I castelli romani sfornano talenti musicali.

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Nella foto Mirko Onesti

17:05:29Di Lorena Fantauzzi 

 

Nel cuore dei castelli romani, a pochi passi da Roma, ci sono personaggi che ancora credono fortemente nei loro sogni e li portano avanti con sagacia e voglia di creare cose nuove. È il caso dell’artista Mirko Onesti, prossimo ai suoi 51 anni, castellano Doc. Oggi è un Poli strumentista professionista. Noi siamo riusciti ad intervistarlo e a cogliere il lato magico di essere un musicista che plasma e crea i propri brani così come perun grande scultore forgia un’opera. Difatti le sue sonorità sono diverse, frutto di un’attenta ricerca e di un percorso molto attento, ma lasciamo la parola a lui…

 

Mirko sin da piccolo hai avuto la passione per la musica, sei cresciuto un po’ da autodidatta… Puoi raccontarci di questo? 

Crescendo in una famiglia appassionata di musica jazz, blues, rock progressive , insomma musica di tutti i tipi. Sin da bimbo io ascoltavo questi generi. possiamo dire che questi suoni particolari mi ipnotizzavano.

Nella mia famiglia perlopiù mio zio era molto appassionato e piano piano assimilavo assimilavo…

Questo accadeva all’età di quanti anni?

A 10,11 anni. E poi man mano ho cominciato a coltivare la passione di collezionista di musica acquistando dischi i cosiddetti vinili, che quella di iniziare a suonare i primi strumenti.

Quali strumenti hai cominciato a suonare?

Beh prima la chitarra classica, poi quella elettrica e mi dilettavo in casa, strimpellando dapprima. così scherzando come se fosse un gioco.

Quali sono i tuoi idoli o a chi ti sei ispirato?

Beh cominciamo dal fatto che io nasco a Marino e proprio in questa cittadina nasce un gruppo che io ho nel cuore, che è il banco del mutuo soccorso, i fondatori ossia i fratelli Nocenzi, Vittorio e Gianni Nocenzi che saluto di cuore come tutta la band, e due tristemente scomparsi Francesco di Giacomo e Rodolfo maltese. mi ricordo che mio zio mi portava alle loro prove a Marino in una cantina , visto che era un gruppo incastonato nel genere del rock progressivo, sicuramente uno tra i primi nato in Italia. come dicevo quindi mi ricordo questi suoni strani tra virgolette che facevano ed ero molto incuriosito da queste sonorità.

 

Dopo questo bel ricordo?

Ho iniziato a creare i primi gruppetti musicali. Io e altri amiciche suonavamo sempre noi anche nelle cantine . suonavamo i Pink Floyd, i Genesis,

E oltre al banco del mutuo soccorso che erano a carattere nazionale, quali altri ti hanno ispirato a livello internazionale?

Keith Emerson, Keith Tippett, Gianni Nocenzi, Lyle Mays.

Il tuo genere qual’ è?

Io spazio tra Jazzrock, Fusion, Ambient, Elettronica, Avanguardia. In tutto ciò io cerco di creare musica da avanguardia e innovativa. Curando suoni e fare molta ricerca per poter fare cose diverse.

Sei per così dire un artigiano della musica?

Si certo.

Beh questo è molto interessante perché ti connota in quella filiera di musicisti che non creano musica commerciale… Questo è proprio forse il neo della musica di oggi non trovi?

Sì difatti io sono per così dire un ricercatore della musica non mi piace fare cose scontate. È questo il brutto di oggi diciamo da questi personaggi che escono fuori da tanti talent ma che poi di talento scusatemi non voglio peccare di presunzione ce n’è ben poco. E noi professionisti veniamo messi da parte o siamo costretti ad andare all’estero e lì veniamo anche riconosciuti e valorizzati. Poi avendo avuto dei maestri che mi hanno sempre detto e consigliato: “ tu Mirko se vuoi fare delle cose diverse devi sempre fare delle ricerche sui suoni su dei nuovi modi di fare musica con anche la strumentistica questo ti porterà avanti”.

Sei un cinquantenne quando hai capito che questo era il tuo lavoro?

