sui mercati, deve nel modo più assoluto utilizzare dei sistemi automatici da lui creati, non discrezionali, dei sistemi che viaggino da sé, perché altrimenti la psiche e lo stomaco influirebbero negativamente sulle performance.

Creare una “macchina” autonoma, che lavori sul mercato, … questa è la prima lezione  importante che ho imparato. Questo mi ha portato ovviamente a gestire il rischio ed a gestire la salute della mia persona. Poi sono arrivato anche ad altre conclusioni e la prima fra tutte appunto, mi ripeto ancora, è il discorso della non razionalità dell’essere umano, … l’umano non è irrazionale, … è poco razionale, o quantomeno, non è perfettamente razionale.

Diciamo che l’agente economico tende ad effettuare ed a porre in essere delle azioni non perfettamente razionali, cioè a dire non perfettamente idonee ed in linea con quelli che sono i dettami dell’economia scritta sui libri, ovvero l’homo economicus.

L’uomo che opera le sue scelte in modo razionale non esiste se non in determinati e ristretti ambiti di lavoro. La maggior parte delle volte l’uomo tende ad utilizzare delle scorciatoie mentali che vengono chiamate euristiche e che portano veramente a fargli prendere delle decisioni che non sono perfettamente razionali, … questo è L’aspetto fondamentale, … questo è il messaggio che vorrei portare a chi mi legge.

Le persone che mi hanno ascoltato durante le mie poche lezioni hanno mostrato interesse. Le ho fatte con gioia e devo dire la verità, … sono rimasto molto colpito dell’interesse da parte del pubblico per questa materia, perché va a scavare sul nostro aspetto più intimo, che è il nostro rapporto con il denaro. Ognuno ha il suo, ma bisogna iniziare a capire perché ci comportiamo in maniera non perfettamente razionale e se esistono delle possibilità per rimediare a questa attività non perfettamente razionale.

Non riusciremo mai ad essere perfettamente razionali come vuole la teoria economica, ma in qualche modo ci possiamo avvicinare o comunque possiamo iniziare a capire il perché di determinate azioni ed eventualmente, in talune situazioni, porre rimedio per essere un po’ più razionali di quanto non lo saremmo se non avessimo studiato la questione.

Possiamo sostanzialmente dire che la finanza comportamentale va ad avvolgere ogni nostra azione economica e va ad interessarsi di ogni particolare ambientazione o comunque settore della nostra vita, perché in ogni aspetto della nostra vita abbiamo a che fare con il denaro e quindi perché ci comportiamo in un determinato modo, anche quando facciamo la spesa o quando compriamo un regalo alla nostra amata, oppure quando dobbiamo dare dei soldi in beneficenza, oppure quando dobbiamo prendere una decisione su un mutuo, oppure quando dobbiamo in qualche maniera dover dirimere una questione che dispone di questioni economiche e patrimoniali.

Come gestire le nostre emozioni anche se non totalmente, come ridurre al minimo i difetti e praticamente le influenze negative di tali decisioni?

Possiamo tranquillamente dire che la finanza comportamentale è una materia valida per tutti, dall’adolescenza fino alla vecchiaia, dal momento in cui prendiamo in mano un pezzo da €5 da €10 da €20 ed andiamo a spenderlo, … da quel momento in poi noi saremo in qualche modo influenzati dal nostro rapporto con il denaro e quindi in ogni settore della vita e del Lavoro avremo a che fare con questi due sentimenti: l’avidità di guadagno e la paura di perdere.

Alcune persone appunto amano giocare ai cavalli, amano giocare a carte, amano scommettere e persone non lo faranno mai. Ciò che li distingue è l’approccio al denaro.

Parlami di denaro e … ti dirò chi sei, …

Qualunque sia la tua attività, qualunque sia la tua situazione, qualunque sia la tua posizione sociale, qualunque sia la tua disponibilità, … avrai interesse ad approfondire questa materia.

Nosce te ipsum, … conosci te stesso, …

La finanza comportamentale è un viaggio all’interno di noi stessi perché il denaro è sempre presente in ogni ambito della nostra vita ed è per questo che è utile studiare il nostro approccio mentale e psicologico a tale benedetto o maledetto strumento, o come dir si voglia, a seconda di quelle che sono le esperienze della nostra vita.

Vi ringrazio per avermi letto e attendo, sicuramente, vostri commenti e vostre deduzioni ed eventualmente anche il vostro interesse ad approfondire. Sono a disposizione. Vi ringrazio e vi auguro una splendida serata.

foto tratta da Linkedin

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