Agricoltura: bandi Csr, prospettive e criticità, Regione e AIC al lavoro per tutelare il comparto agricolo campano. 

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SALERNO – Superamento delle criticità e prospettive sui fondi Psr/Csr 2023/2027, AIC Salerno e Regione Campania fanno rete per tutelare imprenditori agricoli e lavoratori. È questo il tema al centro del tavolo tecnico che si è tenuto nelle scorse ore in Regione Campania e che ha visto l’incontro tra il vicepresidente nazionale e presidente provinciale dell’Associazione Italiana Coltivatori di Salerno, Donato Scaglione, i membri dell’Aic Salerno, Emiliano Rago e Scaglione Felice, e l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo. “L’obiettivo- spiega il presidente AIC Salerno, Donato Scaglione- è quello di rispondere con soluzioni e atti alle richieste che provengono dal mondo imprenditoriale agricolo. Un tavolo tecnico – aggiunge Scaglione- che opera quotidianamente a stretto contatto con i produttori e le associazioni di categoria, mettendo al centro la nuova Politica Agricola Comunitaria che deve rispondere alle esigenze del comparto, tutelando il Made in Italy”.

Tavolo tecnico voluto e promosso dall’AIC Salerno che ha redatto un documento sottoposto all’attenzione dell’assessorato all’agricoltura della Regione Campania circa le questioni legate alle domande in fase di presentazione per l’attuale campagna e alle problematiche in atto sulla gestione dei Complementi di Sviluppo Rurale per il periodo 2023-2027.

Incontro che ha portato ad una proroga prevista dal Decreto Semplificazione PAC dei termini di presentazione delle istanze la cui scadenza è prevista per il 31 luglio 2024 e con la possibilità di modifiche fino al 26 agosto, che prevedono l’applicazione di sanzioni.

Dai tecnici AIC è giunta infatti, la richiesta al Ministero e ad Agea, attraverso alla Regione Campania, di farsi promotore presso il tavolo Stato-Regioni, di eliminare le sanzioni per le domande di modifica in aumento oltre il termine del 31 luglio, vista l’instabilità del Fascicolo Grafico 2024 e il ritardo nelle lavorazioni delle istanze di riesame sull’uso del suolo, dovute all’introduzione della Carta Nazionale dei Suoli e delle successive discordanze con gli usi suolo degli anni precedenti.

Per l’intervento SRA01 sulla lotta integrata inoltre, i tecnici AIC hanno riscontrato importanti casi di scostamento di uso del suolo rispetto al primo anno di impegno (2023), dovute alla maggiore sensibilità del sistema nel valutare le tare, riducendo la superficie anche del 30% rispetto all’accertato proposto dallo stesso sistema nel primo anno. Di qui, la richiesta di valutare il risultato del Piano Colturale Grafico 2024 senza scostamenti rispetto al 2023 e sanzioni, estendendo tale pensiero agli Eco-schemi con impegno pluriennale. Documento nel quale l’AIC ha chiesto anche la possibilità di ampliare il ventaglio di adesione alle nuove aziende che nasceranno a seguito dei nuovi bandi di Completamento Regionale per lo Sviluppo rurale della Regione Campania, favorite dalle misure quali la SRA14 – Allevatori custodi della Biodiversità, SRA01 – Produzione integrata e SRA29 -Pagamenti per adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione Biologica.

Agricoltura ma anche problemi relativi allevamento quelle riscontrate dagli allevatori circa la nuova domanda grafica che, a seguito dell’adozione della carta nazionale dei suoli, diventa necessario agire ai fini di un aggiornamento delle liste PLT, includendo anche le pratiche di superficie pascolate individuate ad oggi come pascoli arborati e divenute con l’adozione della Carta Nazionale dei Suoli Boschi.

Richiesta di riammissione a premio a premio delle particelle pascolative condivise sulla misura SRA29 – Pagamenti per adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione Biologica- che dall’esame del bando e delle FAQ regionali, l’AIC ritiene necessario rivedere poiché nelle aree interne i pascoli in gran parte costituiti da Usi Civici comunali sono concessi agli agricoltori come parti di particelle anche di grande estensione. Misura che, ha lo scopo di favorire la gestione biologica ed estensiva della zootecnia e che ad oggi, esclude tali porzioni rendendo impraticabile l’adesione ad una grossa fetta di allevatori che operano nelle Aree Interne già duramente colpite da una congiuntura non certo favorevole.

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