Una diversa opinione

Economia & Finanza

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Le valutazioni dell’Economist, per il 44% in mano ai nostri  ex-concittadini Agnelli Elkann e il 27% in mano ai  Rothschild , sicuramente non risentono  degli “ schiaffoni” assestati dal Ministro Urso per il disimpegno di Stellantis in Italia.  La produzione di autovetture nei primi sei mesi del 2024 ha segnato un tonfo del 35,9%, pari, a 186.510.

 Riteniamo che la  valutazione della attività del Governo vada fatta considerando non solo le luci , ma anche le ombre.

Preliminarmente va notato , che la variabile madre di molti problemi italiani è il debito pubblico. Dall’insediamento del Governo a oggi è cresciuto di 133 miliardi di euro. In termini assoluti e , valutato al 30 giugno il debito pubblico complessivo è pari a 2945 miliardi di euro e , il limite 2024 fissato nel DEF è pari a 2981 miliardi.

Dalle indagini campionarie  del Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes risulta che per far quadrare i conti, gli italiani sono costretti a chiedere aiuto alla famiglia di origine (32,1%), oppure a ricorrere all’acquisto a rate (42,7%). Quasi tre italiani su 10 (il 28,3%) rinunciano anche a cure, interventi dentistici o controlli medici. Bollette, affitto e rate del mutuo continuano ad essere la causa principale che fa perdere il sonno alla maggior parte delle famiglie italiane.

Un dato allarmante è che quasi tre italiani su dieci rinunciano alle cure mediche per bilanciare i conti . Presentato a Roma il 21° Rapporto Ospedali&Salute promosso da Aiop con il Censis.

 Tasse, tasse, fortissimamente tasse. L’argomento in Italia da sempre divide: fa arrabbiare chi le paga e sorridere chi le evade. I contribuenti con redditi superiori a 35 mila euro sono il 13,94% del totale e , versano il 62,52% delle imposte sulle persone fisiche.

Si tratta di cinque milioni di persone su 60 totali di abitanti in Italia , mentre un italiano su due non dichiara redditi. Proprio così.

 È quanto emerge da uno studio di Itinerari previdenziali che sottolinea come il 47% degli italiani (compresi i bambini) non versi appunto imposte sulle persone fisiche.  IL totale dei redditi prodotti nel 2021 e dichiarati nel 2022 ai fini Irpef è ammontato a 894,162 miliardi, per un gettito generato di 175,17 miliardi (157 per l’Irpef ordinaria; 12,83 per l’addizionale regionale e 5,35 per l’addizionale comunale), in crescita rispetto ai 164,36 miliardi dell’anno precedente , se le cose stanno così è anche troppo poco avere un debito di quasi 3.000 miliardi di euro visto che il pil è trainato di fatto da solo cinque milioni di persone. Davvero tutti poveri gli altri?

Nel 2021 il valore dell’economia non osservata ha raggiunto secondo l’Istat la cifra di 192 miliardi di euro. L’economia sommersa si attesta a poco meno di 174 miliardi di euro, mentre le attività illegali superano i 18 miliardi.

Rispetto al 2020, il valore dell’economia non osservata è  aumentato di 17,4 miliardi, ma la sua incidenza sul Pil resta invariata (10,5%). Moltissimi anche i lavoratori irregolari, che sono 2 milioni 990mila, con un aumento di circa 73mila unità rispetto al 2020.

Sarebbe questa  una rivoluzione se il Governo in carica considerata , l’economia   irregolare ,la facesse diventare pil regolare e , se da questa provenisse anche una bella fetta di tasse e contributi non pagate: l’Italia sarebbe molto più al sicuro.

Esistono poi due emergenze : giovani e malati anziani cronici non autosufficienti.

I numeri di questa emergenza sono lì a dimostrarlo.

 I giovani italiani tra i 18 e i 34 anni sono 10 milioni e 200 mila, in 20 anni sono diminuiti del 23,2%, ovvero oltre 3 milioni di unità. Inoltre l’Italia è il Paese Ue con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (17,5%, la media Ue è del 19,6%).

 Noi confutiamo anche i risultati conseguiti sulla questione occupazionale.

In Italia  l’occupazione intesa come crescita del numero degli occupati ha mostrato una dinamica positiva, ciò è dovuto soprattutto all’aumento dei lavoratori con 50 anni e più. Nel 2022 i Neet (giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano) erano 1,67 milioni, ovvero quasi uno su cinque (19%). Un dato che aggrava la carenza di ragazzi da avviare al lavoro.

