Angelo Sandri archivia la questione ereditaria sulla Democrazia Cristiana e sancisce un patto di ferro con le componenti maggioritarie

Politica

Di

di Carlo Priolo

Costituisce un “Comitato Scientifico per la dottrina del pensiero del Prof. Aldo Moro” con incarico al Dottor Gino Monaco e un “Gruppo di lavoro del fare politica” con incarico all’Avvocato Vincenzo Di Sirio

Nei giorni 15 e 16 marzo Angelo Sandri, Segretario della Democrazia Cristiana, ha convocato nella cristiana sede dell’Istituto Don Orione – Roma Via della Camilluccia, la direzione nazionale del partito estesa alle altre autentiche componenti politiche della Democrazia Cristiana, oltre a movimenti politici di diversa denominazione di ispirazione cristiana, che approvano il pensiero politico della Democrazia Cristiana, la continuazione della dottrina politica e l’agire umanitario dell’insigne e divinizzato Prof. Aldo Moro, assassinato dalle brigate rosse. Tale pensiero politico non deve essere letto esclusivamente nella sua connotazione religiosa, ma nel suo contenuto rivoluzionario di pace universale. Il Prof. Aldo Moro ha tentato di rovesciare la cultura antropologica in cui è nato, ribaltandone le strutture portanti, sostituendo i valori essenziali spesso vissuti come abitudine liturgica, battezzando un nuovo codice dell’amore, un codice scritto nella Natività, nel simbolo della Croce; due pezzi di legno incrociati che non sono esclusivi dei cristiani, ma rappresentano la sofferenza del genere umano e il sacrificio di Gesù di Nazareth che è stato crocifisso dai farisei ed ha offerto la sua vita per le ingiustizie e i peccati dell’intera umanità. Il Prof. Aldo Moro ha immesso la globalità in un nuovo modello culturale universale che si colloca, secondo una gerarchia verticale, al di sopra di ogni modello etnologico, in quanto sussume quelle invarianze comuni a tutti i modelli culturali nel tempo e nello spazio, capace appunto di annullarli, in quanto limitati e parziali. Quello del Prof. Aldo Moro costituisce un modello eterno, infinito, immortale. La storia dei popoli ha un tempo lineare progressivo mentre quello del comportamento di base è un codice genetico unico, il codice Nativo di ogni essere umano, la base del nostro comportamento, ma nessun genio è riuscito ad uscire completamente dal tessuto culturale dove è nato. Il tempo storico è circolare, ritorna, infatti, le rivoluzioni ricodificano il sistema, spostandolo semmai da un ente all’altro (dalla Monarchia alla Repubblica), da una classe ad un’altra (dalla aristocrazia alla borghesia; dalla borghesia al proletariato), da un partito o movimento ad un altro. L’unica rivoluzione che ha permesso di intravedere dove fosse collocato il centro del potere è stata quella del Prof. Aldo Moro e malgrado gli enormi, innumerevoli, colpevoli, errori compiuti da suoi pari dentro e fuori del partito, l’Occidente per lui rimaneva ancora l’unica speranza per coloro che volevano liberarsi di una falsa sacralità del potere, ma forse lo stesso Occidente l’ha tradito. La Russia, il territorio russo, è parte dell’Occidente. La prima e la seconda guerra mondiale sono state combattute anche dai russi e nella seconda hanno pagato il prezzo più alto 26 milioni di morti, mentre gli Americani circa 400mila.

Vae victis, guai ai vinti, dicevano i Romani, ma furono corretti da alcuni filosofi che dissero che i  vinti di oggi saranno i vincitori di domani e cosi di seguito.

Se il nemico non c’è, la guerra non c’è. Siamo noi incapaci di vivere insieme, siamo in guerra, per questo Dio ha acclamato il peccato originale per evitare di creare il nemico giudicando l’altro.

Il peccato originale altro non è che quello stato di privazione di santità e di giustizia in cui nasce ogni uomo a causa del peccato del primo uomo. Questo peccato del primo uomo fu un peccato liberissimo e gravissimo, anzi il più libero e il più grave di tutti i peccati, che coinvolse tutto il genere umano.

