La lotta al cyber-grooming per proteggere i minori online

Italpress news

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La Legge n. 172/2012 e la Convenzione di Lanzarote come strumenti cruciali nella tutela dei minori.

Italia e dal Mondo – Internet e le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, aprendo porte a nuove connessioni e opportunità in tutto il mondo. Questo accesso senza precedenti richiede cautela e consapevolezza, in quanto la condivisione di informazioni personali online può comportare dei rischi.

Tra questi, lonline grooming, una minaccia seria per la sicurezza e il benessere, particolarmente dei minori.

Il termine “grooming” deriva dall’abitudine di alcuni animali di pulirsi reciprocamente il pelo, adottato poi, negli anni ’80,  in ambito criminologico.

Sin dall’antichità, i casi di adulti che abusavano dei bambini sia in contesti familiari che extra-familiari sono sempre esistiti, ma, negli ultimi anni, la consapevolezza del grooming si è diffusa maggiormente, portando ad una maggiore attenzione da parte delle autorità e delle organizzazioni per la tutela dei minori.

Il termine online grooming, si riferisce alla pratica subdola attuata da individui malintenzionati che sfruttano internet per creare relazioni di fiducia con minori, con l’obiettivo di abusarne sessualmente.

Ciò nonostante, con l’avvento di internet e delle nuove tecnologie, questo fenomeno è diventato sempre più diffuso e pericoloso. La diffusione di chat online, social network e piattaforme di messaggistica istantanea ha permesso agli adescatori di contattare e manipolare le vittime in modo più efficace.

Ma chi è il groomer?

Il groomer è tipicamente un uomo di età compresa tra 21 e 30 anni, motivato sia sessualmente che affettivamente nel suo intento di adescare il minore. Utilizza sia il grooming face-to-face, in contesti familiari o istituzionali, sia il grooming online, creando falsi profili o approcciando le vittime attraverso piattaforme digitali mettendo in atto una manipolazione psicologica per ottenere il controllo sulla vittima e abusarne sessualmente, seguendo diverse fasi come la selezione, il contatto iniziale e la pressione per un incontro offline.

La ricerca sul cyber-grooming ha identificato diverse tipologie di groomer con strategie e motivazioni differenti. Uno dei tipi è il groomer ipersessualizzato, che utilizza un linguaggio e immagini esplicite fin dall’inizio e cerca la gratificazione sessuale attraverso la vittima. Un altro tipo è il groomer adattivo, che guadagna la fiducia della vittima nel tempo manipolando e ottenendo controllo emotivo su di essa. Infine, abbiamo il groomer intimo che si presenta come premuroso e supportivo, cercando di soddisfare bisogni emotivi attraverso la vittima.

Il groomer seleziona le sue vittime visitando siti frequentati da minori come chat, forum e social network. Inizia osservando le interazioni tra i minori prima di selezionare quelli che appaiono più vulnerabili. Una volta identificato il potenziale obiettivo, il groomer inizia a contattarlo online, intensificando progressivamente la relazione attraverso messaggi, videochiamate e regali. Nel corso di queste interazioni, lo stesso,  può proporre attività sessuali via Internet e, in alcuni casi, cercare di organizzare un incontro fisico per consumare abusi sessuali.

E’ basandosi su segnali di vulnerabilità raccolti durante l’osservazione dei minori online, come informazioni personali condivise, segnali di fragilità emotiva o mancanza di supervisione da parte dei genitori che i groomers scelgono le loro vittime

Prima dell’entrata in vigore della Legge n. 172/2012, il cyber-grooming rappresentava un grave rischio per i minori in Italia in quanto non vi era una normativa specifica per contrastare questa forma di abuso online. Le proposte legislative esistenti non erano sufficienti ad affrontare il problema in modo efficace, mancando di focalizzazione sulla finalità sessuale o di sfruttamento.

Con l’introduzione della Legge n. 172/2012, che ha incluso l’articolo 609-undecies nel codice penale, si è finalmente colmata la lacuna normativa. Questa legge rappresenta un passo avanti fondamentale nella tutela dei minori, punendo specificamente il cyber-grooming e anticipando comportamenti pericolosi che potrebbero portare ad abusi sessuali su minori.

La ratifica della Convenzione di Lanzarote sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento sessuale attraverso la Legge n. 172/2012 rappresenta un passo importante per garantire la sicurezza dei minori online.

Ad ogni modo, la lotta al cyber-grooming richiede un impegno continuo e una cooperazione tra diverse parti interessate.

La prevenzione, l’educazione e la collaborazione sono fondamentali per contrastare efficacemente questo fenomeno e proteggere i minori online e solo un approccio integrato e coordinato può creare un ambiente online più sicuro per le giovani generazioni.

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