Aleksej Naval’nyj non era uno stinco di santo

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Tutti persuasi, come se ne avessero certissime prove, che il terribile Putin abbia fatto eliminare Naval’nyj, tranne i soliti complottisti i quali ritengono che persone senza scrupoli in Occidente, avrebbero avuto tutto l’interesse a pagare qualcuno per eliminare Naval’nyj e far credere che sia stato il terribile Putin. Io non ho elementi (e come potrei?) per dare giudizi, però penso che sarebbe cosa giusta, pur condannando fermamente qualsiasi maltrattamento o uccisione di un prigioniero, non far passare Naval’nyj per quello che non era.

Trascrivo da Wikipedia: “Nel 2007 fondò un movimento politico chiamato Narod (Popolo), che aveva come priorità la tematica dell’immigrazione. Il movimento venne criticato per le sue posizioni xenofobe, come quando, in un video dell’organizzazione, lo stesso Naval’nyj paragonava i militanti jihadisti del Caucaso, scuri di pelle, a degli scarafaggi, asserendo che mentre gli scarafaggi possono essere uccisi con una paletta, per gli esseri umani consigliava di usare le pistole. In un altro video, Naval’nyj sembra sostenere l’idea di una pulizia etnica nonviolenta tramite la deportazione. Vestito da dentista, mentre scorrono degli spezzoni di video di lavoratori immigrati, dice allo schermo: “Nessuno dovrebbe essere picchiato. Tutto ciò che ci infastidisce dovrebbe essere accuratamente, ma inflessibilmente eliminato mediante la deportazione…”.

Renato Pierri

One Reply to “Aleksej Naval’nyj non era uno stinco di santo”

  1. Maurizio Pistone ha detto:

    e allora? Se uno non è “stinco di santo” merita di essere avvelenato, poi condannato per reati di opinione a 19 anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza, nel quale muore in un momento in cui (casualmente) sono spente le telecamere di sorveglianza?
    Neanche gli ukraini sono “stinchi di santo”. È un buon motivo per invaderli e radere al suolo le loro città?
    … aspetta… aspetta… devo controllare se il signor Renato Pierri risulta nell’elenco degli “stinchi di santo”… Perché mi sa che…

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