Non giudicate, per non essere giudicati”

«Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello»

«Eĭce primum trabem de ocŭlo tuo, et tunc vidēbis eicĕre festūcam de ocŭlo fratris tui» 

Il Signore ha acclamato il peccato originale; è la continuazione del discorso fatto sulla creazione a tutela dell’uomo per la sua pace, per la continuazione della specie umana, per la conservazione della origine della famiglia, la madre, il padre, il figlio, per la glorificazione del simbolo del bambino, universalmente rispettato, per la santificazione della Madre, la Grande Madre Natura (C.G. Jung), Conceptio Homini, l’Annunciazione, la Madonna.

«Il peccato è un’offesa fatta a Dio creatore e legislatore dell’universo». Questa offesa suppone tre verità fondamentali: – l’esistenza di Dio; – l’esistenza della legge morale; – la libera responsabilità dell’uomo. Dove e quando tutte e tre queste verità fondamentali si oscurassero o si oscurasse una di esse, si oscurerebbe anche la nozione del peccato. Come succede di fatto oggi.

A chi ti percuote sulla guanciaporgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non   rifiutare la tunica. Non è un atto di sottomissione è la sfida al più forte per dire non ho paura, posso rischiare la morte per pretendere “rispetto”. I diritti delle donne, le pari opportunità, le quote rosa, sono inganni per confermare il dominio del maschio, il pater familias, ma non è un dominio generato dalla malvagità dei singoli maschi; è il frutto di condizioni ambientali ed economiche millenarie che con il progresso delle tecnologie e condizioni di esistenza migliori sono attualmente causa di conflitti sociali. La legge della natura regola la vita dei gruppi, delle comunità, delle società opulente. La madre dà la vita al nato. La grande Madre Natura, Conceptio Homini, l’Annunciazione, la Madonna. Quando la femmina consegna alla Terra Madre i figli concepisce da vergine nella sacralità del suo corpo che rinnova la genesi, la sua anima assume lo Spirito Santo. La figlia, il figlio, i figli, sono figli della Natura, del Creato.

Nessuna Madre potrà mai uccidere il figlio dell’altra Madre che vive altrove.

Sembra di capire che il messaggio ecumenico del Prof. Aldo Moro riprenda la parola di Gesù: in verità vi dico “amatevi gli uni con gli altrinon c’è altra possibilità. A coloro che fanno festa per essere uniti contro l’altro, al violento, all’assassino, al prevaricatore, a colui che istiga all’odio e cancella l’amore, gli affetti tra il figli e le Madri, ricordo le parole di Gesù di Nazareth “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Dopo il clamoroso fallimento dell’ONU, costato un miliardo e mezzo di dollari l’anno, nata il 25 aprile 1945 per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale, lo sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni, il perseguimento di una cooperazione internazionale, favorire l’armonizzazione delle varie azioni compiute a questi scopi dai suoi membri, risulta che nessuno dei membri abbia avuto un soprassalto di responsabilità e si sia dimesso.

Le famiglie si dividono e si ricompongono nell’alba della nascita di un figlio o al tramonto della morte celebrata dal silenzio. Sovente la morte giunge ai primi bagliori dell’alba quando il buio della notte dirada e all’orizzonte spuntano i primi raggi del sole.

Altro non c’è da dire. La necessità di vivere in una comunità comporta l’obbligo del “rispetto” reciproco per quanto possibile e ciò non viene assicurato dalla norma scritta nei codici, ma dalla sua applicazione e per questo i magistrati devono avere il coraggio di offrire un coming out, una dichiarazione pubblica di impossibilità ad operare, schiacciati da un subsistema giustizia obsoleto, incapace di rendere gloria ai migliori e prevedere una forma più efficiente per il loro reclutamento e ciò non possono realizzarlo le attuali rappresentanze del popolo sovrano oggettivamente prive di saperi.

