“L’artista del figlio del re”: amore per la storia e per la vita. Il giornalista e scrittore Giuseppe Storti intervista l’autrice.

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Di

 di Lana Lia

Introduzione:

Buongiorno a tutti. Benvenuti in questa nuova versione dell’ Home Book Fest. Vi presento la mia intervista rilasciata a Giuseppe Storti, dedicata a “L’artista del figlio

del re”. Questo libro è stato pubblicato con lo pseudonimo Aranel Elwen Tursendo ma, scrivendo Emanuela Molaschi si può comunque risalire a questa opera. Le domande sono le stesse dell’altra intervista. Cercherò di rispondere parlando di altre sfaccettature che non ho inserito nella precedente. Comunque, ora passiamo la parola a Giuseppe Storti che presenterà il libro e farà domande.

Presentazione del romanzo a cura di Giuseppe Storti:

Buongiorno a tutti gli ascoltatori, stamattina parliamo del romanzo “L’artista del figlio del re”, un fantasy storico di Emanuela Molaschi. Il libro è pieno di temi, c’è solo il gusto di sceglierli. Per esempio, parliamo di temi come quello del riscatto sociale, del trionfo della giustizia, dell’uguaglianza, del rispetto per gli altri, dell’imparare dai propri errori, del ricordare il passato – perché se non se non sappiamo ciò che siamo stati non siamo niente – il tema delle famiglie che si ricostruiscono e, infine, non poteva mancare l’amore. La protagonista è Lucia, quindi, a questo punto, è opportuno e interessante fare una serie di domande all’autrice. Inizio subito.

L’intervista:

Quali sono i temi a sfondo sociale trattati nel tuo romanzo?

Famiglie, libertà di scelta, amore incarnato, sì alla vita e no al suicidio, no al potere e sì alla pace.

Sì, ehm, posso fare una sotto domanda?

Sì.

Cosa intende per “trionfo della giustizia”?

Niente meno e niente più di quel che è. Ciò che è giusto, non ciò che è regola, ma ciò che è davvero giusto, trionfa. La giustizia è immagine di bene e, quindi, il bene deve trionfare. I personaggi impareranno e dimostreranno che non sono le regole ma sono la libertà, la verità e qualcos’altro ancora, che chi leggerà il libro scoprirà, a creare la giustizia, il bene e i rapporti umani.

Ottimo. Un’altra domanda un po’ particolare, però molto significativa: un libro può essere un dono per chi crede nel riscatto sociale?

Certamente. Le due protagoniste più importanti, Lucia e sua mamma, cercano un riscatto sociale che, alla fine, porta allo stesso risultato, seppur sia in campi diversi. Quindi, si scrive, si legge, si sogna, si spera nel riscatto sociale. Sempre.

Da quello che diciamo si evince, però è meglio che lo specifichi tu come autrice: il libro ha anche autobiografico?

Ehm, bisogna vedere cosa si intende per autobiografico. Ci sono dei posti che io ho visitato e ho descritto e sì,in questo senso, lo è. C’è un personaggio, che sarebbe il cane, il quale -effettivamente – assomiglia al mio. Il resto non mi è capitato. Sì, ci sono dei nomi che ho usato, per personaggi secondari, che sono conosciuti all’interno di quella che era la mia classe o altri posti, ma non è che io stia per forza parlando di quelle persone.

Ho capito. L’ultima domanda, quella sull’amore, non poteva mancare. L’amore può arrivare in maniera inaspettata oppure no?

Allora, l’amore può arrivare in maniera inaspettata e, a volte, anche no. In alcune occasioni, ci sono dei segnali che non vengono interpretati correttamente e, quindi, può sembrare che questo sia un avvenimento inaspettato, altre volte,invece, se i segnali sono compresi, è quasi logico dire: “Sì, doveva succedere”. Però, spesso, è anche vero

che uno non si aspetta più niente dalla vita e,proprio in questo momento, scatta l’amore. Tante volte, una persona è triste,sfiduciata e pensa di non meritarsi più l’amore o

di non riuscire a trovarlo. Improvvisamente, allora, appare. E’ molto importante parlare di questo tema perché si tratta di un amore su vari livelli. All’interno del libro c’è quello filiale, dove una figlia deve conoscere il suo vero padre, con cui – alla fine – riuscirà a riappacificarsi. Scoprirà che non è colpa di lui se, purtroppo, non ha potuto crescerla. Conoscendo la sua storia e parlandogli, come si può fare

