Proteste e scontri salva-alberi a Bologna, il Comune alla fine si arrende e sposta la scuola: niente sgombero

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Dopo sette mesi di tensioni (e anche violenti scontri con le forze dell’ordine) il Comune di Bologna fa dietrofront: niente scuole Besta nel parco Don Bosco. Lepore: “Non voglio uno sgombero stile G8 e il parco non poteva diventare un’altra Val Susa”

Autore: Vania Vorcelli

BOLOGNA – È la “scelta migliore e più intelligente. L’obiettivo era dotare il quartiere San Donato di una nuova scuola ad alta prestazione energetica, massima sicurezza sismica e accessibilità cose che non qualificavano il vecchio edificio”. È il “passo di lato” del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che, dopo sette mesi di tensione, disinnesca il rischio di uno scontro violento per sgomberare il parco delle scuole Besta, annunciando una soluzione che “darà una scuola al quartiere nel giro di pochi mesi” e farà risparmiare al Comune alcuni milioni di euro. “Le nuove Besta non saranno più nel parco Don Bosco, ma nel vicino polo dinamico, che ospiterà la succursale del Copernico e le nuove scuole Besta”. Un’alternativa a poche decine di metri.

IL PARCO È OCCUPATO DA MESI DAGLI ANTAGONISTI CHE VOGLIONO SALVARE GLI ALBERI

Gli studenti del Sabin che avrebbero dovuto trasferirsi nei nuovi spazi, rimarranno, invece, in via Matteotti, ora nei container già presenti, un domani in un nuovo edificio che il Comune realizzerà nella stessa area del liceo, con una spesa minore (circa 10-12 milioni di euro) rispetto all’investimento previsto per le nuove Besta (20 milioni, quasi). A convincere Lepore a uscire dallo stallo, rinunciando al progetto originale anche la riunione del comitato di ordine pubblico con prefetto e questore, in cui è stato prospettato il tipo di intervento necessario a sgomberare il parco dagli antagonisti che lo occupano da mesi.

IL SINDACO: “A BOLOGNA NON SI PUÒ REALIZZARE UNA SCUOLA CON LA FORZA”

“Mi sono confrontato a lungo con il prefetto e il ministro Piantedosi, Bologna non merita uno sgombero modello G8 di un parco pubblico per realizzare una scuola. A Bologna non si può per realizzare scuola usare la forza“, scandisce Lepore.
“Sicuramente abbiamo fatto degli errori. Ma se qualcuno pensa che la soluzione siano 500 uomini in assetto da guerra in un parco, io non sono d’accordo”, ribadisce Lepore. Festeggia in Comitato Besta. “Per noi è una vittoria”, commenta a caldo Roberto Panzacchi.

LEPORE: “HO FALLITO? SOLO GLI STUPIDI NON CAMBIANO IDEA”

La ‘mossa del cavallo’ che scongiura il rischio di dover usare la mano pesante delle forze dell’ordine per sgomberare il parco Don Bosco o una sconfitta politica? Una resa di fronte a una protesta che ha spesso valicato i limiti consentiti, con le minacce all’assessore ai Lavori pubblici, Simone Borsari, e ai giornalisti? “Io ero interessato al bene di Bologna. Per alcune settimane si discuterà se abbiamo vinto o abbiamo perso. Poi, a settembre i ragazzi andranno a scuola, inaugureremo il polo dinamico e questo è l’importante. Hanno voluto portare la Val di Susa in viale Aldo Moro. Noi ci occupiamo dei residenti e della comunità scolastica delle Besta, che non si meritano il conflitto, che hanno questioni sociali, bisogni educativi. Ho fallito? Abbiamo così tante sfide, se dovessi considerare tutti i passi di lato dei fallimenti, finirei qui”, è la risposta del sindaco Matteo Lepore.

“L’obiettivo politico era fare una nuova scuola e tenere unita la città. Lo abbiamo fatto, non mi pare una sconfitta politica”, aggiunge il sindaco. Ma non si poteva decidere prima di spostare la scuola media Besta nel polo dinamico (come peraltro suggerito dallo stesso comitato) realizzato dalla Città metropolitana dal lato di via Zacconi, all’estremità est del parco Don Bosco? “La scelta arriva adesso perché si sono create le condizioni. Credevamo nel progetto Quadrifoglio, ma solo gli stupidi non cambiamo mai idea. Il sindaco non deve costringere una città, pur di dimostrare di avere ragione, a vedere scene che si sono viste altrove. Non è razionale pensare di procedere con uno sgombero di quel tipo. Abbiamo il pieno sostegno del questore e del prefetto. Bologna non ha bisogno della polizia e della forza per fare una scuola“.

“Questo non vuol dire che chiunque possa pensare di fermare le opere“, avverte Lepore, che ha condiviso la scelta di spostare le Besta al Polo dinamico con il Comitato Quattrofoglie, da sempre favorevole alla costruzione della nuova scuola, con i dirigenti dell’istituto scolastico, ma anche con la preside del Sabin, che, a quanto riferisce il sindaco, è ben contenta di poter tenere tutti gli studenti del Liceo di via Matteotti, molti dei quali scelgono quella scuola perché possono raggiungerla facilmente in treno da tutta la provincia, negli stessi spazi in attesa che il Comune realizzi, come ha promesso, una nuova ala accanto all’edificio esistente.

“Il comitato del sì e i dirigenti scolastici hanno compreso e apprezzato, e saranno con noi. Presto faremo anche dei sopralluoghi nel polo dinamico, che andrà adattato. Se compromesso c’è è tra noi e loro, non con il Comitato Besta”, ci tiene a puntualizzare Lepore. “Il progetto della Besta viene dal post-terremoto. Su oltre 20 milioni di investimento previsti, lo Stato ci dava 2 milioni, per cui avremmo dovuto fare un mutuo. Questa alternativa, dal punto di vista finanziario, è un sollievo. La succursale del Sabin costerà tra 10 e 12 milioni. Intanto, avvieremo un percorso partecipato sul destino del parco Don Bosco e della vecchia scuola nell’ambito della discussione sulla realizzazione del nuovo ingresso della Fiera e della ridefinizione di quel quadrante. Non abbondoneremo la vecchia scuola prima di aver deciso cosa farne”, aggiunge Lepore.

“Questa svolta ci permette di uscire dallo stallo. Chi voleva bloccare l’amministrazione facendo azioni, violando la legge, lo ha fatto per mettere in difficoltà il Comune: ne usciamo senza l’uso della forza pubblica. Facciamo un passo di lato, una scelta per il bene della città. Le alternative erano due: lo sgombero o fare un compromesso per ristrutturare o ricostruire le vecchie Besta, ma questo ci avrebbe fatto perdere quattro anni. Meglio affrontare il nodo politico e andare avanti. Continueremo a fare”, assicura Lepore che è anche fiducioso sulle eventuali penali per la mancata realizzazione della scuola. “Non è un tornare indietro. È un progetto in cui vince città. Mi sento tranquillo”, assicura dal canto suo Borsari. “La giunta tutta ne esce rafforzata. Il sindaco ci mette la faccia”, osserva la vicesindaca Emily Clancy, presente assieme anche all’assessore alla Scuola, Daniele Ara, a fianco del primo cittadino.

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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