Bagnoli: sfida ai fallimenti di un trentennio

Ambiente, Natura & Salute

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La firma del Protocollo d’Intesa, per la realizzazione del piano di rigenerazione urbana dell’ex polo siderurgico di Bagnoli non può che essere registrato positivamente. Altrettanto per 1218 milioni di euro. Su Bagnoli di risorse pubbliche ne sono state investite tantissime, ma con risultati fallimentari. Bagnoli attende da 30 anni con la chiusura dell’Italsider la bonifica di un’area vasta circa due milioni di mq. Esiste addirittura una sentenza del Consiglio di Stato del 2015 la quale stabilisce, che la rimozione della colmata di Bagnoli, costruita dall’Italsider tra il 1962 e il 1964 con l’accumulo degli scarti di fonderia, deve essere realizzata e pagata da Fintecna, la società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, che è la concessionaria dell’area.

Uno sperpero immane di denaro pubblico si è verificato fino al 2015, con contestuali inchieste e condanne da parte della magistratura per disastro ambientale e truffa nell’ambito della mancata bonifica dell’area dell’ex Italsider.

Bagnoli è stata, sede di uno dei più importanti insediamenti industriali del mezzogiorno e in particolare delle acciaierie di Ilva ex Italsider dismesse begli anni 90 e della Cementir.

La necessità di ampliamento dello stabilimento Ilva portano alla costruzione di un riempimento, a mare (colmata) e di un lungo pontile  (il “Pontile nord”) per lo scarico delle navi pesanti.

Numerosi sono stati i progetti di trasformazione urbana, che hanno interessato Bagnoli. IL progetto del grande architetto Lamont Young che voleva trasformare Bagnoli, in una nuova Venezia al progetto di Renzo Piano di riconversione urbanistica.

Nel 1996 l’Amministrazione di Napoli adottala la “Variante per la Zona Occidentale”, al Piano regolatore modificandolo radicalmente rispetto alla  trasformazione di Bagnoli, nonché delle aree adiacenti di Agnano e la zona di Fuorigrotta.

Nel 1996, viene costituita la Società Bagnoli  S.p.A.  per l’attuazione del “Piano di recupero ambientale dell’area di Bagnoli” predisposto e, finanziato dal CIPE.

Nella nuova società confluiscono i lavoratori dell’ex impianto siderurgico, che con breve percorso di formazione possono avere quelle competenze per le operazioni di bonifica.

IL progetto prevede lo smantellamento delle strutture industriali, a eccezione di quelle che poco dopo saranno individuate come aree di archeologia industriale e il risanamento ecologico-ambientale dell’area.

Viene inoltre istituito, a norma di legge, un Comitato di Coordinamento e Alta sorveglianza, supportato da una commissione di esperti tecnico-scientifica, per vigilare sulle attività di bonifica della Bagnoli S.p.A.

Nel 2000 le attività di controllo e vigilanza sull’attuazione del Piano di recupero ambientale vengono concentrate nel Ministero dell’Ambiente.

Nei primi tre anni di attività, tuttavia, la Bagnoli S.p.A. non procede alla velocità prevista e pur smontando la maggior parte dei fabbricati non avvia nemmeno, in minima parte l’attesa bonifica dei suoli.

Viene sostituito il gruppo dirigente della società e, molte demolizioni vengono effettuate, ma le opere di bonifica registrano un nuovo flop.

Amaramente si constata che sono stati spesi i 400 miliardi, ma la bonifica è al 30,35% (rispetto all’83% citato dalla Bagnoli S.p.A.) E le operazioni in tal senso si limitano alla sola “messa in sicurezza” della colmata a mare, considerata di estrema pericolosità per la preservazione dell’ambiente marino e litoraneo di Bagnoli. Una messa in sicurezza criticata per le procedure messe in atto.

IL Comune di Napoli visto il lento procedere delle operazioni  acquista gli spazi dell’area ex Italsider ed ex Eternit, con l’eccezione dunque dell’area ex Cementir che resta di proprietà del gruppo Caltagirone.

Diventato proprietario degli spazi su cui dovrà sorgere la Bagnoli Futura, il Comune dà via alle operazioni per la nascita della Società di Trasformazione Urbana (STU) prevista del PUE Bagnoli-Coroglio.

La STU prenderà il posto della Bagnoli s.p.a. e sarà controllata interamente da capitali comunali, provinciali e regionali.

Il 24 aprile 2002   nasce la nuova società “Bagnolifutura s.p.a. Società di trasformazione urbana” subentrata alla precedente e assume l’incarico di portare a termine la bonifica dei suoli e la realizzazione definitiva del PUE (piano urbanistico esecutivo).

La strategia comunale è che i suoli ora di sua proprietà, siano bonificati ed edificati laddove previsto dal Piano con opere pubbliche e quindi vendere i restanti lotti ai privati, che realizzeranno le restanti opere previste dal PUE. Contestualmente alla società, viene istituita una Commissione di Vigilanza sulle attività della Bagnolifutura la cui presidenza è affidata a un esponente dell’opposizione comunale Nel 2005 dopo la definitiva approvazione del PUE, la Bagnolifutura avvia le sue attività operative. Inizia dunque la nuova fase di realizzazione.

A seguito anche di modifica degli equilibri politici in regione vengono bloccati i fondi e quindi i progetti di Bagnoli Futura. La nuova giunta Caldoro nel 2010 annulla tutti gli atti della precedente giunta Bassolino. Tra questi ci sono gli atti, che prevedevano il cambio di destinazione d’uso dell’Acciaieria, da Parco della Musica ad Acquario sul modello genovese, e successivamente i fondi per il completamento dei cantieri in corso, tra cui il Parco dello Sport e l’Acquario tematico per le tartarughe marine.

Nel 2013  il progetto Bagnoli Futura, ormai in crisi, subisce il colpo definitivo.

In aprile, le aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli vengono sequestrate dai carabinieri nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli che ipotizza una situazione di disastro ambientale. Indagati sono 21 ex dirigenti di vari enti locali e della società Bagnolifutura. Sono sequestrati tutti i cantieri, nonché il Pontile nord e la Porta del Parco, che alcuni mesi dopo verranno tuttavia riaperti, seppur parzialmente. Il mese prima, un incendio doloso di cui restano ancora ignoti gli autori distrugge il science centre di Città della Scienza, facendo letteralmente terra bruciata nell’area. Inoltre, la struttura dell’Acquario tematico è oggetto di una serie di raid vandalici che distruggono o sottraggono tutte le attrezzature necessarie all’apertura dell’edificio. Anche il cantiere del Parco dello Sport subisce diversi atti vandalici.Nel febbraio 2014  la società chiede al Comune una nuova ricapitalizzazione di 10 milioni, che l’amministrazione, in pre-dissesto, non è in grado di assicurare. Dei 190 milioni di euro di debiti contratti, 59 sono vantati da Fintecna per la vendita dei suoli di sua proprietà: è proprio quest’ultima, nel richiedere in tribunale in versamento dei crediti vantati, a provocare la messa in liquidazione di Bagnoli Futura. Il 29 maggio 2014 il Tribunale di Napoli, considerata l’impossibilità della STU di pagare i debiti alla Fintecna, dichiara il fallimento della Bagnoli Futura. Nel 2015 è stata istituita la cabina di regia a Palazzo Chigi, la figura di un commissario e il ruolo operativo di Invitala. Dopo le caratterizzazioni è stata bandita la gara per la progettazione della bonifica delle aree ex ilva ed ex italsider oltre al ripascimento dell’arenile nord e la restituzione della spiaggia alla città.

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