L’uomo è votato alla guerra cerca sempre un nemico. L’aereo decollò alle due del mattino del 6 agosto 1945 dalla base di Tiniam nelle Marianne. In pancia aveva un solo ordigno. Destinazione: Hiroshima 75.000 morti. Il 9 agosto una seconda bomba colpi la città di Nagasaki, 80.000 morti. Ha tremato la Terra. Scrissero “beati coloro che non si sono salvati”.

C’ero, ho sentito, ho visto, ascoltato il dopo. I potenti di oggi erano assenti. L’ordine fu dato dal Presidente americano Harry Truman.

Le guerre ci sono sempre state e sempre ci saranno, quelle con le armi e quelle senza polvere da sparo. E coloro che decidono la guerra devono stare in prima linea per essere credibili e non monitorare gli eventi che avvengono al fronte restando in poltrona. Le guerre per procura sono un’infamia, i ricchi, i potenti, che da sempre conquistano e saccheggiano territori per depredare materie prime e ricchezze di altri a basso costo, sovvenzionano ed armano i piccoli Paesi poveri, con governi fantocci per scatenare guerre per procura contro il nemico che agisce allo stesso modo, salvo che i venti di guerra riguardino direttamente il proprio territorio. Anche il richiamo ai diritti, ai valori, ai dati delle informazione di guerra altro non sono che armi prive della polvere da sparo, ma ugualmente efficaci. Chi usa le bombe non può sottoscrivere un contratto di assicurazione ed anche la disputa a chi ha iniziato per primo è un falso dilemma. Le guerre hanno una preparazione lunga e l’origine del contendere a volte è lontano nel tempo e difficile da valutare. La pace non è né giusta né ingiusta; c’è quando tace il suono delle armi e vengono sepolte le asce di guerra. Poi si tratta.

Le forze che generano il fuoco che orbita negli archetipi dell’essere umano, nell’inconscio collettivo, in genere sono silenti nelle primavere dei fiori, dei canti degli innamorati, nelle esultanze dell’evento della nascita, della eterna vittoria della Creazione. Ma poi esplodano all’improvviso e la massa resta incredula, non avrebbe mai pensato che potesse avvenire.

L’Italia è un Paese fantasma, un protettorato degli USA, senza una identità di Nazione, la ruota di scorta ora della Germania ora della Francia o di entrambe, da sempre sommersa dal debito pubblico che qualcuno deve garantire o finanziare il bilancio con acquisto di titoli di Stato.

Le liturgie istituzionali sono sempre più appannaggio della creatività dei pubblicitari come la finanza creativa. La decantata democrazia altro non è che un modello organizzativo di collettività che nell’illusoria convinzione di creare una scala gerarchica di potere orizzontale con ingannevole parità dei reali poteri dello Stato, con danno per le decisioni e la lunghezza dei tempi delle stesse decisioni, costituisce una pura illusione che genera l’accentuarsi delle diseguaglianze, la distruzione, la morte. L’Italia è il popolo meno adatto a costruire modelli operativi di “democrazia”, privilegiando la coesione sociale, valorizzando nel singolo il senso di appartenenza. Gli italiani sono condannati a subire il dominio di incapaci addestrati a generare il conflitto sociale, ad alimentare lo strapotere dei magistrati, a cancellare lo statuto dei doveri e delle responsabilità, ultimi nella ricerca della conoscenza scientifica dell’essere umano, del mistero delle galassie del pensiero, della comprensione dell’agire, della dicotomia tra biologia e apprendimento ambientale. Domina il regime del “pressappoco”, dell’”incapacità addestrata” (R. Merton), del “narcisismo dei dotti ignoranti” (Nicola Cusano 1400), di truppe fameliche di incompetenti, inadeguati ad affrontare problemi pratici per individuare criteri orientativi volti al fare, alla vita attiva in ogni campo già affrontati nel XV secolo (Pierluigi Vergerio, Leon Battista Alberti, Lorenzo Valla, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola) come pure il movimento riformatore di Gerolamo Savonarola. Già Pico della Mirandola assevera che “l’uomo è qui essere unificatore dell’universo e artefice del proprio destino, del suo farsi continuo assieme al mondo in cui vive. La libertà consiste nella capacità di autodeterminazione che lo sottrae ad ogni condizionamento esterno”. Erasmo da Rotterdam. L’umanesimo e rinascimento, l’ideale di un ritorno alle origini di un’umanità perduta, liberare l’uomo dalle sovrastrutture di cui la Chiesa si era caricata (oggi la sovrastruttura della amministrazione pubblica e della giustizia. Marx).

