La rivoluzione gentile di Rete Spac

Ambiente, Natura & Salute

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Un incontro importante quello, che ci sarà domani  tra un gruppo , di valenti e coraggiosi imprenditori del settore agricolo, associati nella Rete Spac e il Gestore dei Servizi Elettrici.

SPAC è Sistema Produttivo Agro Alimentare di  Capitanata. 

Rete Spac giuridicamente è catalogabile nelle innovative Comunità Energetiche.

Nasce nella Capitanata, che è quella parte settentrionale della Puglia coincidente con la provincia di Foggia. Nome che  trae origine  dai“ catapani”, funzionari del governo bizantino che la amministravano.

Le Comunità energetiche (CER) rappresentano un modello innovativo nell’ambito della transizione ecologica poiché implicano la collaborazione di cittadini, imprese e amministrazioni nella produzione e condivisione di energia rinnovabile in uno scambio tra pari.

Le CER si fondano,  sul presupposto che tutti i soggetti pubblici e privati possono diventare, in collaborazione tra loro  produttori e consumatori (c.d. prosumers) di energia contribuendo, alla soddisfazione del proprio fabbisogno e allo stesso tempo promuovendo il fine di tutela ambientale grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili.

La  collaborazione pubblico-privato nelle CER persegue  finalità economiche sociali e ambientali.

La finalità economica consiste nella riduzione dei costi, che risultano minori utilizzando la  energia prodotta rispetto a quella fornita dalla rete pubblica essendo esclusi gli oneri di sistema.

La finalità sociale riguarda la creazione di una comunità di soggetti, che collaborano tra loro e partecipano ai fabbisogni collettivi in modo responsabile.

 Infine, la finalità ambientale che attiene alla promozione della produzione di energia rinnovabile al fine di abbandonare le fonti fossili, per la transizione energetica.

La CER in effetti è  una nuova forma di partenariato pubblico-privato, che si fonda sul principio della sussidiarietà orizzontale e in particolare sull’art. 118, comma 4 della Costituzione, che impone agli enti territoriali di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini per attività di interesse generale.

 Le CER trovano fondamento nella  direttiva 2018/2001/UE (c.d. RED II), che  prevede all’art. 22 una disciplina dettagliata sulle comunità energetiche recepita con il d.lgs. 8 novembre 2021 n. 199 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”, che agli art. 31 e seguenti regolamenta le CER e si fonda sul medesimo presupposto collaborativo paritario.

Decreto che ha aumentato la potenza energetica ammessa a incentivo da 200 KW a 1 MW e,  ha modificato il presupposto del collegamento dei partecipanti alla medesima cabina da secondaria a primaria.

Alcune regioni hanno introdotto specifiche discipline territoriali e tra queste la Puglia con legge regionale n 45 del 9 agosto 2019,  “ “Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche” e un convegno dedicato, presso il Politecnico di Bari nel marzo scorso.

La Rete Spac è inquadrabile giuridicamente come CER,  ma ha finalità ulteriori  che riguardano l’agricoltura innovativa, la produzione di idrogeno, il risparmio idrico, l’efficienza e il risparmio energetico e infine l’innovazione.

IL 7 0 Censimento generale dell’agricoltura realizzato dall’ISTAT, che è un’analisi decennale  utile per capire i movimenti di uno dei comparti più importanti e produttivi del nostro Paese.

Balza subito agli occhi che  dal 1982 a oggi, due aziende agricole su tre sono scomparse.

La riduzione poi, è stata più accentuata negli ultimi vent’anni: il numero di aziende agricole si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni. Meno aziende ma più grandi, infatti  sia i dati del SAU che delle SAT registrano aumenti.

IL 93,5% delle aziende agricole è ancora gestito nella forma di azienda individuale o familiare però  quello che è calato in modo evidente è il peso relativo dei terreni di proprietà.

 Nel 2010 infatti le coltivazioni sui terreni di proprietà erano il  73,3% del totale, nel 2020  è sceso al 58,6%.

In sintesi  calano le proprietà ma aumentano gli affitti cresciuti quasi del 50% (dal 4,7% al 10,1%).

 Possiamo concludere affermando che le aziende agricole vanno verso un progressivo processo di uscita dal mercato, a causa della insostenibilità delle proprie attività.

IL censimento ISTAT evidenzia che tra il 2010 e 2020 il numero di aziende agricole è diminuito  in tutte le regioni.

 IL calo più deciso si registra però in Campania (-42,0%), Puglia (- 29,6%) e comunque  la riduzione del numero di aziende è maggiore nel Sud (-33%).  

La Puglia è la regione con il maggior numero di aziende coltivatrici (170mila) e di superficie investita (491mila ettari), seguita dalla Sicilia (111mila aziende e 328mila ettari).

Aziende che, sempre in Puglia, coltivano per il 71% della superficie l’olivo.  Dopo l’olivo, è la vite e al   terzo posto troviamo i fruttiferi, che includono frutta fresca, a guscio o a bacche.

La produzione di energia rinnovabile ha segnato una decisa dinamica di crescita rispetto al decennio scorso, con un +198%.

Inoltre c’è l’aspetto climatico considerato che  uno dei settori che dipende maggiormente dall’andamento del clima è senza dubbio l’agricoltura.

Una fabbrica a cielo aperto, come viene a volte definita.

Richiamiamo il fatto che, data la sua posizione nel Mediterraneo, l’Italia  è un hotspot  delle trasformazioni in atto e dunque rischia di pagare un prezzo molto alto davanti, a fenomeni meteorologici più catastrofici e più intensi, con precipitazioni brevi e violente, e prolungati periodi siccitosi.

 La disponibilità di acqua continuerà quindi a calare e sulla risorsa, sulla quale  incide anche una gestione non sempre ottimale che porta a perdite e sprechi. Secondo Col diretti il conto della siccità per l’agricoltura italiana è pari a un miliardo di euro.

 Anche il Sesto Rapporto di IPCC tra i 4 rischi fondamentali legati ai cambiamenti climatici in Europa c’è lo stress sulle coltivazioni agricole dovuto a calore e siccità che porterà a significative perdite di produzione nel corso dell’intero secolo.

 L’irrigazione, spiega il rapporto, è un’opzione efficace di adattamento per l’agricoltura ma la capacità di metterla in atto sarà limitata in modo crescente dalla disponibilità di acqua.  La natura collaborativa,  orientata alla sostenibilità e tendenzialmente  autosufficiente  rappresentata dalla Rete Spac rappresenta la risposta più coerente con gli scenari attuali e prospettici.

 

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