Pace in patria

Interviste & Opinioni

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Prima ancora che ambire alla pace internazionale, sarebbe utile cercare di raggiungere la pace nel nostro Paese invece che accapigliarsi continuamente.

In particolare durante le elezioni, ma in realtà sempre e comunque, si ha una vera e propria guerra fra diverse fazioni: e questo non avviene solo in ambito elettorale, c’è un confronto accanito che porta a continui conflitti, senza fine.

Viene da chiedersi se non sia più proficuo cercare un confronto leale fra le varie posizioni e tendenze, invece che disprezzare o anche offendere il nemico; in tutti i mass-media di ogni tipo,  stampa, TV, social e quant’altro, si assiste a una continua bagarre, persino in parlamento anche se questa non è una novità. Durante i talk-show volano insulti e atteggiamenti screditanti verso gli antagonisti (ma cristianesimo e buddismo consigliano di amare il nemico…). Possibile che non si possa fare di meglio, creando una condivisione e una buona collaborazione basata su princìpi che dopotutto dovrebbero essere condivisi?

E’ certamente difficile, soprattutto oggi con i contraccolpi di un monopolio planetario che stiamo subendo. Però la sfida dovrebbe essere proprio questa, altrimenti millenni di Storia dell’umanità a che cosa sarebbero serviti?

Ognuno di noi ha presente la situazione nel luogo in cui vive, e si accorge di una fitta serie di incongruenze o di errori; per esempio agli abitanti di Firenze sembra spesso di trovarsi ai tempi dei guelfi e dei ghibellini…; si oscilla tra esterofobia ed esterofilia, e quest’ultima ultimamente ha avuto la meglio in vari ambiti, ad esempio Direttori tedeschi degli Uffizi o  storici Istituti d’analisi divenuti francesi o ancora candidati tedeschi a Sindaco…e chi ne ha più ne metta. Mah…

Abbiamo ultimamente assistito a un confronto in cui alcuni estremisti inneggiavano alla rivoluzione: qualcuno ha sottolineato che le rivoluzioni hanno sì portato a cambiamenti interessanti, ma anche a totalitarismi o dittature (Robespierre, Napoleone, Stalin, Mao, Khomeyni, Pol Pot…). La cosa è finita in rissa. Non sarebbe meglio riflettere sugli avvenimenti socio-economici e sui loro sviluppi, invece di seminare ancora antagonismi, sangue e morti??

Altrimenti, oltre due secoli di Storia non avranno portato a un bel niente di buono: vogliamo forse questo? Oppure vogliamo per il futuro un vero e proprio progresso, quest’ultimo molto più importante dello sviluppo economico così come si è delineato.

Quasi tutti parlano di pace in astratto, ma quasi nessuno s’impegna davvero nel concreto per offrire un futuro di pace e di prosperità.

SandraFallaci©

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