Opéra Nancy, in scena “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini. La recensione

Arte, Cultura & Società

Di

di Giovanni Chiaramonte

Nancy, Francia. “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini presso l’Opéra National de Lorraine si distingue per la sua fedeltà alla narrazione originale di Matteo Bandello, che offre una versione pura e tragica della storia di Romeo e Giulietta, priva degli elementi più eccentrici introdotti da Shakespeare.

La trama dell’opera segue le vicende di Romeo e Giulietta, due giovani amanti appartenenti a famiglie rivali, i Capuleti e i Montecchi. L’opera inizia con tensioni già elevate tra le due famiglie, e Bellini utilizza la musica per esprimere questa tensione fin dall’ouverture. La partitura di Bellini è caratterizzata da un lirismo intenso e da momenti di grande pathos.

Bellini, noto per la sua capacità di creare melodie lunghe e cantabili, riesce a infondere la sua musica con un lirismo che cattura la profondità delle emozioni dei personaggi. Questo è evidente nelle arie di Giulietta, dove la dolcezza della melodia e l’uso dei colori orchestrali sottolineano la malinconia e la disperazione del personaggio. Bellini utilizza spesso il “bel canto,” una tecnica vocale che enfatizza la bellezza del suono e la fluidità del canto, permettendo ai cantanti di esprimere una vasta gamma di emozioni con grande sensibilità.

Una delle tecniche compositive distintive di Bellini è l’uso del “cantabile,” una melodia lirica che permette ai cantanti di mostrare la loro capacità tecnica e la loro espressività emotiva. Questo è combinato con sezioni più drammatiche e recitative che avanzano la trama e sviluppano i personaggi. In “I Capuleti e i Montecchi,” Bellini sfrutta questa struttura per creare un contrasto tra momenti di intensa bellezza melodica e momenti di drammatica tensione.

Uno dei momenti più intensi dell’opera è il duetto tra Romeo e Giulietta, “Sì, fuggire: a noi non resta,” dove le voci dei due amanti si intrecciano in una melodia dolente che esprime il loro amore disperato e la consapevolezza del loro destino tragico. Questo duetto, con la sua scrittura vocale ricca e la sua orchestrazione sensibile, è un esempio perfetto della capacità di Bellini di combinare bellezza melodica e dramma emotivo.

Il canto di Giulietta, in particolare, con la sua intensità emotiva, tocca profondamente il cuore del pubblico, lasciando un’impressione duratura.

Ho apprezzato molto il canto e l’esecuzione musicale. L’interpretazione di Yaritza Véliz, al suo debutto a Nancy, e di Julie Boulianne, mi sono piaciute. La scelta di mantenere il ruolo di Roméo come mezzo-soprano, senza travestimenti, ha aggiunto una nuova dimensione alla performance, fors‘anche una diversa chiave di lettura.

Un ulteriore punto di forza è stata la conduzione musicale del Maestro Ramón Tebar, che ho trovato particolarmente degna di nota, mantenendo un buon equilibrio tra le voci e gli strumenti.

Tuttavia, pur avendo molto apprezzato il canto e l’esecuzione musicale, le scelte della regia non hanno incontrato il mio gusto personale ma certamente sì quello del pubblico in sala, che ha applaudito –  molto – a scena aperta!

In conclusione, questa produzione de “I Capuleti e i Montecchi” è un tributo al bel canto e una celebrazione della tragedia classica, resa con una sensibilità moderna e un’interpretazione musicale notevole e l’Opéra National de Lorraine merita un particolare riconoscimento per il suo lodevole impegno nel mantenere viva una cultura musicale che non deve essere appannaggio esclusivo delle grandi capitali con budget illimitati.

Foto: © Jean-Louis Fernandez

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