Gestazione per altri. Quanta confusione caro Papa

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L’8 aprile scorso il Dicastero per la dottrina della fede ha emesso la dichiarazione Dignitas infinita che, tra l’altro, condanna la gestazione per altri. Il papa esorta gli Stati a dichiararla reato universale. Ma quanta confusione e quante contraddizioni e quanta inconsapevole crudeltà verso i bambini nati grazie alla gestazione per altri. Il fatto che la maternità surrogata possa basarsi spesso sullo sfruttamento di donne povere, non implica necessariamente che essa sia in sé un male. Non bisogna confondere l’uso cattivo che si può fare di una pratica, con la pratica stessa.
Altrimenti sarebbe anche giusto condannare i trapianti d’organi, giacché esiste il traffico d’organi. Ma non si comprende come faccia la Chiesa a schierarsi contro la nascita dei bambini a seguito di maternità surrogata, essendo essa persuasa che “la vita e la morte dell’uomo sono…nelle mani di Dio, in suo potere…Egli solo può dire: «Sono io che do la morte e faccio vivere»” (Evangelium vitae di Giovanni Paolo II). Tutti i bambini, quindi, dovrebbero essere un dono del Signore, e la vita “un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente” (Paolo VI). I bambini nati ricorrendo all’utero in affitto (sono moltissimi nel mondo), non sono più un prodigio bellissimo, originale e commovente? Vuoi vedere che non è stato il buon Dio a dargli la vita, ma il diavolo?
La Chiesa, poi, dovrebbe anche condannare la gestazione per altri presente nella Bibbia (Genesi 16 e 30), dove schiave benedette da Dio non solo mettevano a disposizione per altri il proprio utero, ma anche un’altra preziosa parte del corpo.
Concludo con una considerazione che qualcuno troverà scandalosa, ma è la verità. C’è un’analogia tra la gestazione per altri e il concepimento di Gesù. Il Signore, infatti, tramite un angelo avrebbe cortesemente chiesto ad una tredicenne di mettergli a disposizione il suo utero per far nascere l’Emmanuele.

Renato Pierri
 

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