Gladiatori a Montecitorio: La Politica Italiana tra Pugni e Polemiche

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Dal Colosseo alla Camera: Iezzi e Donno trasformano il Parlamento in un’arena di combattimento


Rissa alla Camera: il triste spettacolo di deputati che si azzuffano mentre il Paese osserva attonito.

Nel cuore pulsante del Colosseo, sotto un cielo azzurro e spietato, due gladiatori si preparano a una lotta che verrà ricordata per secoli. L’arena, ricolma di spettatori esultanti, è un mare di voci che incitano la violenza e il coraggio. La polvere si solleva in nuvole sottili, danzando attorno ai piedi dei combattenti.

Il primo gladiatore, un possente trace dal nome Iezzi, brandisce la sua sica, una lama curva, con l’agilità di un leopardo. La sua armatura scintilla sotto il sole, riflettendo la luce come un faro. I suoi occhi, freddi e determinati, scrutano il nemico con la precisione di un cacciatore.

Il secondo gladiatore, un massiccio murmillo chiamato Donno, impugna il suo gladio con una mano e uno scudo massiccio con l’altra. La sua elmo, decorato con piume nere, gli conferisce un aspetto maestoso e minaccioso. Con un ringhio, si lancia all’attacco, avanzando come un titano inarrestabile.

Questo scenario epico sembra riecheggiare nella nostra attuale politica italiana, dove il Colosseo è sostituito dalla Camera dei Deputati, e i gladiatori non sono altro che i nostri stimati parlamentari. Recentemente, la cronaca ci ha offerto un degno spettacolo di lotta all’ultimo sangue, con protagonisti i valorosi deputati Iezzi (Lega) e Donno (M5S).

Tutto ha avuto inizio con un banale dibattito sull’autonomia differenziata, ma ben presto le parole hanno lasciato spazio ai fatti, e il nostro Iezzi, con la ferocia di un leone, ha scatenato la sua furia su Donno. La scena ricorda quella di un colossale scontro tra gladiatori, con Iezzi che sfodera pugni come fossero colpi di sica, e Donno che cade a terra come un murmillo sconfitto.

La polvere si solleva nell’arena di Montecitorio, creando una nuvola dorata attorno ai combattenti. Iezzi, agile come un leopardo, si muove tra i banchi parlamentari, mentre Donno, con la forza di un toro, tenta di difendersi. Il clangore del metallo è sostituito dalle urla dei deputati, e ogni pugno che vola è un tuono che risuona nell’aula.

Iezzi compie un balzo felino, proprio come nell’antico Colosseo, e colpisce Donno con precisione letale. Il murmillo moderno barcolla, e con un ultimo sforzo disperato, tenta di afferrare Iezzi per l’armatura (o forse la cravatta), scagliandolo a terra. La scena sembra una coreografia studiata, un balletto di forza e agilità degno dei migliori spettacoli circensi.

Donno, con un grido di dolore e disperazione, crolla, mentre la polvere dorata si solleva in un’esplosione spettacolare. I commessi parlamentari, nel ruolo dei soccorritori, si precipitano sulla scena per cercare di riportare l’ordine, ma invano. La confusione regna sovrana, e la lotta continua senza esclusione di colpi.

L’aula del Parlamento si trasforma così in un’arena di caos e conflitto, dove ogni deputato sembra voler partecipare al combattimento. I gladiatori moderni non si fermano, e la politica italiana raggiunge nuove vette di spettacolarità. Iezzi, con un ultimo colpo di scena, afferra Donno per l’elmo (o meglio, la testa) e lo lascia crollare al suolo, sconfitto.

Mentre il sole continua a splendere impassibile sopra il Colosseo di Montecitorio, il boato della folla riecheggia nelle orecchie dei nostri eroi. E così, tra un pugno e l’altro, tra un urlo di dolore e uno di trionfo, la politica italiana ci regala un altro indimenticabile spettacolo.

In questo triste teatro, dove i gladiatori moderni si battono per la gloria effimera di un pugno ben assestato, possiamo solo sperare che un giorno, in un futuro non troppo lontano, il Parlamento torni ad essere un luogo di discussione civile e pacifica. Fino ad allora, godiamoci lo spettacolo: il circo politico è sempre aperto e i gladiatori sono sempre pronti a combattere.

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