La prevenzione dei tifosi del Bari: un pregiudizio da superare una volta per tutte

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Foto: © SS Juve Stabia

Nel mondo del calcio, la passione dei tifosi è un’arma a doppio taglio: può essere una forza trascinante per la squadra, ma può anche generare pregiudizi e prevenzioni contro figure emergenti o considerate “sgradite”. Un esempio emblematico di questa dinamica è il caso del Direttore Sportivo Mauro Lovisa. Lovisa ha dimostrato grande capacità nel suo ruolo, portando la Juve Stabia alla promozione in Serie B e orchestrando i “miracoli” di Pordenone, dove ha contribuito alla storica promozione dei friulani in B, al raggiungimento dei playoff sfiorando la A e l’eliminazione dell’Inter in Coppa Italia. Nonostante questi successi, l’eventuale arrivo di Lovisa a Bari è accolto da una parte della tifoseria con scetticismo, solo per il fatto di essere una figura giovane e non ancora pienamente affermata a livello nazionale.

Questa forma di prevenzione non è nuova tra i tifosi del Bari. Basti pensare ad Antonio Conte, all’epoca criticato per le sue origini leccesi e la sua precedente esperienza limitata sulla panchina dell’Arezzo. Eppure, Conte ha poi dimostrato il suo valore a livello internazionale. Lo stesso vale per Michele Mignani, inizialmente accolto con diffidenza, ma che ha saputo guidare il Bari alla promozione in Serie B e quasi in Serie A.

Tuttavia, è anche vero che la piazza di Bari non è quella di Pordenone o di Castellammare di Stabia. A Bari, la pressione e le aspettative dei tifosi sono enormi, creando un ambiente in cui le responsabilità sono amplificate e ogni errore è sotto la lente di ingrandimento. La passione dei tifosi baresi, pur essendo un elemento di grande supporto, può diventare una fiamma che “scotta” e mette alla prova la resistenza e la competenza di chiunque sia coinvolto nella gestione della squadra. Per questo motivo, il Bari potrebbe dover considerare profili con esperienza specifica nella gestione di piazze complesse, capaci di reggere la pressione del tifo e di mantenere equilibrio e lucidità nelle decisioni.

A prescindere da Lovisa, se verrà o meno a Bari, sarebbe cosa buona e giusta che si crei uno squarcio nel silenzio societario dopo la partita di Terni. È fondamentale capire quali sono le intenzioni dei De Laurentiis per quest’anno, su chi si punterà, che tipo di campionato si vuole fare e, appunto, su quale direttore sportivo si intende puntare. Sarà Lovisa? Si proseguirà con Polito? Si punterà su Angelozzi o su altri profili? È essenziale che sia il direttore sportivo a scegliere l’allenatore e non la società, per garantire coerenza e una visione chiara e condivisa.

La storia del calcio barese è ricca di esempi di giovani talenti arrivati tra lo scetticismo generale e poi diventati colonne portanti della squadra. È importante ricordare che ogni individuo ha il potenziale di sorprendere e superare le aspettative. Come diceva il filosofo Jean-Paul Sartre, “L’essere umano è condannato a essere libero; condannato perché non si è creato da sé, e tuttavia libero perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa”. Questo concetto si applica perfettamente al mondo del calcio: ogni giocatore, allenatore o dirigente ha la possibilità di plasmare il proprio destino attraverso le proprie azioni, indipendentemente dalle opinioni altrui.

La lezione che possiamo trarre è chiara: il pregiudizio basato sull’ignoranza o sulla paura dell’ignoto è una barriera inutile. È fondamentale giudicare le persone per i loro risultati e il loro lavoro, non per la loro età, provenienza o passato. Aprire la mente e dare fiducia a figure nuove e promettenti può portare a grandi sorprese e successi, come la storia recente del Bari dimostra.

I tifosi del Bari dovrebbero ricordare che la passione deve essere accompagnata dalla ragione e dalla capacità di apprezzare il valore delle persone al di là dei preconcetti. Solo così si può costruire un ambiente positivo e stimolante, capace di supportare la squadra in tutte le sue sfide future. Tuttavia, resta fondamentale che la dirigenza tenga conto delle peculiarità della piazza barese, orientandosi verso profili che sappiano gestire non solo la squadra ma anche le grandi aspettative e la pressione che derivano dall’ardente passione dei suoi tifosi.

Massimo Longo

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