Il Bari trionfa a Terni: una salvezza inaspettata ma meritata per quanto visto stasera

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Foto SSC Bari

Il Bari ha compiuto il suo secondo miracolo stagionale, questa volta a Terni, dopo quello di aver raggiunto i playout, grazie a una prestazione straordinaria che ha garantito la permanenza in Serie B. In una giornata speciale per il capitano Di Cesare, che ha festeggiato il suo quarantunesimo compleanno trascinando la squadra verso una salvezza tanto agognata quanto insperata, i biancorossi hanno finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo. È una salvezza che, per molti versi, non sembra del tutto meritata, ma il calcio è anche questo e bisogna accettarlo nella sua imprevedibilità.

La stagione precedente era stata un vero e proprio incubo per la città, con lacrime e depressione a caratterizzare i mesi successivi alla retrocessione. Quest’anno, nonostante le difficoltà, la squadra nel finale ha saputo reagire e nella partita contro la Ternana ha giocato quella che si può definire la gara perfetta. Viene spontaneo chiedersi perché una prestazione simile sia arrivata solo ora, ma l’importante è aver raggiunto l’obiettivo.

In un’annata sfortunata, priva di grandi gioie anche nelle vittorie, spesso considerate frutto del caso o della resa degli avversari, il Bari ha comunque lottato fino alla fine. La squadra che ha perso a Lecco, che si è fatta rimontare dalla Feralpi, e che ha vinto in casa con risultati risicati, ha finalmente trovato la sua redenzione.

La vigilia del match era stata turbolenta, infestata dalle gravi dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis. Parole che avrebbero potuto essere evitate, soprattutto in un momento così delicato. Il supporto del patron è sempre stato scarso e, anche stavolta, le sue dichiarazioni hanno aggiunto tensione. Tuttavia, la squadra ha saputo isolarsi da queste polemiche e ha affrontato la partita con determinazione.

Il primo tempo è stato equilibrato, con poche occasioni da entrambe le parti e un Bari leggermente superiore ma privo di cattiveria e decisione. Non ci si poteva aspettare un primo tempo come quello della Ternana a Bari, ma almeno una reazione sembrava necessaria. E così è stato, quando al secondo minuto di recupero, il capitano Di Cesare ha segnato un altro gol capolavoro, incredibile per un giocatore di 41 anni. Un gesto che ha confermato ancora una volta la sua grandezza e ha fatto pensare che la sua maglia numero sei meriterebbe di essere ritirata.

Il secondo tempo ha visto il raddoppio di Ricci, che ha aggiunto un altro tassello fondamentale alla salvezza. Il Bari ha poi sprecato almeno altre quattro occasioni clamorose, ma ha continuato a dominare fino alla fine, culminando con il terzo gol di Sibilli che ha chiuso definitivamente la partita. La prestazione di Benali è stata sontuosa, mentre la Ternana è sparita dal campo, sopraffatta da un Bari inarrestabile. Davvero ben poca cosa gli umbri che hanno confermato il loro scarso valore. Solo col Bari poteva fare il Real Madrid all’andata, probabilmente nemmeno col Lecco ci sarebbero riusciti. Bravo anche Giampaolo che ci ha messo tranquillità evitando pericolose nevrosi. E poi, insomma, Alberti e Zavattieri sono vendicati, non sempre può andar bene a Breda.

Le sostituzioni non hanno cambiato l’andamento della partita ma hanno contribuito a mantenere il controllo. Dorval è stato forse l’unico a non brillare, sbagliando un paio di gol e permettendo agli avversari di creare qualche pericolo.

L’espulsione di Bellomo sul 3-0, per proteste, è stata davvero inaudita e ha confermato la sua difficoltà a gestire la tensione. Fortunatamente, la sua espulsione non ha influito sul risultato finale. La gara si è conclusa con i giocatori del Bari che hanno festeggiato insieme ai duecento tifosi accorsi da tutta Italia. Una gioia contenuta, perché il Bari ha fatto solo il minimo sindacale: rimanere in Serie B era un dovere, non un lusso.

Le parole di Aurelio De Laurentiis hanno lasciato un’amarezza diffusa, oscurando in parte la gioia per la salvezza. Il futuro della squadra è ancora incerto e c’è bisogno di chiarezza. La città merita di sapere quali sono le intenzioni della società. Una città come Bari, con tutte le sue contraddizioni, non può essere considerata una semplice stampella. È ora di camminare con le proprie gambe, con nuove ambizioni e prospettive chiare. Un altro anno di mediocrità non sarebbe accettabile. È tempo di passare dalle parole ai fatti, come diceva Jean-Paul Sartre: “Ogni parola ha le sue conseguenze. Ogni silenzio anche”.

Massimo Longo

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