L’occupazione valutata considerando chi lavora una settimana , un mese , più mesi , restituisce una realtà a nostro giudizio parziale. .

IL modo OBIETTIVO per conoscere la reale occupazione è quello di considerate non il numero di occupati , in un dato momento ma le Unità di Lavoro Annue (ULA)  e il PIL.  Le ULA a tempo pieno si calcolano , dividendo il totale delle ore lavorate previste dal contratto collettivo specifico ( muratori , falegnami, etc) . Un occupato che lavora da gennaio al 31 dicembre è conteggiato per UNA UNITA LAVORATIVA , uno part time viene conteggiato se per esempio lavora tre mesi per 0,25 UNITA LAVORARIVA (ULA). Questo modo di conteggiare gli occupati consente di tenere conto dei vai tipi di lavoro atipico e obiettivamente consente di valutare l’incidenza reale delle politiche del lavoro.

Lo stesso non avviene considerando il numero degli occupati.  Se poniamo uguale a 100 il numero delle ULA e PIL nel 2007 , e tracciamo tre curve di colore diverso : Blu  per il PIL ,Celeste per gli OCCUPATI e Rossa per le Unità di Lavoro otteniamo il grafico sotto riportato .

Rispetto alla crisi del 2008 oggi ci sono 222.000 ULA in più ,  ma i lavoratori indipendenti sono diminuiti di 700 mila unità.

I dipendenti rappresentano il 72% del totale e rappresentano l’89%  degli occupati .

 La maggioranza degli occupati è nei servizi (73%). Nel settore costruzioni + 377 mila , stabile l’industria mentre perde occupazione l’agricoltura , meno 69 mila .

Curva celeste , considerando l’estremità riferita a giugno 2024 , di poco sopra 100 riferita a scoppio crisi 2007 e valori 2008. IL PIL è ancora sotto 100 e quindi non si è recuperato ancora il PIL 2007 ultimo anno prima della crisi e gli ULA ( Unita di Lavoro Annue) sono sotto 100 a 89 che equivale ad affermare la non ancora superata crisi del 2008.

Denunciamo  inoltre la legge delega 33/2023 , che riguarda le persone anziane non autosufficienti sia una iniquità immensa , indegna di un paese civile.

Anziani malati non autosufficienti saranno non più in carico al Servizio Sanitario Nazionale ma a uno specifico Sistema Nazionale Anziani non Autosufficienti e , in tal modo le malattie croniche non saranno trattate come un problema sanitario ma come un problema di assistenza sociale,  quindi dipendenti dalle risorse e politiche regionali e negando in questo modo il diritto alla salute come diritto fondamentale e costituzionalmente protetto.

Eliminare questa evidente discriminazione dei malati non autosufficienti rispetto agli altri malati. Una ultima considerazione riguarda la  manovra per il 2025  ,che serve a uscire dalla procedura d’infrazione e a rispettare le nuove regole del Patto di stabilità.

Legge di bilancio che obbliga  a tenere  conto della procedura e delle nuove regole, e redigendo un Piano a lungo termine  da  presentare a Bruxelles.

Piano che deve contenere le proiezioni sulle spese, le entrate, il deficit , il Pil  l’inflazione,   riforme e investimenti, per garantire la sostenibilità del debito pubblico.

Un Piano che il Governo chiederà di realizzare in 7 anni come tempo massimo consentito  dal  Patto di stabilità. Siamo sotto procedura di infrazione ,per lo sforamento del deficit del 3% e per raggiungere questo obiettivo bisogna ridurre il disavanzo strutturale (ossia il deficit aggiustato per gli effetti del ciclo economico) di almeno lo 0,5% del Pil all’anno.

 Usciti dalla procedura di infrazione bisogna ridurre il rapporto debito/PIL ,riducendo il disavanzo strutturale all’1,5% del PIL.

Sette anni di tempo, per  realizzare riforme e investimenti ,ritenuti rilevanti.

Secondo il regolamento europeo sono rilevanti quelli che “migliorano la resilienza e il potenziale di crescita, aiutano la sostenibilità dei conti pubblici e sono in linea con le priorità della Ue, quali transizione equa, verde e digitale, sicurezza energetica,

resilienza sociale ed economica e difesa”.

IL 2026 è dietro l’angolo e sarà possibile verificare le transizioni annunciate.

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