L’Italia investe nelle coltivazioni sostenibili in Algeria

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Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il 6 luglio si è recato in Algeria per appoggiare la firma di un accordo relativo ad uno dei più grandi investimenti italiani, in campo agricoltura sostenibile, nel Mediterraneo meridionale, riconducibile al Piano Mattei, quest’ultimo elaborato a scopo di rafforzare i rapporti con il continente africano.

Il progetto, per il quale collabora il gruppo Bf dell’ad Federico Vecchioni, è inerente all’agricoltura desertica nei territori della “Barrage Vert”, nel deserto algerino, famoso per le sue falde acquifere superficiali, che possono essere molto utili per l’irrigazione. L’obiettivo è la realizzazione, per l’Algeria, di una filiera agroalimentare “pronta all’uso”, inclusiva della fornitura di sementi, trattati con tecniche agronomiche di ultima generazione, come l’avvicendamento colturale (per ottimizzare la resa), e della produzione industriale derivata dai raccolti, come la pasta, che garantiscano sicurezza, autosufficienza alimentare e diversificazione della produzione industriale; riducendo, inoltre, la dipendenza del paese dagli idrocarburi.

L’accordo è stato siglato presso il Centro Internazionale Congressi Abdelatif Rahal, tra Bf International Best Fields Best Food, società controllata dal gruppo italiano Bf, il ministero dell’Agricoltura e lo sviluppo rurale algerino e il Fondo per gli Investimenti Agricoli, in rappresentanza del quale era presente il direttore generale, Souad Assaous. Alla sua sottoscrizione hanno assistito, oltre al ministro Lollobrigida, il ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale algerino, Youcef Chorfa; quello delle Finanze algerino, Laaziz Fayed; il presidente della Regione Wilaya di Timimoun, Souna Benamar; il direttore del Fondo nazionale di Investimento algerino, Kemal Mansouri; il direttore generale dell’Agenzia algerina per la promozione degli investimenti, Omar Rekkache; l’amministratore delegato di Bf, Federico Vecchioni; e i parlamentari eletti nella regione di Timimoun. La sua realizzazione è prevista tra il 2024 e il 2028.

Dal 2024, infatti, verranno concessi 36.000 ettari nella Wilaya di Timimoun; poi, in più fasi, nella località Timimoun Elkabir 01. La filiera, per la cui costruzione verranno impiegati 420 milioni, sarà creata e curata dal gruppo Bf, e i suoi prodotti verranno destinati al mercato locale. Bf lavorerà in collaborazione con istituzioni locali, come il Fondo Nazionale di Investimento algerino, e con alcuni dei suoi partner industriali: Sis (Società Italia Sementi), a cui è affidato l’approvvigionamento delle sementi; i Consorzi agrari d’Italia, per la dotazione di nuovi e moderni mezzi agricoli; Iritec, per lo sviluppo di un sistema di irrigazione; la società Ocrim, per la realizzazione di impianti di trasformazione; Giorgio Tesi Group, per l’implementazione delle attività vivaistiche; Farchioni olii; Diagram, per la digitalizzazione; Acea, per le tecnologie legate alla fonte idrica; Biosyntex; e il Gruppo Salvi.

Un ruolo molto importante, oltre ai partner industriali, sarà attribuito ai programmi per la formazione degli attuali e futuri professionisti algerini, i quali verranno messi, appunto, in “campo” dalla controllata del gruppo Bf Educational. Il presidente algerino commenta così l’iniziativa: “Riguarderà la regione meridionale di Timimoun, per avviare la produzione di cereali e legumi, e per dare un impulso complessivo all’industria alimentare algerina”. Tuttavia, il paese africano non è in cooperazione solo con l’Italia, ma, come confermato da Omar Rekkache, direttore generale dell’Agenzia algerina per la promozione degli investimenti, “sta portando avanti negoziati in corso con grandi imprese straniere, per la realizzazione di progetti nei settori dell’agricoltura e del turismo, grazie al miglioramento del clima degli investimenti in Algeria; e, tra queste operazioni, c’è anche quella con Bf”.

Nicolò Caudini

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