La BBC intervista Procaccini

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di Vincenzo Caccioppoli

Due giorni fa un giornalista della BBC ha intervistato a tutto campo il copresidente dell’ECR Nicola Procaccini, per il più importante programma di approfondimento della televisione britannica Hard talk.

Il giornalista Stephen Sackur, noto anchor man della BBC è venuto a Roma per fare una intervista con Procaccini, neoletto al Parlamento europeo con oltre 90.000 preferenze, sulla destra al governo del paese e su quella che sarà la politica italiana nei prossimi mesi. Si tratta dell’ennesimo caso in cui un grande organi di stampa si occupa di Italia e del partito della premier, che evidentemente attira l’attenzione dei grandi media internazionali, come pochissime altre volte accaduto in passato, alla faccia delle accuse di isolamento internazionale che vengono indirizzate alla premier da parte della sinistra. Il giornalista inglese ha spiegato come la Meloni abbia condannato chi, come i giovani finiti nel mirino dell’inchiesta di fan page di qualche settimana fa, ancora si lascia andare a manifestazioni di nostalgia verso il periodo fascista.

Procaccini ha confermato come questi gesti siano solo una forma di ribellione contro il sistema fatti da chi probabilmente non conosce nemmeno cos’è e cosa ha significato il fascismo per questo paese. «Lo fanno anche negli stadi, ma non sanno niente del fascismo, vogliono andare contro il sistema». Di fronte alle domande del giornalista inglese Stephen Sackur, che ha citato l’inchiesta di Fanpage in cui si mostrano membri giovani del partito fare saluti fascisti e inneggiare a Mussolini, Procaccini ha spostato l’attenzione sui metodi giornalistici utilizzati, definendoli «scorretti»,  facendo da eco alla premier Giorgia Meloni che aveva parlato di «metodi da regime».

A proposito della premier, Procaccini l’ha definita «pragmatica, forse perché le donne lo sono più degli uomini», e la «persona giusta al momento giusto per guidare l’Italia». La questione poi si è inevitabilmente spostata sulla questione della migrazione irregolare. Il giornalista britannico ha chiesto conto all’eurodeputato della Meloni del programma dei blocchi navali che la leader di Fdi propugnava in campagna elettorale a cui Procaccini ha ribadendo come non si trattasse di blocchi navali veri e propri ( che sarebbero assai complicati da mettere in opera) ma di operazioni navali per contrastare quella che è una vera e propria piaga per l’Europa, e cioè il traffico di esseri umani. L’esponente meloniano poi ha fatto notare al suo interlocutore come in questo anno ci sia stata una riduzione del 60% di sbarchi di migranti sulle coste italiane rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’attualità di quanto sta accadendo in Germania dimostra come effettivamente la politica inaugurata da Giorgia Meloni sia l’unica percorribile per fermare una immigrazione incontrollata e pericolosa. Nell’intervista il discorso è poi passato alla situazione degli aiuti all’Ucraina, dove il nostro paese e la premier hanno sempre mantenuto una posizione assai ferma di condanna senza se e senza ma all’invasione russa e di sostegno all’Ucraina.

“Meloni è una leader non una follower,” spiegando come nel caso la leader italiana sia in grado di prendere anche decisioni impopolari se utili per il paese. Infine, un accenno alle regole stringenti di bilancio a cui il nostro paese dovrà sottoporsi nei prossimi anni. Procaccini ha affermato che il nostro paese gode di una situazione economica tra le più rosee dell’intera unione, e che le regole di bilancio della Ue devono essere accettate, anche se ci vorrebbe a suo parere ( e non solo) maggiore elasticità da parte di Bruxelles soprattutto in un periodo in cui inflazione e tensioni geopolitiche rendono la situazione contingente assai complicata.

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