La convention di Id a Roma per una nuova Europa

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Ci teneva moltissimo Matteo Salvini a questa convention, a 77 giorni dalle elezioni forse più importanti della storia delle comunità europea. Ci teneva per rafforzare il suo partito e per consolidare la sua posizione che moltissimi reputano ormai in bilico anche all’interno dello stesso partito che lui ha contribuito a portare proprio nelle passate elezioni europee il 34 %. Ne aveva bisogno per far capire al partito e agli osservatori che lui resta ancora il leader e per fare questo ha convocato a Roma alcuni dei leader più rappresentativi della destra in Europa, che sono alleati nel partito di identità e democrazia in Europa. La platea è gremitissima e le defezioni annunciate da parte dei governatori, sono comunque compensate dalla presenza in prima fila e a fianco del leader del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, come a smentire le voci che da mesi si rincorrono di un certo fastidio crescente del vicesegretario verso Salvini. Certo i problemi ci sono e sarebbe stupido negarli, ma il sgenale appare quello di un partito comunque ancora compatto introno alla figura di chi comunque, occorre sempre tenerlo a mente, ha resuscitato sette anni fa un partito che era sotto il 4%. Giorgetti parla di economia e fa appello a chi in Europa non prende decisioni e che sta portando l’Europa alla ininfluenza.

E’ il massimo dell’attacco che il vicesegretario si concede, ma per chi come lui è da sempre ben visto dalle alte sfere di Bruxelles, è già tanto. Gli ospiti stranieri a cominciare dalla star portoghese Ventura, fresco del trionfo alle ultime elezioni portoghesi, non sono certo altrettanto morbidi e parlano delle prossime elezioni come di un vero e proprio spartiacque tra un’Europa centralista e burocratica ed una che invece vuole la libertà e la difesa delle proprie tradizioni dalla invasione dell’islam.” Siamo i custodi della libertà di espressione in Italia e in tutta Europa. Mi rendo conto che magari non è politicamente corretto, ma l’Europa non può continuare a vivere con questa immigrazione massiccia nel nostro continente. Se apriamo le nostre frontiere ogni volta finiremo per non avere più dei confini. Certo che dobbiamo sostenere chi fugge dalla guerra e dal terrorismo nel mondo, siamo il continente più umano in questo senso. Ma ciò che è successo ieri a Mosca ci deve ricordare che dobbiamo permettere di venire da noi a chi viene per fare del bene, per lavorare, accettando i nostri valori. E dobbiamo dire a chi non lo fa che li rimanderemo a casa loro. Perché vengono per distruggere la nostra civiltà dall’interno. “ dice applauditissimo il leader di Chega, che ha conquistato il 20% alle elezioni. Il ledare portoghese cita anche la Meloni, elogiata per il suo ottimo lavoro al governo, ma la premier deve subire anche lo sprone della Le Pen che nel suo videocollegamento la accusa velatamente di essere troppo istituzionalizzata alle idee di un’Europa che qui tutti vogliono cambiare radicalmente. La domanda che la leader di Rn pone alla Meloni è se appoggerà o meno un secondo mandato della Von der Leyen, il vero nemico simbolico da abbattere.

In questo modo la Le Pen, elogiando apertamente Salvini, chiude le voci che vedevano un avvicinamento tra lei e la Meloni. Infine Salvini, che pare più moderato di quello che forse qualcuno si aspettava, critica l’Europa e la Von der Leyen, ma sta bene attento anche a lanciare un segnale ai naviganti che il governo durerà fino al 2027. E il suo grande giorno e lui sceglie un profilo basso, cita Giovanni Paolo II ed Elon Musk, definito un genio assoluto, ma dalle sue parole si capisce che non ha perso la combattività e che il momento è di quelli cruciali, perché se una cosa appare certa e il fatto che le elezioni europee potrebbero essere un vero e proprio spartiacque per la sua leadership. E l’assenza dei tedeschi di Afd rappresenta plasticamente che il lancio verso la destra da parte della Lega deve avere comunque dei confini, se si vuole davvero fare pesare i propri voti nel prossimo parlamento europeo

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