Il caso e i creodi

Scienza & Tecnologia

Di

Il caso e i creodi sono un evento, un accadimento: soffermarsi su quali siano le interpretazioni sul concetto di caso ci porta lontano nel tempo fino ai nostri giorni.

Il caso e il soggetto

Da una parte si suggerisce che l’individuo non sia in grado di individuare le ragioni, la causa di un evento e dall’altra che un evento non nasconde alcuna causa di fatto, oggettiva e valida per tutti: su ambedue le ipotesi o soluzioni proposte si sovrappongono diverse e, a tratti, convergenti interpretazioni.

Il caso è un evento eccezionale casuale appunto, in un mondo ed in una natura sorretti da regole “naturali”?
E’ l’individuo incapace di individuare la causa dell’evento-caso?
Hume riduce la spiegazione del caso alla osservazione di  accadimenti che si ripetono nel corso del tempo, fenomeni che  definisce “abitudine”: una sorta di teoria della probabilità mentre
per Kant ”nulla avviene per un cieco caso”.

Il mondo e gli oggetti

Gli oggetti del nostro mondo non si comportano come gli oggetti del mondo atomico.

Nella meccanica classica si può misurare sia la velocità sia la posizione di un oggetto senza che l’oggetto subisca alterazione del suo status.
Nel mondo atomico l’oggetto si comporta in tutt’altro modo infatti l’osservatore non è più in grado di misurare posizione e velocità senza produrre un’alterazione ovvero una perturbazione dello status della particella.

Viene a predominare l’incertezza quando l’osservatore tenta di stabilire la posizione dell’elettrone e, nel contempo, causa un’alterazione del suo movimento e di conseguenza non potrà mai conoscerne la velocità.

La quantistica rimette radicalmente in discussione le interpretazioni dell’intera tradizione di pensiero: il comportamento delle particelle secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg richiama in campo la casualità.
Epicuro, Lucrezio e Monod

 Già Epicuro rimetteva alla παρέγκλισις, “inclinazione”, che nel “De rerum natura” Lucrezio chiamerà “clinamen”, ovvero “deviazione” degli atomi dal loro tracciato cosicché il loro movimento è legato a casualità ed imprevedibilità.
In tempi più recenti, per Monod sulla nostra terra la vita avrebbe potuto non nascere ed è il caso ovvero un evento ad averla determinata ma una casualità che si accompagna alla necessità.

Il problema della forma: D’Arcy Thompson

 “Il problema centrale della biologia è la problematica della forma, della morfogenesi da Goethe a Geoffroy-Saint-Hilaire a D’Arcy Thompson” ed è quest’ultimo, con “On Grow and Form-Crescita e forma” a fondare la morfogenesi: lo studio delle forme dei mondi animali, vegetali in breve della sfera biologica col ricorso alla matematica per la descrizione delle forme di una pianta, un animale, una cellula o una goccia perché “per capire come un corpo si accresca e lavori, la fisica è l’unica maestra e guida”.

D’Arcy W. Thomson  è in assoluto un pioniere nel campo di ricerca delle forme in biologia mentre Waddington innova studi, in ambito biologico. ed il linguaggio con il neologismo “creodo”, dal greco “chre”=necessità e “hodos”=sentiero che esemplifica e raffigura con l’immagine di una sfera o una palla che precipita da una collina le cui configurazioni incidono sui percorsi che possono essere condizionati, nel loro procedere, da diversi fattori che ne possono ostacolare un normale sviluppo.

La formazione di ogni corpo dipende non solo dall’apporto genetico ma dal ruolo importante che vi giocano le differenti modalità di “espressione” dei geni, in relazione a questa o quella “regione” degli embrioni, non a caso gli organi umani sono distinti e differenziati.

Il “paesaggio epigenetico” di Waddington è come un foglio con dei “pendii”, ovvero i geni, che svolgono la funzione di collegamento con le “valli” che, a loro volta, sono quei “fattori epigenetici” che incidono sull’espressione genica dell’embrione nelle differenti “regioni”: l’esito del “processo epigenetico” avviene indipendentemente dai geni che ha l’individuo.

Thom e le forme 

Questo retroterra: il paesaggio epigenetico e la cellula come sfera che precipita dalla collina con le regioni ed i pendii consentono a Renè Thom, un matematico che si è dichiaratamente misurato sulla genesi delle forme di D’Arcy W. Thomson, l’elaborazione della sua teoria delle catastrofi per cui “il salto da una ‘forma-tipo’ ad un’altra dovrebbe determinarsi molto rapidamente e catastroficamente” per ” la maggioranza delle forme biologiche” (Thom): per la morfologia del vivente la forma non appare come un dato ma come un processo e l’esito di metamorfosi regolate da leggi geometrico-topologiche. 

Conclusione 

“Non è impossibile che la scienza sia vicina alla sua ultima possibilità di descrizione finita e l’indescrivibile  l’informalizzabile siano alle porte e dobbiamo raccogliere la sfida. Da questo punto di vista, i nostri metodi, in sé troppo indeterminati, condurranno ad un’arte dei modelli e non ad una tecnica standard esplicita una volta per tutte” (Thom).

Per parafrasare Aristotele, in molti modi si può declinare l’individuo e la ricerca scientifica e questo è il momento del superamento della frattura tra pensiero calcolante e Humanities.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube