La battaglia per Kursk

Attualità & Cronaca

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di Raffaele Gaggioli

A due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ora tocca a Mosca dovere difendere i suoi territori dalle forze armate di Kiev. Lo scorso 6 agosto, un numero imprecisato di unità ucraine ha dato inizio ad una controffensiva nell’ oblast (regione russa) di Kursk, cogliendo completamente allo sprovvisto Putin e i suoi generali.

A causa della censura russa e della propaganda militare ucraina, è difficile avere un quadro preciso della corrente situazione in Kursk. Secondo le dichiarazioni del governo ucraino, le forze armate di Kiev avrebbero già conquistato più di 1.000 chilometri di territorio russo, e catturato diverse centinaia di soldati nemici.

Sempre secondo Kiev, le truppe ucraine in Kursk avrebbero stabilito il loro quartiere generale nella città russa di Sudzha recentemente conquistata. Se fosse vero, la Russia avrebbe appena perso il principale punto di collegamento tra i suoi giacimenti di gas nella Siberia Occidentale e i mercati europei.

L’evacuazione dei civili russi da Kursk e i dati delle immagini satellitari sembrano confermare quanto detto da Kiev. Il governatore di Kursk ha già fatto evacuare circa 76.000 persone e anche il confinante oblast di Belgorod avrebbe fatto lo stesso, anche se le truppe di Kiev non sono ancora penetrate nel suo territorio.

Allo stesso tempo, i satelliti degli alleati ucraini hanno fotografato le truppe russe, mentre preparavano le trincee e altre difese per arginare il contrattacco di Kiev. Questi preparativi stanno avvenendo però quasi a 50 chilometri di distanza dal confine russo con l’Ucraina, come se Mosca avesse già dato per perso buona parte del Kursk.

Nonostante questi iniziali successi, alcuni osservatori dubitano però che il contrattacco ucraino in territorio russo potrà proseguire ancora per molto. Negli ultimi due giorni sono già stati registrati dei rallentamenti nell’avanzata delle truppe di Kiev, mentre il Cremlino ha rivendicato la riconquista di uno dei villaggi catturati dagli ucraini la settimana scorsa.

Per il Cremlino, bloccare l’avanzata ucraina nel territorio russo è però solo una piccola parte di un problema ben più ampio. Il contrattacco di Kiev non mira tanto a occupare i territori di Mosca, ma piuttosto a sabotare le linee di approvvigionamento delle truppe russe ancora presenti sul suolo ucraino, specialmente nel Donbass.

I treni che trasportano i viveri, le munizioni e le nuove reclute destinate a queste truppe russe passano attraverso Kursk. Più a lungo le forze di Kiev bloccano il passaggio di questi mezzi, più la situazione logistica russa in Donbass diventa difficile.

Inoltre, le nuove posizioni ucraine in territorio russo facilitano gli attacchi aerei di Kiev contro diversi obbiettivi militari. Gli aeroporti militari russi nel Kursk, Voronezh, Savasleyka e Borisoglebsk sono già stati colpiti dai droni a lungo raggio di Kiev.

Tutto questo potrebbe costringere Putin a trasferire parte delle sue truppe dal Donbass a Kursk, nel tentativo di rimuovere gli invasori dalla regione russa il più in fretta possibile. Secondo alcune voci, le guardie di confine russe non sarebbero infatti sufficientemente addestrate, o armate per poter condurre una controffensiva efficace contro le forze ucraine in Kursk.

Kiev starebbe infine cercando di condurre una vera e propria operazione di guerra psicologica contro Mosca. Da un lato, l’Ucraina vuole dimostrare ai suoi concittadini e alla comunità internazionale che le linee del fronte non sono affatto statiche, come sembrava fino alla settimana scorsa.

Dall’altro lato, la controffensiva ucraina aumenta la pressione su Putin. Dopo decenni di propaganda, il presidente russo si è appena dimostrato incapace di difendere i suoi confini, e l’effettiva forza delle sue forze armate è stata ancora una volta messa in discussione.

L’effettiva efficacia della controffensiva ucraina potrà comunque essere misurata solo in base alla reazione russa. Se infatti Putin non richiamerà le sue truppe dal Donbass, o sarà in grado di arginare l’avanzata ucraina nei prossimi giorni, la nuova strategia di Kiev potrebbe rivelarsi un fallimento.

Per ora, non è chiaro cosa intenda fare il Cremlino. I media di stato russi si limitano a definire l’occupazione ucraina di Kursk un attacco terroristico, mentre Putin ha ipocritamente accusato l’Occidente di stare mettendo in pericolo la vita di milioni di innocenti civili russi.

Le forze armate di Mosca sembrano però voler aumentare le pressioni su Kiev attraverso la guerra aerea. Nell’ultima settimana, i bombardamenti russi contro l’Ucraina sono aumentati sia di numero, sia di intensità. Il numero crescente di danni e morti potrebbero spingere Kiev a divergere parte delle sue risorse dall’offensiva in Kursk a favore di una maggiore difesa aerea dei suoi territori.

Raffaele Gaggioli

foto gettyimages.it

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