Gianluca Firetti: il santo della porta accanto 

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

di Lana Lia
Gianluca Firetti ( 8 settembre 1994 – 30 gennaio 2015) è un giovane laico testimone di fede. Gianluca Firetti nasce a Cremona l’8 settembre 1994 e vive a Sospiro (Cremona), insieme alla mamma (Laura), al papà ( Luciano) e al fratello ( Federico).
Nel settembre 2012, durante una partita di calcio, sente un doloroso pizzicotto al ginocchio destro e, dopo ulteriori accertamenti, scopre di avere un osteosarcoma. La sua amica Valentina gli fa conoscere don Marco D’Agostino il quale, nel 2012, insegna al liceo “Vida” di Cremona. Gian, come tutti lo chiamano, apre il suo cuore al don, confidandogli i suoi dubbi e le sue domande sulla vita dopo la morte, ma  lo sorprendende per il modo in cui sta affrontando  quella situazione.  Gianluca si ritrova ad avere amici, vecchi e nuovi, che lo sostengono  nella sua lotta contro il cancro.
Nonostante la malattia, Gian ha un gran cuore. “L’amore che scaturisce dal suo corpo è esponenzialmente superiore  a tutti gli altri amori. È al contempo  un amore puro, genuino, che non vuole in contraccambio nulla, che non è “prova” di nulla, che non ha bisogno di fisicità per esprimersi. È un amore puro e purificante, perché dal suo cuore sprigiona soltanto una forza e una concretezza che sono palpabili”.
“La parola” verginità, “oggi, non è più così di moda tra i ragazzi.
Forse nemmeno più fra gli adulti. Oggi sono alla ribalta parole come “fisico”, “muscoli”, “corpo”, “apparenza”. Oppure altre che invitano a godere del momento presente, del piacere che il nostro corpo sprigiona, della prestanza che ciascuno può mostrare.
Non sono di moda, al contrario, parole e realtà come “debolezza”, “condivisione”, “sofferenza”, “offerta della propria vita”, “purezza”.
La verginità, come realtà e come concetto, rimanda, in una maniera nostalgica ed estremamente vera, a un mondo bello, a una relazione pura, senza interesse, a uno stile di vita che potrebbe diventare quello di tutti”. Gian ne è consapevole e, nonostante la malattia, oltre al suo cuore cristallino, conserva sempre uno sguardo puro, che ripulisce la realtà per riconsegnarla nella sua “bellezza originale”.
“Dio mi ha posto sulle spalle una bella croce” dice Gianluca.
La quinta stazione della Via Crucis è quella che più si addice a Gian: “Gesù aiutato dal Cireneo a portare la croce”. “Forse, nella sua originalità, Gian avrebbe potuto cambiare il titolo tradizionale e renderlo così: “Gesù aiuta il Cireneo a portare la croce”. Questa è l’invocazione che tante volte, a letto dall’ospedale, nella mente e nel cuore”. Gian dice: “Signore, smezzami croce”. Sa che il dolore è pesante da vivere, ma lo vuole “smezzare”, non eliminare, anche quando per lui è troppo duro da sopportare.
Il miracolo che avviene nella vita di Gian, durante la malattia, infatti, è capire il “perché” dells sua condizione umana, sfavorevole per lui e la sua famiglia, leggendola  con gli occhi della fede. Fisicamente ha bisogno di tutto, ma spiritualmente brilla da dentro. Le infermiere e i volontari che lo curano,  sanno quanto sia  bello l’incontro con Gian per ognuno di loro.
Il 30 gennaio 2015, Gianluca muore presso l’Hospice di Cremona, all’età di vent’anni. I suoi resti mortali riposano nel cimitero comunale di Sospiro. Gian non muore disperato, ma fiducioso e desiderando l’incontro con la Luce del mondo, appena contemplata nella gioia del Natale.
La malattia, nonostante la sua violenza, finsce per sempre, mentre la vita di Gianluca continua in cielo. Infatti, la sua fede,   la forza della sua famiglia, della comunità cristiana e degli amici, sono più forti dell’osteosarcoma. Gian è vivo in Cristo e in noi che lo ricordiamo portando avanti il suo ricordo e il suo pensiero.
Testimonianze
“Il Gian che ho conosciuto è un Gian felice, non sofferente. La sua conoscenza mi ha fatto capire il significato della vita, ogni volta che andavamo a trovarlo, noi amici dicevamo sempre che lui stava insegnando a noi il vero significato della vita. Per questo sono e sarò sempre grato a lui”. Emanuele Scarani (amico di Gianluca).
“Sono prete, ma Gian mi ha convertito”. Don Marco D’Agostino.
“Più la malattia lo mangiava, più la sua anima splendeva”. Valentina Righetti ( amica di Gianluca).
Fonti e citazioni
Libri:
“Spaccato in due: l’alfabeto di Gianluca”, capitolo “Verginità” e  “Gianluca Firetti:  santo della porta accanto”.
Facebook:
https://www.facebook.com/profile.php?id=61561619815278 ( grazie ad Ana  che raccoglie il materiale su di lui e mi ha fatto conoscere Gianluca).

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