Un punto più o meno d’oro: il Bari pareggia con il Parma in una lotta per la sopravvivenza. Gli emiliani in A

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Foto SSC Bari

Il calcio, come la vita, è spesso una questione di momenti, di sogni infranti e speranze improvvisamente rinate. Così si è rivelato l’incontro tra il Bari e il Parma, squadre che si sono affrontate non solo per i tre punti ma per le loro ambizioni di stagione. La partita si è conclusa con un pareggio 1-1, un risultato che sembra aver soddisfatto entrambe le parti, sebbene il cammino rimanga impervio.

Il primo tempo è stato di resistenza col Bari che ha iniziato la partita tenendo testa al Parma per i primi quindici minuti, mostrando spirito e determinazione. Tuttavia, la superiorità del Parma non ha tardato a manifestarsi. Con giocatori lì in avanti del calibro di Mihaila, Partipilo e Hernani, gli avversari hanno creato diverse occasioni pericolose. Nonostante la loro precisione non fosse delle migliori, il merito va anche al portiere del Bari, Pissardo, che con le sue parate ha mantenuto in equilibrio il punteggio. Di contro, il Bari si è mostrato timido in attacco, con poche incursioni degne di nota, come il tiro di Nasti che ha messo in difficoltà il portiere avversario, seppur senza successo. Ma con la prima in classifica fare meglio che difendersi era impresa ardua.
Il secondo tempo si è aperto con un gol del Parma di Bonny su errore di Kallon a centrocampo, ma il Bari non si è perso d’animo. Il capitano Di Cesare, con un gesto di pura caparbietà, ha segnato il gol del pareggio che ha acceso gli animi e l’orgoglio di tutto lo stadio San Nicola. La sua rete, precisa nell’angolino più lontano della porta, ha pareggiato i conti e iniettato una nuova vita nella partita. “Solo lui poteva pareggiare,” si direbbe, visto che gli attaccanti latitano e quando ci sono arrancano. Ricordiamo le parole di Hemingway a tal proposito: “Il mondo rompe tutti, e dopo, molti sono forti nei punti rotti.”
Dopo il gol, il Parma ha mostrato un gioco meno incisivo, come se accontentarsi del pareggio fosse un risultato sufficiente per i suoi obiettivi promozionali. Il Bari, nonostante le limitazioni tecniche e l’assenza del suo capitano per infortunio, ha lottato fino all’ultimo minuto pur senza strafare quasi si fosse idealmente sottoscritto un accordo tacito di non belligeranza così come si vede fare in tante partite, mostrando una maturità notevole. La partita ha perso di intensità verso la fine, con entrambe le squadre apparentemente rassegnate a un pareggio che, come affermava Aristotele, è “il giusto mezzo tra troppo e troppo poco.”
Il pareggio non risolve i problemi del Bari, ma offre una scintilla di speranza per la salvezza quantomeno ai playout, sebbene la strada sia ancora lunga e irta di difficoltà, come quella delle prossime partite contro il Cittadella e il Brescia che ancora nutrono speranze di playoff. Il destino del Bari rimane incerto, ma, come ricorda il poeta Rilke, “L’unico viaggio è quello dentro.”
La situazione resta complicata e per come era messo in caduta libera con 3 punti in 11 gare e considerata l’alta difficoltà di oggi, meglio come è andata.
Destino crudele e beffardo il San Nicola: lo scorso anno fu il Cagliari a festeggiare la A, quest’anno tocca al Parma, chissà quando toccherà al Bari. Un pareggio più o meno d’oro anche se la classifica da un lato riagguanta i playout, dall’altra fa perdere, forse, il treno per la salvezza diretta.

Il pareggio è un piccolo trionfo per il Bari, un punto guadagnato in un momento cruciale della stagione. Mentre il Parma celebra il suo cammino verso la promozione, il Bari nutre ancora la speranza di evitare la retrocessione, dimostrando che, nonostante tutto, ha ancora un’anima da combattente. Differentemente dalle precedenti 35 gare. Di Cesare, purtroppo, è uscito per infortunio ma dovrebbe recuperare per domenica in quanto il problema sono semplici crampi e, considerando l’età, rischiare sarebbe pericoloso.

Oggi molti giocatori hanno speso tanto in campo: Nasti da solo ha lottato contro al difesa intera, Maita ha fatto una bella partita, Vicari anche, poi ci sono alcuni giocatori che stiamo aspettando dall’inizio dell’anno e che probabilmente non vedremo mai. Pur senza voler far nomi, appare un gioco da ragazzi pensare ad Aramu, Lulic, Edjouma, Acampora e anche Kallon. Non parliamo di Diaw e di Menez.

Vedere questa squadra di oggi qualche speranza c’è, un’anima si è vista, l’impegno anche, poi è chiaro che ci sono prestazioni individuali insufficienti che non dipendono dall’impegno ma dai limiti tecnici di giocatori assolutamente inadeguati per il torneo e che quest’anno non ne hanno azzeccata una.

Massimo Longo

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