In Slovacchia passa la legge che abolisce la Tv pubblica. Al suo posto un’emittente di governo

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Via libera dal parlamento di Bratislava alla proposta del governo di chiudere la storica emittente nazionale. Una riforma “necessaria” per il premier Fico. “A rischio la libertà dei media” per l’opposizione, e non solo

Autore: Alessandra Fabbretti

Roma – “Chiusa per legge” la televisione pubblica di Bratislava. In Slovacchia è infatti passata con 78 voti favorevoli e zero contrari il disegno di legge per l’abolizione del servizio di Radiotelevisione pubblica nazionale, la Rtvs. A determinare l’assenza di voti contrari, il fatto che i deputati d’opposizione abbiano deciso di abbandonare l’emiciclo di Bratislava in segno di protesta contro la proposta del governo, che prevede inoltre di sostituire la storica emittente nazionale con una nuova posta sotto il controllo dell’esecutivo: si chiamerà Stvr e avrà un consiglio di amministrazione nominato direttamente dal governo.

L’OPPOSIZIONE PRONTA A DARE BATTAGLIA DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE

Il partito Progressive Slovakia secondo EuNews contesterà il testo davanti alla Corte costituzionale.
Il piano è stato promosso dal primo ministro Robert Fico stesso. Il politico si è ripreso da un attentato subito a metà maggio quando, mentre stava stringendo la mano ad alcune persone dopo un’uscita pubblica, è stato pugnalato tre volte da un passante. La riforma è stata presentata come “necessaria” dall’esecutivo Fico, che si caratterizza per posizioni fortemente nazionaliste e populiste. Tuttavia, le opposizioni politiche e i sindacati dei giornalisti nazionali e internazionali la giudicano un atto “pericoloso per la libertà dei media”.

LANCIANO L’ALLARME LE ASSOCIAZIONI EUROPEE PER LA LIBERTÀ DI STAMPA

A richiamare l’allarme per la gravità “di tale politicizzazione per la società nel suo insieme” in una nota congiunta sono la Federazione europea dei giornalisti (Efj), l’Unione europea di radiodiffusione (Ebu), il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (Ecpmf), l’Istituto internazionale della stampa (Ipi), il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), la Free Press Unlimited (Fpu), e Reporter Senza Frontiere (Rsf). Anche i vertici della Rtvs in una dichiarazione hanno posto l’accento sui “rischi associati all’attuazione della legge”, pur garantendone “il pieno rispetto”.

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