Ucraina, Tajani: “Presto il nono pacchetto di aiuti militari per Kiev”

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Il ministro degli Esteri: “Pronti anche alla ricostruzione ma non siamo in guerra con la ia”

Autore: Alessandra Fabbretti

ROMA – “Il governo ucraino continua a chiedere aiuto nella componente militare aerea e i partner del G7 al recente summit di Borgo Egnazia hanno annunciato aiuti, e noi faremo la nostra parte. Presto sarà annunciato il nono pacchetto, che il ministro Crosetto illustrerà nella sede parlamentare competente“.

Così il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, intervenendo in audizione in commissione Affari esteri del Senato sui recenti sviluppi della situazione in Medio Oriente e della situazione in Ucraina.

Tajani ha quindi assicurato di aver “ribadito” in tutte le sedi “la nostra contrarietà ad armi italiane fornite alla Nato da usare in territorio russo. Il sostegno militare all’Ucraina non significa essere in guerra con la Russia”, è tornato a ribadire il vicepremier, “così come siamo contrari all’invio di militari italiani in Ucraina.

L’Italia vuole essere protagonista della pace e della ricostruzione dell’Ucraina e il nostro impegno è apprezzato fortemente dal governo del paese”. Alla conferenza per la ricostruzione che si è tenuta a Berlino, ho annunciato interventi per 140 milioni di euro”, per settori che vanno dall’agroalimentare a ferrovie, e che “si aggiungono ai 2 miliardi già stanziati dall’inizio conflitto”.

Il capo della Diplomazia ha quindi riferito che, “sul terreno, nella città settentrionale di Karchiv l’avanzata russa si è arrestata ma la città continua a subire bombardamenti da postazioni in territorio russo”, che colpiscono “sorpattutto le infrastrutture energetiche”, determinando “condizioni di vita sempre più difficili per la popolazione”. L’obbietivo di Mosca, ha detto Tajani, sarebbe “far spostare le truppe ucraine a nord per completare la conquista della regione sud-orientale del Donbass”.

Ma in ogni caso “i russi avanzano lentamente: 100-200 metri al giorno, contrariamente a quanto il Cremlino dichiara”.
Nel Mar Nero invece la situazione sarebbe “migliore per Kiev, dove le forze ucraine avrebbero costretto la flotta russa a spostarsi più a est. L’Ucraina avrebbe così riavviato l’esportazione di grano tramite il corridoio nella parte occidentale”.

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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