Il Paese di Beccaria e Carrara è precipitato con situazioni reiterate di “emergenza” nella supplenza del Corpo della Magistratura sugli altri poteri, esecutivo e legislativo, atteso che il capo gabinetto e i capi degli uffici legislativi sono quasi tutti magistrati come pure negli esami per la iscrizione all’albo degli avvocati nelle commissioni di esame c’è un magistrato, mentre manca nelle commissioni per gli esami in magistratura. Tuttavia, la stessa stagione prorogata della supplenza giudiziaria rischia di rilevarsi controproducente per la stessa funzione giudiziaria.

Con la benevolenza di una classe politica sempre più descolarizzata ed impreparata al compito di amministrare un Paese di 60 milioni di abitanti in un contesto sociale sempre più complesso generato da una massiva produzione legislativa, il Corpo della magistratura si è auto-investito della missione di moralizzare la vita pubblica. Inizialmente a partire dagli “70 e “80 e già allora gli effetti furono dirompenti non perché le attività delle autorità inquirenti non fossero in gran parte fondate, ma per il noto effetto “folla(Le Bon) quando è un gruppo ad operare sulla stessa materia o area investigativa e parallelamente viene evidenziata sui giornali, sui vari media, si riscontra un “moltiplicatore di esaltazione” per cui tutti i pubblici ministeri vogliono avere “un giorno di gloria”.

L’eminentissimo Prof. Aldo Moro è stato assassinato per mandato dagli stessi che fingevano di proteggerlo con esecuzione di istruiti, illusi, brigadisti convinti di salvare il mondo, uccidendo innocenti, vittime di quello stesso criminale ed affaristico dominio dei potenti del mondo che da sempre saccheggiano e rapinano le poche ricchezze dei molti che lavorano e con immani sacrifici consentono a tutti di avere pane ed acqua.

Non può sfuggire alla maggioranza della popolazione, lontana dalle logiche del potere, che valutare le dinamiche politiche per la conquista di posizioni di comando nella gerarchia dell’ordine costituito o per il suo mantenimento comporta di dover assumere gli stessi comportamenti, adottare gli stessi provvedimenti, intraprendere le stesse azioni, reiterando i medesimi atteggiamenti, organizzando la rete della organizzazione statale in modo da collocare nei posti nevralgici i numerosi clientes e gli amici degli amici per poi assicurare che l’agire del Governo è rivolto al  bene dei cittadini, nel supremo interesse dei minori.

I tamburi della propaganda del potere lanciano sempre gli stessi suoni quale che sia il partito al governo del Paese, i giornalisti parlanti trasmigrano nelle pertinenze dei nuovi monarchi per cantarne le gesta. Lo spettacolo offerto è deprimente quanto scandaloso. Sembra che tutto cambi, l’incontro con nuovi amici, cerimonie con baci ed abbracci per unirsi contro il nemico comune,  complotti di morte, programmando la consegna di altri armamenti sempre più distruttivi necessari per costringere il nemico ad una resa ed imporre una pace giusta per il vincitore.

Ora l’imperativo è “noi ci siamo vogliamo farci conoscere”, non siamo clonabili, ma la casa è aperta a tutti gli uomini e le donne di buona volontà e di lavoro proficuo, un fare benefico soprattutto per i bambini che non si nutrono con la legge scritta sulla carta, ma di pane ed acqua, il Corpo e il Sangue del Cristo.

Il Dottor Gino Monaco ha già individuato il profilo dei componenti “Comitato Scientifico per la dottrina del pensiero del Prof. Aldo Moro”, tutte personalità della società civile e parimenti l’Avvocato Vincenzo Di Sirio per il “Gruppo di lavoro del fare politica”

Fëdor Michajlovič Dostoevskij “se Dio non esiste tutto è permesso”

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