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L’autonomia decisionale politica è quella che più assilla il Potete Legislativo nazionale. Il “collante” è solo apparente; quindi senza garanzie certe. Con il sistema della non” sfiducia”, ci siamo avventurati verso il “crepaccio”. Nella selva dei partiti nazionali, i cui apparentamenti e cobelligeranze hanno contrariato anche i più ottimisti politici, ci sarà da rivedere la “forza” attiva, più che numerica. Dopo un anno di Governo Meloni, le difformità sono ancora evidenti.

A mio avviso, manca, sempre, una formazione politica che acconsenta d’esporre programmi che, pur se noti, non sono stati ancora attuati. Una politica “svincolata” sarebbe la scelta migliore; anche se non la più semplice. Le “sceneggiate” parlamentari non confondono più nessuno. Ci sono, purtroppo, ancora troppe esteriorità e privilegi per scorgere il “meglio”. Resta palese che non sono le parole che difettano, ma i fatti. Anche il nostro ruolo in UE dovrà essere “rivisitato”. Le imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento UE serviranno anche da verifica politica.

Ora l’Esecutivo Meloni avrà il tempo per chiarire anche all’Europa lo stato della Penisola. Se ci saranno segnali inconcludenti, nell’Unione tra i Paesi a “rischio” recessivo, potrebbe esserci anche l’Italia.

Giorgio Brignola

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