La Circolarità nel nostro mondo

Ambiente, Natura & Salute

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Un’economia circolare è un sistema economico che mira a mantenere in circolo gli input di risorse, conservandole, rigenerandole e talvolta aumentandone il valore. Tra gli scopi: lo sviluppo e la crescita sostenibili, cambiare radicalmente il modello di produzione lineare, non più razionale, per renderlo circolare, per trasformare in vantaggio competitivo la gestione degli aspetti ambientali.

Un connubio tra economia e ecologia richiede una puntuale misurazione delle attività delle organizzazioni di vario tipo, dei processi anche decisionali e delle catene del valore, compresa la misurazione della circolarità.

Non si tratta solo dell’esigenza di un ritorno al passato dei nonni e bisnonni, quando l’ammontare dei rifiuti pro-capite era molto più contenuto, si riciclava quasi tutto. Nei loro racconti i resti del cibo erano destinati agli animali o alla concimazione della terra. La carta veniva usata per far ardere la legna, per le pulizie dei vetri e gli abiti vestivano onorevolmente successioni di fratelli e talvolta di generazioni, sino ad essere utilizzati per confezionare cuscini o bambole. La maggior parte del cibo, autoprodotto o acquistato sfuso, non necessitava di imballaggi, i contenitori erano in vetro, ceramica, mentre le sacche erano in stoffa o paglia, tutto multiuso. La riparazione di utensili ed elettrodomestici moltiplicava il numero di artigiani e la sostenibilità dei redditi e delle risorse.

Nessuna visione bucolica per un ritorno ad un passato campestre, ma il perseguimento dell’obiettivo di un’efficiente estensione del ciclo di vita di un prodotto, e, successivamente al termine della sua vita utile, dove sia possibile il riciclo, giungere alla reintroduzione, come materie prime, dei materiali che lo compongono.

Oggi più che mai occorre incentivare gli obiettivi di circolarità e, al riguardo, la normazione giuridica è rilevante come quella tecnica.

Riguardo alla normazione giuridica, a livello europeo, il Parlamento Europeo ha già chiesto misure contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, quasi per scongiurare l’immagine del mondo di Leonia, la città che si rigenera ogni giorno, nelle “Città invisibili” di Calvino, per assicurare ai consumatori il “diritto alla riparazione”, con informazioni e maggiori garanzie sui prodotti.

Rammentiamo le quattro direttive del “Pacchetto economia circolare”, inoltre, di recente, il 20 febbraio 2024 il Consiglio ha adottato una direttiva tesa a responsabilizzare i consumatori per la transizione verde.

Grazie alle nuove misure, i consumatori dell’UE:  –avranno accesso a informazioni attendibili, anche sull’obsolescenza precoce, per compiere le giuste scelte verdi; – saranno meglio protetti contro le autodichiarazioni ambientali sleali; – saranno meglio informati in merito alla riparabilità dei prodotti prima dell’acquisto. La direttiva introduce anche un’etichetta armonizzata con informazioni sulla garanzia commerciale di durabilità offerta dai produttori.”

Riguardo alla normazione giuridica a livello nazionale vogliamo segnalare, tra i provvedimenti più recenti, una misura rivolta ai Comuni che, già dal 31 gennaio 2024 e sino al 31 marzo 2024, possono presentare un’istanza di accesso per l’acquisto di eco-compattatori, cioè macchinari per la raccolta differenziata di bottiglie per bevande in PET, in grado di riconoscerne e ridurne il volume, per favorirne il riciclo. L’istanza si inoltra tramite l’apposito pulsante di login , per ottenere un contributo fino a 15.000 euro per un eco-compattatore di capacità media e fino a 30.000 euro per l’acquisto di un eco-compattatore di capacità alta. L’incentivo è promosso dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) con il decreto “Mangiaplastica”.

Riportiamo anche che, in questi giorni, è stato firmato il decreto del MASE che mira a incentivare le imprese produttrici di prodotti in plastica monouso verso la produzione di prodotti alternativi. 10 milioni di euro sono stati stanziati per ciascuna delle annualità 2022, 2023 e 2024. Il contributo economico per le imprese può arrivare sino all’80% delle spese sostenute per l’acquisto di macchinari e altro per la riconversione. In proposito il viceministro Vannia Gava dichiara: “L’obiettivo è ridurre l’incidenza della plastica sull’ambiente e sulla salute umana, riducendone la dispersione, e promuovere un’economia circolare reale, sostenendo l’economia ed accompagnando le imprese”.

Degno di nota è anche il lavoro svolto nell’ambito della normazione tecnica per gli “standard circolari”, standard ISO e UNI sull’Economia circolare, in corso di sviluppo a livello internazionale e nazionale.

L’UE riconosce l’importanza della normazione tecnica, quella su base volontaria, per “catalizzare la transizione verso la circolarità”. Un comitato europeo sull’Economia circolare si occuperà dei documenti normativi a livello europeo, si chiamerà CEN/TC 473 “Circular economy”. L’Italia parteciperà ai lavori del comitato attraverso esperti nominati dalla Commissione UNI/CT 057, italiana, (https://www.uni.com/partecipare/).

I progetti di normazione tecnica internazionale ISO saranno pubblicati a breve, sono ben sette: dal documento che definisce la terminologia a quello che individua un framework per misurare e valutare la circolarità di una organizzazione produttiva, da quello che fornisce una guida per trasformare i propri modelli di attività generatrice di valore da lineari a circolari, considerando gli aspetti economici ma anche ambientali e sociali, a quello che fornisce principi e requisiti per la tracciabilità  delle attività e dei processi di recupero dei materiali secondari. Quindi anche una norma per ottenere il Product Curcularity Data Sheet PDCS, una scheda dati standardizzati su un prodotto, che ne attesti gli aspetti di circolarità, utili alle parti interessate, durante l’acquisizione o la fornitura del prodotto stesso.

I progetti nazionali vedono la norma UNI/TS 11820 (Specifiche Tecniche) del 2022, che definisce un set di indicatori per valutare, attraverso un sistema di rating, la circolarità di una organizzazione o di un gruppo di organizzazioni, comprese le Pubbliche Amministrazioni. I 71 indicatori riguardano distintamente la produzione di beni e l’erogazione di servizi. Il numero minimo di indicatori da compilare ammonta a 33 per le organizzazioni che producono beni, 27 per quelle che erogano servizi. La norma tecnica fornisce anche indicazioni sulle informazioni da monitorare nel tempo, su quali siano le aree di un’organizzazione più “circolari di altre” e le strategie per il miglioramento continuo.

Ad essa si affianca la UNI/TR 18121 del 2023 che è una raccolta di buone pratiche di economia circolare, con una analisi delle loro caratteristiche.

La strategia nazionale per l’economia circolare è una delle riforme del PNRR, il quale fa  riferimento esattamente alla norma tecnica UNI/TS 11820 del 2022, indicandola come uno degli strumenti per la misurazione della circolarità, quindi per pianificare le strategie di miglioramento nell’immediato e nel futuro.

Il sistema di misurazione non prevede un valore di soglia minima di circolarità, ma consente di valutare il livello raggiunto dall’organizzazione, rispetto al massimo livello raggiungibile.”

Aggiungiamo che la misurazione riguarda le evidenze oggettive dello stato attuale della circolarità di una organizzazione e può essere certificata. La certificazione, cioè la verifica, la validazione dell’asserzione di circolarità, avviene da parte di un organismo di certificazione accreditato da Accredia.

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