Un tè e una ciambella coi follower. La Chôra e il Chaosmos

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Camilla G. Iannacci invita i suoi follower, scrittori, filosofi, artisti e fisici a parlare tra loro della propria visione del mondo, dei loro testi e ricerche.

In tal modo prende forma un diario di bordo e un vero proprio catalogo intorno alla felicità, alla bellezza, a internet stessa che ha dato vita ad un nuovo spazio di vita.

La rete, i social e l’info-spazio, in quanto “sistemi dinamici” generano interazioni tra i singoli individui in cui piccole variazioni creano delle biforcazioni di senso: sono cambiamenti qualitativi della sua struttura che “infrange un ordine preesistente e vi sostituisce un nuovo ordine” in questo senso si può parlare, con un neologismo, di uno “human-tech-space”: una  nuova “singolarità”.

 Felicità e Bellezza

 Un decalogo della felicità per Musil non è possibile, solo un’analisi da cui trarre insegnamenti per attraversare la vita e le temperie storico culturali. Vi è un’analogia tra il Nietzsche logico-filosofico-probabilistico e Wittgenstein, tra Musil e l’autore del “Tractatus logico-philosophicus”: per “il senso del mondo serve un metalinguaggio”. Non è tutto spiegabile col “logos” dopo  la crisi dei fondamenti. Per  Gödel “ci sono asserzioni formulate in modo esatto che non sono nè vere né  false” e con la “Teoria delle catastrofi” di Thom “la matematica rimette in discussione la possibilità di misurazione” (Cacciari).

L’atto del cucinare trasforma in “altro” gli alimenti iniziali e la casa è “una forma di cucina dello spazio”: lo spazio-tempo che accoglie intimità: focolare di “gemellanza” e felicità. (Coccia).

Quale bellezza instabile, il sublime appartiene a dimensioni “altre” rispetto al Bello infatti genera smarrimento e paura, è sconvolgente, esprime: “il grandioso”, un’”ek-stasi”,un “ab-grund”, il non-ente, il nulla. Givone dispiega l’eventuarsi dell’abissalità: nel Sublime è assentemente presente il nulla, il non fondamento: è l’”arkè” e una singolarità.  Lo sfondo abissale viene esemplificato da Plescia in “Il Canto di Kalipso”, dea del “Sublime”(Giacinto Plescia).

Filosofia della palestra di Platone

 Nell’osservare le azioni altrui il sistema neurale va ad attivarsi come quando è l’osservatore a compiere un’azione: l’empatia trova fondamento: capire l’altro è possibile grazie ai neuroni specchio. Il pensiero ha espunto il linguaggio nel/del corpo ma torna alle sue radici, occultate da Cartesio, fino alla cesura ed alla “svolta” di Nietzsche. Corpo e mente, scissi in filosofi, trovano in Grecia uno spazio nelle palestre: in cui coabitano idee ed esercizio fisico.

La “Χώρα” ha che fare col mare: l’Okeanos, di Regazzoni disegna increspature, biforcazioni, “strutture” sfuggenti, è come la “χώρα”: appartiene al triton ghenos, è una singolarità, uno “spazio” dinamico, imprevedibile, non formalizzabile in cui il logos naufraga.

L’uomo vive nella realtà metamorfica dello human-tech-space di internet: una singolarità topologica, simile allo spazio del mito che nelle sue multiformi declinazioni costituisce un sistema autopoietico in trasformazione simile alle strutture del caos e alla topologia.. Con l’attrattore strano di Lorenz e le teorie di Hawking, Plescia delinea il paradigma della temporalità immaginaria e vede nello “zeit-raum” mozartiano la metafora del “chaosmos”, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: tempo ordinato e spazio disordinato, tempo caotico e spazio cosmico (Regazzoni).

