Il grande pateracchio ungherese?

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Orban cala le brache alla NATO… Il compromesso dei compromessi: Orban cerca di non essere stritolato tra NATO e Russia, dimostrandosi un leader sul Sunset Boulevard?

Stando alle ultime notizie non pare Orban un Sisifo disperato che a furia di spingere un macigno indigesto su per la china della geopolitica vedrà trasformarsi quel macigno nella classica pietra legata al collo di chi si suicida in mare?

Dichiara bellamente: “non bloccheremo le decisioni NATO sull’Ucraina”… ma anche: “su come raggiungere la pace la posizione dell’Ungheria è diversa da quella della maggior parte dei Paesi alleati”.

Nel grande teatro della geopolitica, Viktor Orban recita la sua parte da Sisifo, costretto a spingere un macigno indigesto su per la china delle tensioni internazionali. Ma quello che sembra un atto di resilienza si sta trasformando, in realtà, nella classica pietra legata al collo di chi si suicida in mare.

Sulla guerra tra Russia e Ucraina, l’Ungheria si distingue nettamente dalla maggioranza dei Paesi della NATO. Nonostante le pressioni, Orban ha dichiarato che Budapest non parteciperà all’impegno dell’Alleanza Atlantica a sostegno di Kiev. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha garantito che l’Ungheria non sarà costretta a contribuire, purché non ponga un veto durante il prossimo vertice di Washington, in cui sarà deciso l’aumento dell’impegno dell’Alleanza.

“Da quando Stoltenberg è segretario generale,” ha affermato Orban, “la cooperazione tra NATO e Ungheria è diventata più forte, con 1.300 militari ungheresi impegnati in missioni dell’Alleanza e una spesa per la difesa che supera il 2% del PIL. Siamo attivi in Europa, Africa e Asia centrale, contribuendo a rendere più forte la NATO. Tuttavia, sulla guerra tra Russia e Ucraina, la nostra posizione differisce da quella della maggioranza dei Paesi NATO. Abbiamo sempre avuto la possibilità di esprimerci, e sebbene non possiamo cambiare le idee degli altri, abbiamo chiarito che non bloccheremo le decisioni NATO anche se non le condividiamo. La nostra partecipazione all’impegno finanziario e militare per l’Ucraina sarà volontaria.”

Queste dichiarazioni segnano il culmine di una strategia di compromesso che rivela la posizione precaria di Orban: troppo legato alla Russia per allinearsi pienamente con la NATO, ma troppo dipendente dalla NATO per opporsi apertamente. Questo equilibrio instabile lo rende un leader sul Sunset Boulevard, destinato a vedere la sua influenza scivolare via.

“La NATO ha sempre puntato a prevenire la guerra e mantenere la pace in Europa,” ha ricordato Stoltenberg. “Al vertice di Washington sarà deciso il ruolo guida della NATO nel sostegno a Kiev. Orban non parteciperà a questi sforzi ma ha assicurato che non bloccherà l’impegno dell’Alleanza. I 32 Paesi membri hanno sempre trovato una strada comune per andare avanti insieme. La partecipazione finanziaria o militare all’Ucraina non è un obbligo, e se l’Ungheria non vuole contribuire, non sarà forzata. Naturalmente, si impegna a non porre un veto.”

Orban ha concluso ribadendo la difficoltà del momento: “La situazione è molto difficile e non è facile trovare risposte appropriate quando le decisioni devono essere prese con urgenza. Al vertice NATO articoleremo la nostra posizione: la partecipazione all’impegno per l’Ucraina deve essere volontaria, anche nei prossimi momenti difficili.”

In questo scenario, Viktor Orban si configura come un leader che cerca disperatamente di mantenere un equilibrio tra pressioni contrastanti. Il macigno che spinge potrebbe presto diventare insostenibile, trasformandosi nella pietra che affonda il suo futuro politico.

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