Beh già alle 17 anni quando stavo già avanti con la strumentistica dalle tastiere in poi sono andata ad una scuola di Musica perché volevo perfezionare il mio stile sia sulle tastiere che sulle chitarre. poi dopo ho lasciato un po’ l’Accademia perché a mio avviso era troppo teorico il tutto poi volevo mettere in pratica in atto ciò che avevo imparato.

Ad oggi ritieni di essere un professionista?

Ritengo di sì.

Quali caratteristiche deve avere un professionista a tuo avviso?

L’umiltà è la prima cosa, grande studio e l’improvvisazione e core come si dice a Roma.

E per lanciare un messaggio a chi si affaccia al mondo della musica ai giovani di oggi?

La musica non è etichetta. Ma è libertà espressiva.

Da ragazzo qual è stata la tua prima band che hai creato?

Si chiamava The Trjs . Io dopo la mia prima formazione, diciamo, eravamo  io dei Castelli, marco e Alberto erano invece di Roma. ci siamo incontrati nei vari locali dove si faceva musica quelli dell’underground capitolino per capirci.Nei primi anni 90. frequentavo quegli ambienti ed iniziai lì.Quindi ritornando a bomba sulla tua domanda avevo conosciuto questi due musicisti e anche se da prima non è nato alcunché perché ci siamo persi un po’ di vista dopo qualche anno ci siamo rincontrati e abbiamo deciso di mettere su questo gruppo che come dicevo si chiama the tris. Io avevo delle idee e le abbiamo messe a frutto assieme anche alle loro.

Poi qual è stato il tuo percorso?

Ho iniziato a fare molta ricerca, sulla musica Ambient sulla musica elettronica. Sugli strumenti sui campionatori. Sono andato avanti e collaborando anche con tantissimi artisti in Sudamerica che poi spostandomi anche in Inghilterra quindi ho girato un po’. Di cui Allan Holdsworth, Alex Acuna, Sergio Mendes, Lyle Mays. quindi ho girato un po’. Questo mi è servito. Per arricchire il mio bagaglio artistico. Poi cominciando a studiare anche Karlheinz Stockhausen andai ad uno dei seminari forse uno degli ultimi che fece qui in Italia e per me quello è stato un grande momento, inimmaginabile, ma è successo che mi ha dato sicurezza e molta consapevolezza in quello che faccio. nonché ispirazione.

Se tu dovessi dare degli aggettivi alla Musica Ambient come la definiresti?

La musica Ambient è spaziale, e come fare un viaggio non si sa dove per ricercare e riportare delle idee,  che possono dare dei frutti alternativi e non standardizzati. infatti uno dei miei ultimi album si chiama proprio Planet il che la dice tutta e rende bene l’idea.

È un tipo di musica che a tuo avviso ha una fascia di età o piace a tutti?

Ma secondo me per tutti i pelati in quanto quando anche ho fatto dei concerti in Sudamerica vedevo e vedo costantemente con mano che anche il settantenne balla il tipo di musica che faccio io come i ragazzi più giovani.

La musica che emozione ti dà?

A me personalmente tantissimo, tu pensa che ho trent’anni di carriera e non so quanti live ho fatto. E quando salgo sul palco è come se fosse sempre la prima volta.

Tu hai una band al momento? O un progetto musicale?

Mirkojymimusicalproject, attualmente oltre me ci sono due componenti che si chiamano Carlos e Fernando che sono brasiliani che lavorano con me da anni. A breve uscirà anche un nostro album entro la fine di giugno.

Vuoi fare un appunto per chi come te essendo un professionista forse a differenza di tanti musicisti usciti fuori da talent o quant’altro vengono un po’ messi da parte?

Sì questo è una cosa che non sopporto. Oggi professionisti come me ce ne sono tanti e vengono messi nel dimenticatoio e non è giusto in quanto ogni Musicista almeno a quelli validi dovrebbe essere data loro la possibilità di potersi esprimere o quantomeno provarci ma questa possibilità è bandita a meno che sei nei circuiti giusti ma non voglio divulgarmi troppo e non voglio creare un vespaio di polemiche ma la realtà di oggi è questa.

https://www.facebook.com/Jymimirko

https://www.ebay.it/usr/mirkofloyd

https://mirkojymimusicalproject.bandcamp.com

 

https://youtube.com/@mirkojymimusicalproject.mi9601

 

https://mirkojymimusicalproject55.webnode.it

 

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