Prima le europee, poi il G7: l’asse franco-tedesco sempre più marginale in un’Europa cangiante

Attualità & Cronaca

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di O. Hearn

Per il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz erano già suonate dei campanelli d’allarme prima ancora dell’arrivo dei risultati delle europee nella notte di domenica scorsa. Domenica, in prima serata, con l’arrivo degli exit-poll prevedendo la vittoria considerevole del Rn di Le Pen e Bardella, il presidente Macron – con la sua autorevolezza fortemente compromessa – ha deciso di annunciare al paese lo scioglimento della camera bassa del parlamento francese e l’organizzazione di elezioni per fine giugno.

Questo fenomeno non si è limitato solo al nostro vicino dell’oltralpe, anche la Germania di Scholz ha visto un forte indebolimento delle forze politiche di governo nei risultati finale delle elezioni della settimana scorsa. Il governo guidato da una coalizione semaforo, composta dai socialdemocratici (SPD), i liberali (FDP) e i verdi, ha visto svanire i voti che aveva attratto alle scorze elezioni politiche, fermandosi al solo 31% delle preferenze.

Si sapeva da tempo che in questi giorni – poco dopo lo scrutinio europeo – si sarebbe svolta in Puglia la riunione del G7, il primo cui avrebbe partecipato anche il Papa, intervenendo sul tema dell’Ai. Il vertice si è concluso oggi, con la pubblicazione del comunicato finale che riassume tutte le tematiche di discussione dei leader, decifrando gli obbiettivi condivisi per il prossimo anno. Uscito sul sito della Casa Bianca già ieri sera, il documento però ha fatto parlare più per quello che non c’era presente nel suo testo.

Frutto di un contesto instabile in cui la guerra avanza verso i confini occidentali, si è parlato invariabilmente delle possibilità di cessate il fuoco sia in Ucraina che in Gaza. Secondo quanto elencato nel comunicato, le Olimpiadi offrono l’opportunità di una tregua, terra già battuta dall’Onu: «Richiamiamo tutti i Paesi ad osservarla individualmente e collettivamente, così come indicato nella risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottata il 15 dicembre del 2023».

Con l’avanzata delle destre vista nelle elezioni europee, che ha visto anche il riaffermarsi della maggioranza di centro-destra in Italia, l’assenza di ogni riferimento all’aborto e la genericità delle frasi pronunciate su tematiche riguardanti l’accesso a servizi di prima necessità sembrerebbero rispecchiare il movimento verso valori sociali più conservatori delle destre. Il testo afferma solo l’impegno per un libero accesso «ai servizi sanitari per le donne, compresi i diritti alla salute sessuale e riproduttiva per tutti», rappresentando uno spostamento di posizione rispetto a ciò pubblicato all’occasione del vertice tenutosi in Giappone l’anno scorso, in cui si fece un riferimento netto a un accesso all’aborto sicuro e legale e all’assistenza post-aborto

Secondo quanto appurato dall’inchiesta euronews, funzionari francesi e canadesi avrebbero spinto per l’inclusione di una frase nettamente a favore dell’aborto, simile a quella dello scorso anno, essa invece molto criticata dai rappresentanti italiani. In un’Europa impegnata in campagna elettorale, anche il primo ministro britannico, il conservatore Sunak, avrebbe sostenuto la presenza di un riferimento all’aborto, in quel che potrebbe essere uno dei suoi ultimi impegni in quel ruolo prima delle elezioni del 4 luglio. In Francia – nelle elezioni legislative di fine giugno – l’estrema destra avrebbe la possibilità di vincere contro la coalizione centrista di presidente Macron e una coalizione di centro-sinistra comprendendo il partito socialista e la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon.

Solo il tempo dirà se Meloni troverà un alleato su alcune questioni che – fine a pochi mesi fa – l’avevano contraddistinta come isolata in un’Europa di governi centristi. Il cambio di passo potrebbe non solo limitarsi a tematiche di coscienza come l’aborto, ma con un asse più solido potrebbe toccare anche l’invio delle armi all’Ucraina, argomento attualmente molto discusso soprattutto dai partiti di destra con tendenze filorusse.

 

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