Francia: vincita del Nuovo Fronte Popolare e sconfitta della destra

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Ieri sera, giorno 7 Luglio 2024, le elezioni legislative francesi hanno visto come vincitore il Nuovo Fronte Popolare con a capo Jean-Luc Mélenchon. Ribaltando la vittoria dell’estrema destra durante le prime elezioni, il partito NFP ha ottenuto un consenso di 182 seggi, facendo arrivare seconda la coalizione centrista di Emmanuel Macron, con 168 seggi, e la tanto temuta Marine Le Pen che si è classificata terza con una votazione di soli 143 deputati.

Tuttavia, la situazione rimane ancora critica. Il Parlamento francese si trova infatti coinvolto in un quadro storico senza alcuna maggioranza assoluta. Ieri sera, per festeggiare la vittoria della sinistra, un corteo è sceso lungo la rue de Belleville, trasformando presto l’evento in una serata di scontri e tensione che ha visto coinvolto l’intervento di forze dell’ordine a Place de la République a Parigi. In un’intervista rilasciata dall’economista e consigliere dell’Eliseo, Jacques Attali ha dichiarato :“La Francia si trova in una situazione ingovernabile.

Perché nessun partito ha la maggioranza, molti deputati sono stati eletti non per il loro programma ma per fare blocco contro il candidato fascista. E inoltre molti candidati di sinistra sono stati eletti con i voti di destra così come molti deputati di destra sono stati eletti con i voti di sinistra”. Sorpreso dal risultato? “Relativamente, perché da qualche giorno, da quando si è formata un’alleanza antifascista molto chiara tra la quasi totalità dei partiti di sinistra, tenuto conto del sistema elettorale francese, era chiaro che il Rassemblement non poteva vincere. Ed è la conferma di un’alleanza antifascista che esiste da sempre in Francia, il risultato di un’elezione con il proporzionale non si poteva riprodurre nelle legislative che si fanno con il maggioritario a ballottaggio”.

Lo scorso 19 dicembre il Parlamento francese approvava il nuovo disegno di legge “Pour contrôler l’immigration, améliorer l’intégration(legge per il controllo dell’immigrazione e il miglioramento dell’integrazione), votato dai movimenti Renaissance ( sostenuto da Darmanin e Macron), Mouvement democrate, Rassemblement National (guidato da Marine le Pen) e  Les Républicains. I punti principali di tale riforma si presentano tuttavia come una nota dolente per il nuovo processo di asilo e per le prime, seconde e terze generazioni di migranti presenti in Francia. Il 25 gennaio, la Corte Costituzionale ha bocciato 32 articoli su 86, presentati dall’estrema destra di Marine Le Pen perché considerati “non compatibili” con gli obiettivi di unificazione del Paese proposti dal Presidente della Repubblica.  

Le condizioni radicali volute dalla destra limitano l’accesso ai sussidi per i migranti, richiamano in causa il reato di “soggiorno illegale”, e stabiliscono la revoca della cittadinanza francese a tutti coloro presentino la doppia cittadinanza e siano accusati di reati gravi. Quest’ultimo punto, prevede infatti il ritiro della cittadinanza a tutti coloro commettano un omicidio intenzionale contro una persona di “pubblica autorità”.

Anche i benefici sociali saranno notevolmente limitati. Tutti gli immigrati attualmente disoccupati, dovranno attendere un tempo di cinque anni prima di poter godere degli assegni familiari. Quest’attesa scende invece a 30 per tutti i lavoratori.
Ulteriore decisione a scaturire il malcontento comune è stata la proposta di abolire lo Jus Soli, negando dunque a tutti coloro nascano in territorio francese da genitori stranieri, il diritto di acquisire subito la cittadinanza. Secondo la proposta, bisognerà infatti far richiesta tra i 16 e i 18 anni di età, salvo situazioni in cui il soggetto in questione sia stato precedentemente condannato.