con le persone che non sono più tra noi, riesce a trovare una sorta di compromesso e di accettazione. Chiamerà papà anche questa persona, alla fine della storia. Questa stessa ragazza, però, deve accettare, come nuova figura paterna, una persona autorevole presente nella sua vita. E’ una persona che le vuole bene e che l’ha difesa e continuerà ad aiutarla. Questo uomo ha un legame più stretto con lei che non con la mamma di Lucia, che sarebbe la persona che ha sposato. Questo perché lui ha sempre desiderato dei figli.

Poi c’è l’amore di una giovanissima donna che perde tutto e cambia completamente vita a causa di eventi che vanno oltre ciò che si può immaginare. Improvvisamente, durante un momento davvero difficile di questa nuova vita, perché la vita ricomincia sempre per chi resta sulla terra, ella trova una persona che la sa confortare. La rassicurerà circa il futuro, su quanto lei sia importante per se stessa e per gli altri. Così, finalmente, quel dolore che fa tenere alla mamma di Lucia il cellulare acceso giorno e notte, nella speranza che quella persona che ha perso riesca a tornare da lei, si placa e trova riposo. L’uomo che ha perduto l’aveva aiutata molto, in passato, salvandola da cose davvero complesse e, per questo, non può dimenticarlo. E’ comunque legata a lui, in qualche modo.

Le famiglie, a volte, si ricostruiscono e, anche se può sembrare che ci sia del rancore, della rabbia un confronto chi è in vita e chi non c’è più, alla fine si vorrebbe solo che tutti fossero presenti, così da avere una grande famiglia che può comprendere tutti. Perché? L’amore accoglie tutti, non caccia nessuno. Se è vero amore è così.

Come ha scritto Cecilia Galatolo nella prefazione che viene data in omaggio a chi acquista il libro presso di me, e anche tramite il Marketplace di Facebook, nella versione tascabile e più economica, l’amore presentato dalla storia del romanzo è quello che può essere definito amore incarnato. Questo secondo un credente. L’amore incarnato è quello che fa far tutto per l’altro, che dà la spinta a superare qualsiasi cosa, comprese le proprie paure.

Il libro mette a confronto la libertà di scelta in amore che noi abbiamo e che, purtroppo, nel passato non era così ampia. Anche oggi, in alcune parti del mondo, è così. Ci sono ancora bambini costretti a smettere di studiare, giocare ecc per sposarsi a partire dall’età di dieci anni. Ci sarà sempre chi li obbligherà a farlo in nome del potere.

Il libro, però, insegna a rispettare i propri figli e a disdegnare il potere. Insegna a non apprezzare la guerra perché causa gravi danni. I buoni convinceranno anche il re a cambiare opinione.

Nella storia si parla anche dell’amore per la vita che, neanche per le angherie dei bulli o per un errore commesso, va perduta. La vita è un dono e bisogna amarla perché tutti siamo utili e, per la mia esperienza, anche indispensabili. Tutti hanno un ruolo e sono importanti. Senza quella persona che si toglie la vita, qualcosa non si potrà fare. Chi e quando potrà arrivare sulla terra e cercare di eseguire quella missione?

Esiste anche l’amore per il proprio lavoro. La sanità vera è nata nei tempi antichi. C’erano persone che studiavano per amore della scienza e del prossimo. Queste persone venivano chiamate streghe, ma non lo erano. Esse avevano molto amore da offrire. Rischiare la vita per curare la gente e migliorare la scienza è sempre un onore.

Grazie a tutti per aver ascoltato o letto questo mio intervento. Grazie a chi vorrà acquistare il libro in formato tascabile ed economico, il quale dà diritto ad avere diversi gadget, dediche ecc. Grazie a chi lo ha fatto, lo sta facendo ora e lo farà.

Per chi preferisse la versione non tascabile, quindi ad un prezzo maggiore, causa numero di pagine, il libro è su Amazon.

“L’artista del figlio del re” è disponibile anche come audiolibro per persone con disabilità, nella piattaforma “Centro internazionale del libro parlato A. Sernagiotto”.

Lana Lia   

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