L’uomo ibrido di Floridi

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L’uomo ibrido di Floridi è rappresentato dalle mangrovie che trovano nutrimento nella confluenza di acqua salata e dolce come l’umanità che vive in uno spazio-tempo ibrido in quanto avviluppato in una dimensione fatta di reale e digitale, un habitat che non è totalmente né off line né on line.

“Acqua e sale”, una canzone di Mina e Celentano, richiama l’immagine delle mangrovie cui fa riferimento Luciano Floridi, ordinario di “Etica e Filosofia dell’Informazione” al Digital Ethics Lab di Oxford e docente di Sociologia della Comunicazione presso l’Università di Bologna, ruoli che gli consentono di svolgere ricerche, studi all’avanguardia, coltivare le intelligenze di tanti giovani e l ‘impegno culturale e sociale dell’intellettuale: l’engagé non è rimasto relegato agli anni ’60.

La vita ibrida e l’on-life di Floridi

Il pensiero di Luciano Floridi è racchiuso nel concetto di due neologismi “infosfera” e “on-life” elaborati nei suoi testi: “How the Infosphere is Reshaping Human Reality” ,”Filosofia dell’informazione” ed “Etica dell’informazione” ove individua e circoscrive i contorni della quarta rivoluzione.

Col suo “on-life”, identifica la nostra nuova condizione dell’umanità che, come gli anfibi, ha bisogno sia di terra sia dell’info-sfera: un habitat che Floridi identifica con due colori la sfera terracquea e l’info: il verde e il blu ovvero l’economia circolare e digitale, vere leve di cambiamenti in politica e nel sociale.

Il manifesto dell’ingenuità: al di là dell’umanesimo

Floridi ritiene superata l’idea umanistica che pose l’uomo al centro dell’universo in quanto l’intervento sulla natura ha prodotto danni profondi.
Il network digitale ed ambientale potranno dare vita ad una nuova relazione con la natura.

Anche se inascoltato dal governo britannico nelle sue vesti di consulente, Floridi propone un “Manifesto dell’Ingenuità”: un nuovo metodo di pensare ed agire partendo dalle domande innocenti dei bambini ovvero dai loro “perché” sul mondo.
Il “babbo perché ci sono i poveri?” è una domanda che va al fondo dell’esistenza e del sociale tanto quanto le domande degli studiosi.

La nuova spazialità dello “human tech space” come kairos

Il filosofo disegna un nuovo spazio-tempo quello dell’info-sfera che chi scrive pensa di definire, con un neologismo, “human tech space”.
Le Big-Tech, diventate potenze regolatrici di ogni aspetto della nostra vita, dell’economia e della società permettono, nel contempo, un’integrazione tra gli uomini e grandi opportunità come mai è accaduto nella storia: l’economia circolare e digitale mettono in opera potenzialità che possono cambiare la nostra vita.

Il filo d’Arianna del sapere e di Internet

L’individuo, vive, una doppia esistenza nello human-tech-space (nostro neologismo) di internet: si disloca nella con-fusione di realtà materiale e virtuale: il soggetto è immerso in una narrazione polifonica multidirezionale, in un continuo divenire e come il chaos cerca un ordine.

Il caos è il filo d’Arianna che unisce filosofia, fisica, poesia e mito ed anche Internet: “in principio fu il chaos” scrive Esiodo.
Nella filosofia di Eraclito il concetto di “cosmos” è caratterizzato dalla “contesa”: dal “polemos”, demone della guerra, padre di tutte le cose il conflitto pervade il mondo ed è dynamis e morfogenesi come ben descrive Eraclito “è la medesima realtà il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo mutando son questi”. L’espressione “è un caos” attraversa il sapere e il linguaggio comune e s’impone come ontologia in Ontodynamis con gli strumenti della “Teoria delle Catastrofi” di René Thom. (G. Plescia) mentre, nell’arte, l’espressionismo e il futurismo esprimono, in massimo grado, la dimensione metamorfica.

Lo human-tech-space di Internet come sistema dinamico e singolarità topologica

La rete resta insuperata nell’imporre modelli di comportamenti, storytelling e simbolizzazione nell’info-spazio-tempo dove la narrazione é multidirezionale che, nelle relazioni reciproche, genera forme e contenuti metamorfici.

Le “singolarità sono riscontrabili in altre attività umane” e, per l’appunto, nel linguaggio: internet è il luogo eletto della parola, ove si è affermato se non inaugurato una topologia social.

La rete rappresenta una singolarità topologica in quanto “sistema dinamico” in cui piccole variazioni creano nuove forme e, nel nostro caso, cambiamenti qualitativi di senso della sua struttura iniziale ovvero biforcazioni, catastrofi e singolarità.

La topologia è uno spazio dove figure ed oggetti cambiano (restando nella loro essenza uguali) quando viene effettuata una deformazione Una tazza da tè non ha bisogno della madeleine di Proust per essere gustata infatti diventa una ciambella. Magie? No. E’ la topologia, bellezza.

Lo spazio-tempo della rete tra topologia e chaos

Il mito é uno spazio topologico, infatti, nei suoi percorsi e nelle sue multiformi declinazioni narrative, va a costituire un sistema autopoietico instabile e in trasformazione simile alle strutture del caos dei sistemi disordinati, dei vetri e del volo degli stormi studiati da Giorgio Parisi, recente Nobel per la Fisica, che  ha ribadito i suoi interessi per gli studi interdisciplinari come lo storico Braudel che cercava di individuare i possibili contatti tra le discipline o Aymard che introduce l’idea di rottura e cambiamento nella ricerca storica e si orienta nelle analisi delle società in termini di sistemi dinamici.

In tale prospettiva la rivoluzione francese rappresenta una discontinuità e rientra nella “teoria delle catastrofi” di Thom in quanto “infrange un ordine preesistente e vi sostituisce un nuovo ordine”: sono le “biforcazioni” ovvero transizioni rapide e discontinue dette “catastrofi” che generano “singolarità”.

Hawking, coi numeri immaginari, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare.

La musica di Mozart è la prima musica col senso dello “zeit-raum”, del periodo che ha in sè una simmetria, rigorosità, completezza apollinea, cosmica ma che, nella sua essenza, al suo interno conserva e svela un disordine, un’asimmetria, una tonalità che va oltre l’ordine musicale esistente: nello zeit-raum mozartiano, metafora del chaosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: vige un tempo ordinato e uno spazio disordinato, un tempo caotico e uno spazio cosmico.

Per Gödel gli universi transfiniti sono increspature dynamiche dello spazio-tempo e “ci sono asserzioni formulate in modo esatto per le quali non si può dimostrare né che sono vere né che sono false” uno status simile alle interazioni nello human-tech-space di Internet. il teorema di Gödel è il grimaldello della crisi della ragione classica, dei fondamenti e del soggetto.

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