Quest’ultimo punto contribuisce ad acuire una profonda discrepanza ideologica tra i cittadini del Paese, comportando un’inevitabile isolamento sociale da parte di persone di cultura ed etnia diversa e ad un maggiore odio razziale. Tuttavia, il quadro “anti-immigrazione”proposto da Marine Le Pen giunge ad un inammissibile apice di xenofobia con i cambiamenti apportati sull’assistenza sanitaria. Verrà infatti concesso il permesso di soggiorno a un cittadino straniero versante in uno stato di malattia, solo nel momento in cui il paese di origine non presenti cure adeguate. Il 7 novembre, il Senato ha infatti abolito la soppressione dell’AME (assistenza medica di stato) per le persone straniere immigrate clandestinamente nel Paese. Fino a fine ottobre dello scorso anno, qualsiasi straniero presente in Francia da almeno tre mesi e con un introito mensile di almeno 810 euro, aveva diritto a cure mediche e ospedaliere nei limiti tariffari previsti dalla Sécurité Sociale. La scelta di abolire tale servizio è stata spiegata da Marine Le Pen con il riferimento ad un “eccessivo flusso migratorio nel Paese giustificato dal bisogno di cure mediche”.

Tuttavia, già nel 2019 l’Istituto di ricerca e documentazione dell’economia della salute aveva smentito tali illazioni affermando che la maggior parte degli immigrati presenti in Francia non sapeva nemmeno come godere del servizio AME e che solo il 50% di chi avesse diritto a questa assistenza, ne beneficiasse davvero. La proposta, votata in Senato con 200 voti favorevoli contro 136 contrari, vede dunque un acclamato assottigliamento dell’etica morale e la disseminazione di un’indifferenza allarmante nei confronti dei problemi internazionali.

Infine, un’ulteriore modifica apportata concerne il ricongiungimento familiare. In passato, il tempo di attesa per uno straniero non europeo che si volesse far raggiungere dalla famiglia in Francia, era pari a 18 mesi. Con le ultime modifiche, tale attesa è stata prolungata a due anni.

Anche in politica estera le decisioni del Resemblement National differiscono da quelle proposte dal Presidente dell’Eliseo. Negli ultimi mesi, Emmanuel Macron ha infatti mostrato un profondo supporto e considerazione nei confronti della critica situazione in Ucraina, dichiarandosi pronto a inviare soldati occidentali nel Paese flagellato dalla guerra e a promuovere un patto bilaterale della durata di dieci anni.

Di idea diversa è invece Marine Le Pen, la quale ha rivelato la decisione d’interrompere l’invio di armi in Ucraina per bombardare la Russia e la volontà d’impedire l’invio di soldati occidentali a Kiev.
Osservando tale disegno di legge, sembra dunque chiara la natura poco integrativa e a tratti discriminatoria dell’ideologia di movimento Rassemblement National. Dai risultati di centinaia di interviste svolte in strada a cittadini francesi e stranieri, si evince una preoccupazione generale per una situazione sociale in bilico e profondamente divisa. Inoltre, chiedendo ai passanti per chi avessero intenzione di votare, la maggior parte si è rivelata a favore di Emmanuel Macron.

Com’è quindi possibile che Marine Le Pen abbia vinto il primo turno di elezioni raggiungendo 27,96% dei voti? Analizzando il suo programma, tra i progetti da lei proposti si trovano:
-Assistenza finanziaria per tutti gli studenti lavoratori
-Esenzione di tasse per giovani imprenditori
-Alloggio per giovani matricole
-Esenzione del pagamento tasse per giovani sotto i 30 anni di età
-Trasporti pubblici gratuiti in tutte le ore non di punta per giovani cittadini.

Non è dunque da scartare, l’idea probabile che tra i possibili sostenitori di Marine Le Pen vi stiano giovani ragazzi o lavoratori decisi a sostenerla solo per una propria convenienza economica. Osservando la situazione nella sua globalità, la presidente del Ressemblement National porge alla società francese un messaggio di umanità e integrazione profondamente distorto e potenzialmente pericoloso per il destino della Francia e dei Paesi europei ad essa vicini.

Viviana Maya Bellavista

foto AGI

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