Il padre di Khelif conferma: “Mia figlia è nata femmina, vendeva rottami per andare in palestra”

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Mostra foto e documenti all’Afp: “Se ha battuto Carini è solo perché l’avversaria era più debole”

Autore: Mario Piccirillo

ROMA – Parla il padre di Imane Khelif, Omar. Parla all’Afp da un villaggio rurale a circa 10 chilometri da Tiaret, una città a circa 300 chilometri a sud-ovest della capitale Algeri funestata dalla siccità.

Mostra i documenti della bambina, le foto, per dimostrare che è sempre stata, appunto, una bambina. Nata donna, mentre il mondo ultraconservatore l’ha consegnata alla storia come troppo mascolina per competere nella boxe femminile alle Olimpiadi. Lei ha resistito, e lascerà Parigi con una medaglia.

Papà Khelif dice anche che inizialmente aveva cercato di fermarla nel suo percorso nel mondo della boxe: “Mia figlia è una ragazza, è cresciuta da ragazzina, è una ragazza forte e coraggiosa. Le è stato insegnato ad avere una forte volontà, nel lavoro e nella formazione“.

“Fin da piccola la sua passione è sempre stata lo sport”. E se ha battuto Carini in 46 secondi è solo perché “più forte e l’altra era debole”.

Racconta che Imane da piccola doveva percorrere 10 chilometri in autobus dal suo villaggio per allenarsi in palestra, vendendo rottami metallici da riciclare per pagare il biglietto dell’autobus, mentre sua madre vendeva couscous: “Imane è un esempio di donna algerina. È una delle eroine dell’Algeria. Se Dio vuole, ci onorerà con una medaglia d’oro e innalzerà la bandiera nazionale a Parigi. Questo è stato il nostro unico obiettivo fin dall’inizio.”

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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