L’essenza del silenzio: viaggio poetico nell’anima con Giuseppe Minniti

Arte, Cultura & Società

Di

“L’anima dell’ARPA sulle corde del SILENZIO” (Adhoc Edizioni) è una raccolta poetica dello scrittore calabrese Giuseppe Minniti, originario di Limpidi, un piccolo borgo delle Preserre in provincia di Vibo Valentia, che esplora con delicatezza e profondità i temi della solitudine, della riflessione interiore e dell’esile bellezza del mondo che ci circonda.

Attraverso un linguaggio evocativo e un uso sapiente delle immagini, Minniti riesce a trasportare il lettore in un viaggio emotivo che si snoda tra i silenzi dell’anima e le vibrazioni più intime dell’esistenza. La raccolta esplora i temi della fragilità umana, e della ricerca interiore, ma è anche un invito a contemplare il silenzio come strumento di conoscenza e di introspezione.

Il titolo dell’antologia suggerisce immediatamente il dualismo tra suono e pace, tra ciò che è espresso e il non detto. L’arpa, con le sue corde tese, rappresenta l’equilibrio delicato tra la melodia e il vuoto, tra ciò che viene interiorizzato e ciò che rimane inesplorato nei recessi dell’anima. È in questo spazio di tensione e di quiete che le poesie di Minniti trovano la loro voce, spesso sussurrata, sempre profonda.

Mentre le “corde del silenzio” rappresentano l’inquietudine tra la comunicazione e l’ineffabile, tra il bisogno di esprimersi e l’impossibilità di tradurre completamente l’esperienza interiore in parole.

Anche Eugenio Montale, ne “Il silenzio”, esplora la dimensione del non detto, dove il silenzio diventa un mezzo per suggerire la profondità dell’esperienza umana e l’impossibilità di esprimere pienamente la realtà.

In modo simile, la raccolta di poesie di Minniti, pur avendo stile e contenuti specifici, può condividere con Montale l’idea che il silenzio e l’assenza non rappresentino semplicemente una mancanza, ma piuttosto una forma di presenza sottile. In entrambe le opere, il silenzio non è vuoto, ma un luogo in cui si possono percepire e comprendere verità nascoste.

L’opera si sviluppa attraverso un percorso che porta chi legge a confrontarsi con le sfumature più sottili dell’esistenza, ponendolo di fronte alle contraddizioni e alle ambiguità della vita, rivelando significati nascosti e simbolismi, che riflettono la natura stessa dell’animo umano.

Uno degli esempi più eloquenti di questa poetica è la poesia “Il finto cielo sulla casa di cartone”, un’opera che evoca immagini di struggente bellezza e malinconia, ricca di riflessioni sul tema della precarietà e della solitudine, che caratterizzano l’esistenza di chi vive ai margini della società.

Il contrasto tra il “finto cielo” e la “casa di cartone” è uno dei motivi centrali del brano. Il cielo, che rappresenta tradizionalmente l’infinito e il sublime, qui diventa un’illusione, una proiezione su un soffitto effimero, provvisorio, di cartone appunto, un’immagine vulnerabile e transitoria. Questa falsità, questa parvenza di volta celeste, riflette la condizione esistenziale di chi vive in condizioni di estrema povertà, dove tutto è revocabile e nulla è realmente sicuro.

In definitiva, “L’anima dell’ARPA sulle corde del SILENZIO” è un omaggio alla bellezza nascosta nelle piccole cose, nei dettagli apparentemente insignificanti che, però, contengono l’essenza stessa della vita. Minniti ci invita a guardare oltre l’apparenza, a scoprire il valore della semplicità, a riconoscere la dignità e la meraviglia anche nelle situazioni più difficili e nei contesti più marginali; ci invita a considerare il valore del silenzio non solo come assenza di rumore, ma come spazio di riflessione, dove persino le vite più trascurate possono trovare una loro dignità e condurci a un’altra dimensione di pensiero, a un altro “cielo”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube