Il Bari riscopre improvvisamente il gioco e la vittoria: tre punti cruciali contro il Brescia

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Foto SSC Bari

In una stagione segnata da prestazioni sconcertanti, il Bari ha finalmente trovato una forma di riscatto battendo il Brescia in un incontro che era tanto atteso quanto cruciale per la sopravvivenza della squadra in vista dei playout. I biancorossi hanno dimostrato una forza e una determinazione che sono mancate per gran parte del campionato (per non dire in tutto), lasciando emergere la domanda: perché questa intensità solo ora?

Un primo tempo da incorniciare

Il Bari ha iniziato la partita con un’intensità raramente vista quest’anno. L’approccio aggressivo e mai rinunciatario si è concretizzato in un vantaggio meritato, nonostante le numerose defezioni nel team avversario. Il gol realizzato da Sibilli fortunato perché nelle intenzioni era un cross per Nasti, è un simbolo della serata, complice anche un’errata uscita del portiere del Brescia. La filosofia di questa prima metà si potrebbe riflettere nelle parole di Seneca: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo; è perché non osiamo che sono difficili.”

Secondo tempo: gestione e controllo

Dopo l’intervallo, il Bari ha subito dato l’impressione di rilassarsi troppo, ed il timore, visti i precedenti, è che anche il vacanziero Brescia potesse prendersi gioco del Bari, ma è stato solo un’illusione passeggera. Il capitano – il solito, sempre lui – con la sua cattiveria agonistica, ha raddoppiato il punteggio, mantenendo alto il morale della squadra. La stanchezza di Maiello e Benali, oggi straordinari, verso la fine, si è fatta sentire, e i cambi hanno iniettato nuova energia, consentendo di gestire il vantaggio senza troppi affanni fino al fischio finale. Per il Brescia una pericolosa traversa presa in pieno da Olzer e poi un paio i tiri in porta su calci piazzati.

Verso i playout: un cammino ancora In salita

A vedere il Bari stasera è salita tanta rabbia. Ma proprio tanta. Vederlo finalmente giocare dopo 37 gare vissute in anonimato, non ci ha lasciato indifferenti, anzi. Certo, è innegabile che il Brescia di Maran non ha fatto nulla per impensierire il Bari, lo ha lasciato giocare, creando solo un paio di occasioni, ma poi in campo si è visto solo il Bari che ha giganteggiato. Qual è la verità? Quale il confine tra meriti e demeriti? Anche perché mai è accaduto quest’anno che il Bari approfittasse delle defezioni avversarie, ha pressoché sempre perso con le squadre rimaneggiate. Il sospetto è che, ancora una volta, così come accaduto col Parma, gli avversari non hanno infierito, ciò non toglie che abbiamo visto finalmente un bel Bari. Era ora.

Occorre essere realisti, non abbiamo vinto nulla, la maledetta C è ancora dietro l’angolo. Alla Ternana bastano due pareggi per salvarsi, il Bari deve vincerne almeno una e poi amministrare la seconda, impresa ancora titanica per i biancorossi, almeno per quelli intravisti fino a sabato scorso, e facciamo davvero fatica a capire quale sia il vero Bari.

Purtuttavia con questa vittoria, il Bari evita la retrocessione diretta e si prepara a sfidare la Ternana nei playout. Evitiamo di cantare vittoria. Come diceva Niccolò Machiavelli: “È meglio essere impetuosi che cauti, perché la Fortuna è femmina; e è necessario, per tenerla sottomessa, batterla e urtarla.”

E’ piaciuto lo spirito e l’atteggiamento della squadra. Abbiamo visto una squadra che si aiutava, abbiamo visto collaborazione, spirito pugnace, determinazione, una squadra dinamica, e con lo straordinario capitano Di Cesare che non vuole diventare adulto, con la squadra sotto la curva dopo il secondo gol. Con quella voglia e con quella forza occorre stringere i denti e giocarsela con la Ternana. E poi c’è un osso duro da buttare giù: Breda, il loro allenatore che ci ha già castigati a Latina nei playoff della famosa stagione fallimentare. Occorre determinazione e lavorare psicologicamente sul concetto che il Bari è nettamente più esperto di quelli della Ternana che sono giovani, ma con le squadre di Breda è bene non cantar vittoria perché sono squadre – le sue – che non fanno giocare, rognose, che non lasciano respirare. Per questo occorrerà tirar fuori tutta l’esperienza dei giocatori cardini del Bari che oggi hanno fatto la differenza.

Mentre la vittoria contro il Brescia ha offerto un barlume di speranza, il cammino del Bari rimane costellato di sfide. Sarà essenziale non solo ripetere la performance, ma anche capire e consolidare le ragioni di questo improvviso risveglio. Per ora, possiamo solo sperare che questa sia la rinascita, tardiva, di una squadra che ha molto da offrire, non solo per evitare la retrocessione, ma per aspirare a un futuro calcistico di successo e stabilità.

L’importante che la squadra prenda consapevolezza di potersela giocare. Oggi c’era l’atteggiamento giusto, tutti andavano a recuperare palloni. Speriamo che la squadra si sia scrollata di dosso la paura che fino a ieri l’attanagliava. Occorre dare tutto quello che non hanno dato fino adesso. Il Bari non può e non deve retrocedere. In una piazza capace di proporre ventiduemila spettatori oggi. Infine un applauso a Federico Giampaolo, meritato.

Massimo Longo

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