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Indice e pollice, dall’Evoluzione Umana all’Intelligenza Artificiale

La conoscenza dei nostri progenitori e di come sono cambiati in milioni di anni ha inizio con un’ominide soprannominata Lucy, era il 1973 e ad Afar in Etiopia compare un esemplare di femmina adulta dell’età apparente di 25 anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa. Per la prima volta si poteva esaminare uno scheletro intatto al 40% e che confermava nella sua conformazione il passaggio di questi primati dalla vita arboricola a quella di bipedi probabilmente nuovi frequentatori della Savana in cui avrebbero creato gruppi sia di caccia che di una socializzazione primitiva, lo scopritore Donaald Johanson chiamò il reperto “Lucy” in onore della canzone “Lucy in the Sky” dei Beatles ascoltata durante le ricerche. Lucy doveva essere alta circa un metro e con circa 40 kg di peso , aveva un piccolo cranio equivalente a un gorilla e la locomozione bipede. Uno studio su «Nature» ha fatto luce sulle cause della morte di Lucy, questa nostra progenitrice morì in seguito alla caduta da un albero, da un’altezza di circa 12 metri. Con la discesa dagli alberi e con la posizione eretta si apre uno scenario nuovo per i primati che diventeranno “homo sapiens” , l’andatura bipede e a passi alterni è più produttiva e gli consente un risparmio energetico nei grandi spostamenti oltre che anche una migliore visuale ma il balzo in avanti per l’evoluzione umana è la conquista del pollice opponibile che consente  di impugnare pietre e rami, usandoli come strumenti di lavoro. Con pollice opponibile e l’indice  aumentano le abilità manuali con la cosiddetta “presa di precisione” che consente di cucire, assemblare strumenti di caccia o di lavoro e dà una maggiore sensibilità alla mano che viene collegata a un’area cerebrale di maggior efficienza e dimensione, nella scala evolutiva. Oggi sono 4,3 miliardi le persone che hanno uno smartphone, il 54% della popolazione mondiale con bambini sempre più piccoli che stupiscono i genitori per la rapidità con cui apprendono il funzionamento del touchscreen, adolescenti che ruotano vorticosamente  i due pollici in chat infinite e senza orario e adulti che credono di sapere tutto  grazie ai motori di ricerca, i cosiddetti “dottor Google“. Gli algoritmi intanto hanno automatizzato anche  la creatività e l’intelligenza artificiale minaccia di sostituire l’apporto umano, ma dobbiamo trovare le risorse interiori per cambiare poichè alla legge del cambiamento non si può resistere o come  recitava uno slogan pubblicitario di qualche anno fa <<Nulla è certo come il cambiamento>>.

 

Umberto Palazzo

Editorialista de “Il Corriere Nazionale.net”

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