 Il silenzio del logos

 L’amore non si lascia costringere in un discorso, non è oggettivabile in quanto origina dal “μαίνομαι. Il suo spazio-tempo è l’abisso: il “logos” ammutolisce. L’indecidibile ha voce solo col frammento (Barthes). Nel “Simposio” per  Platone l’amore, Eros, è figlio di “bisogno” e “povertà”, “penìa” e “poros”, è  mancanza e desiderio: anticipa la topologia: legami e separazioni sono costitutivi, come argomenta Lacan, dell’inconscio. Il taglio del cordone ombelicale e il “nodo”, rompe la simbiosi con la madre, crea una “mancanza” rappresentata dal vuoto del “toro”: la psicoanalisi topologica si innesta a quella delle superfici: dal nastro di Möbius alla teoria dei nodi.

La crisi dei fondamenti

 L’oggetto osservato viene modificato, nella sua realtà oggettiva, per l’intervento dell’osservatore: si passa allo spazio-tempo e ai suoi rapporti con la massa-energia, il tempo relativistico, quantistico e le peculiarità dell’infinitamente piccolo. Hawking con i “numeri immaginari”, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare.

Dal teorema di Gödel per cui “ci sono asserzioni formulate in modo esatto che non sono nè vere né  false” ai “frattali” di Mandelbrot, alla “Teoria delle catastrofi” di Thom “la matematica rimette in discussione la possibilità di misurazione”, per Medawar “non esiste un metodo scientifico” e lo scienziato è uno che “racconta storie”.

Non è più possibile scrivere di alcuna “cosa in sé”, “il soggetto” è “un effetto di superficie, una favola, una finzione, un gioco di parole”.  “la coscienza, l’io sono filiazioni posteriori”: “tutto accade” come quando, dice Nietszche, “un colpo di cannone ci colpisce l’orecchio durante il sonno, nel sogno lo leghiamo a una storia che ci appare come causa e spiegazione”.

Il caos è un’idea di indistinzione fra ordine e disordine fra Hybris e Dike: è la disintegrazione organizzatrice”, è uno “spazio-tempo” di eventi che non riusciamo a interpretare: Giacinto Plescia in “Ontodynamis” affronta il tema della complessità e si pronuncia per un’ontologia del “chaos”.

Camilla G. Iannacci

Di formazione classico-filosofica, ha seguito lezioni e conferenze di Filosofia alla Fondazione S. Carlo di Modena, ai Dip.ti delle Università di Torino e Firenze.

Ha partecipato al Bando del CNR ”Pubblicazione Opera: Opere Storiche, Filosofiche e Letterarie Italiane con particolare attenzione alla Riflessione Contemporanea” con “Il principio di indeterminatezza quale Ermeneutica del rapporto uomo-Physis”

Recensita in Storie distr. Feltrinelli, MI – Storia della Letteratura Italiana, Helicon Ed. a c.d. Prof. N. Bonifazi  con la prefazione del Prof. G. Luti ed alcune sue poesie sono apparse on line su www.espresso.it e alcuni racconti su  La Repubblica-Firenze

Ha ricevuto i seguenti premi: il CDCalendarsPirelliINTERNETional; il 1^ Premio del Concorso di Poesia “Pegaso-Dire” di Biella;

il 2^ Premio Internazionale di Poesia “La Piazzetta” di Salerno col Patrocinio di Presidenza e Senato della Repubblica; il 2^ Premio del Concorso di Prosa “Pegaso” di Biella;

è risultata 3^ classificata alla 25^ ed. del Premio Letterario internazionale “La Pira” del Centro studi “G. Donati” di Pistoia.

Pubblicazioni: Desideranza, Philopoiesis, Il post pop e lo human-tech-space, Ferragni e Fedez: Analitica, Morfogenesi e Singolarità dei Fashion blogger influencer nell’info-sfera dei social media

Ferragni and Fedez: Analysis and Morpho-genesis of a Singularity in the info-space-time of social media, Ferragni and Fedez: Media-Morphosis. Aphorism about the Ferragnez.

Ha curato le Pubblicazioni di Giacinto Plescia.

 

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